Fino all'ultimo respiro

29 - Vincenzo

Non avrei mai pensato che un giorno saremmo arrivati a questo punto; non l'avrei mai creduto possibile. Il tradimento è ciò che più mi irrita. Se mai un giorno avessi dovuto dire chi mi avrebbe tradito, non avrei mai e poi mai fatto il nome della mia stessa figlia. Dei miei tre eredi, Alyssa era quella sulla quale puntavo di più. Vito è forte, temuto e rispettato, ma è anche una testa calda. Fa leva sul suo nome e sulla sua posizione per farsi rispettare dai suoi stessi uomini. Davide è sempre stato un'ombra grigia e non ha mai voluto mettersi in mostra. Alyssa ha costantemente cercato di estraniarlo dal nostro mondo, ma non ha potuto fare nulla in tutti quegli anni che è stata lontana da casa. Se potessi tornare indietro, non la lascerei partire con Satoshi Tanaka.

Quando tanti anni fa il capo della Yakuza è venuto a bussare alla mia porta, sapevo che avrebbe preteso qualcosa. Le nostre famiglie sono in affari da molti anni, da prima che io prendessi il controllo della mafia. Quella volta commisi un errore nella nostra trattativa e per scusarmi dell'accaduto, accettai di cedergli quello che più desiderava. Credevo che avrebbe preteso dei territori o più rifornimenti di armi o droga; non avrei mai pensato che fosse interessato a mia figlia. Non ho mai capito il perché della sua scelta. Quando mi disse che avrebbe voluto addestrare mia figlia, rimasi scioccato. Satoshi era uno degli uomini più pericolosi al mondo, conosciuto da tutti per la sua crudeltà e per i suoi metodi barbari. La sua linea di successione era trasmessa da padre in figlio e mai nessuna donna era stata ammessa nella sua casa che non fosse sua moglie o una delle sue amanti. Quindi perché chiedere mia figlia?

"Ha del talento" - Mi disse.

Firmammo un accordo scritto nel quale veniva specificato che non doveva esserle fatto alcun male.

Quando Alyssa tornò a casa dopo tutti quegli anni trascorsi in Giappone, non mi sembrò cambiata per niente. Aveva lo stesso sguardo di un tempo, più maturo, ma con lo stesso spirito di una volta.

Adesso, guardando i suoi occhi cercare costantemente quelli del figlio di Satoshi Tanaka, capisco che abbandonando il Giappone, si è lasciata dietro molto più di quello che ha sempre detto.

Ha sempre cercato di estraniarsi dal nostro stile di vita; ha deciso di andare a vivere da sola e di allontanarsi da noi. Le ho concesso ogni cosa e adesso lei mi ripaga in questo modo.

Sarei un bugiardo a non dire di essere orgoglioso di lei perché in questo momento non solo sta mostrando quello che significa essere una Russo, ma sta interpretando il ruolo di una leader magnificamente.

Si è presentata di fronte a tutti i membri del Tavolo, ha sfidato apertamente la mafia russa e ha fatto lo stesso con me.

Follia? No.

Stupidità? No.

Coraggio? Decisamente sì.

«Prima di pretendere la nostra esclusione dal giro degli eletti, forse sarebbe il caso di analizzare queste presunte prove, non credete?» Mi rivolgo a tutti gli altri capi mafia.

Il leader thailandese sembra molto entusiasta di leggere queste prove di cui Alyssa sta parlando. Sono anni che cerca di farsi largo verso la cima della catena alimentare.

«Assolutamente sì, Don Vincenzo.» Mi risponde cordialmente lui.

Mi volto un secondo alla mia destra e fisso il corpo privo di sensi di Viktor Kozlov.

Non ero affatto felice di dare mia figlia in sposa ad uno come lui perché conosco perfettamente ciò che passa per la mente di un uomo del suo calibro. Prima di essere un padre, sono il capo della mia organizzazione ed essa viene prima di tutto il resto. Questo era un affare che non potevo lasciarmi sfuggire.

Io ed Ivan ci scambiamo degli sguardi d'intesa. Non ho idea di quali prove parli Alyssa. Ho sempre cercato di fare piazza pulita di tutti i miei loschi affari proprio per evitare momenti come questi. Sono certo di aver fatto le cose per bene, anche se la faccenda sulla Mongolia che è venuta a galla, mi fa pensare che forse ho tralasciato qualcosa.