40 - Vito

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Quando l'ho vista scendere dall'auto mi sono pietrificato. Avrei voluto che non tornasse più; che rimanesse nascosta in Giappone o in un luogo così lontano da mio padre che gli sarebbe stato impossibile trovarla. Io e Alyssa non abbiamo mai avuto un rapporto molto stretto. Sono stato il fratello maggiore che si è sempre dovuto occupare degli affari di famiglia. Non ho mai avuto il tempo di preoccuparmi realmente per lei. Sapevo che non le mancava nulla e non ho ritenuto necessario vegliare su di lei nemmeno da lontano. Con Igor a farle da guardia del corpo e la famiglia a proteggerla, sapevo che sarebbe sempre stata al sicuro. All'epoca non avevo idea di quanto potessi sbagliarmi. Non l'ho mai realmente conosciuta. Non mi sono mai preoccupato di farlo. Quando scoprii che era partita per il Giappone, provai un moto di tristezza. Per la prima volta mi mancava ed era un sentimento che non avevo mai provato prima. Non avrei mai creduto che sarebbe stata via d casa per quasi dieci anni. Quando è tornata, era diversa... Era cresciuta, da bambina capricciosa era diventata una donna adulta con uno straordinario intelletto e capacità di analisi. So perfettamente che mio padre l'ha sempre considerata superiore a me, ma non gliene ho mai fatto una colpa. Ci punzecchiavamo a vicenda e questo era il nostro modo per comunicare ciò che proviamo l'uno per l'altra. Quando mio padre l'ha spedita con me in Russia, ho provato un senso di inadeguatezza mai sentito prima. Lui non si fidava. Non si fidava a tal punto da dovermi mettere Alyssa alle calcagna. L'ho odiata per questo. Mi sono sentito sminuito, messo da parte e non apprezzato dal mio stesso padre, ma quando ho scoperto che i cinesi la tenevano in ostaggio, tutti i sentimenti provati finora erano scomparsi magicamente. Provavo un nuovo sentimento... La paura. L'avevo già provata prima, ma questa era diversa. Per colpa mia, mia sorella rischiava di morire e non me lo sarei mai perdonato...

La sera del suo ingresso alla riunione del Tavolo, è stata una serata ricca di sorprese. Prima fra tutte, il suo fidanzamento con Viktor Kozlov.

Rimasi scioccato nel sentire le parole venire fuori dalla bocca di mio padre. Viktor Kozlov è un uomo pericoloso e cattivo. Non si tratta solo di far parte della malavita; qui si tratta proprio di essere marci nell'animo e non avrei mai lasciato che mia sorella finisse nelle sue mani.

«A cosa stai pensando?» Mio fratello minore mi distoglie dai miei cattivi pensieri.

«Non ti senti un po' in colpa?» Gli rispondo con un'altra domanda. Se c'è una cosa per la quale mia sorella si è sempre battuta, era che Davide rimanesse fuori da questo mondo. Ha fatto di tutto per fargli inseguire i suoi sogni e quando sembrava essere stato ammesso all'Accademia di musica, lei era al settimo cielo. Non ho idea di come, né tantomeno del quando, mio padre sia riuscito a riportarlo all'ovile.

«Perché mai dovrei sentirmi in colpa?»

«Stiamo costringendo nostra sorella a fare una cosa che non vuole. Dovremmo sentirci come minimo in colpa.»

Davide si sistema sulla sedia mentre sorseggia il suo caffè.

«Tutto ciò che accade è sempre il frutto delle nostre azioni. Alyssa ha scelto il modo peggiore per gestire l'intera faccenda e adesso tutto quello che le capiterà sarà solo per colpa sua.»

«Le tue parole sono molto dure, fratellino. Non dimenticare cosa ha fatto Alyssa per te.» Gli rispondo con voce dura.

«Infatti, non lo faccio. Le voglio bene, ma qui si tratta della famiglia.»

Per gran parte della tua vita hai sempre ignorato questa famiglia e adesso di punto in bianco decidi di immolarti come salvatore della patria? - vorrei tanto dirgli questo, ma non ne ho l'occasione perché mio padre entra in cucina seguito da mia madre.

«Bene, vedo che siete già qui. Tesoro, che ne dici se fra poco fai provare ad Alyssa il suo abito da sposa?» Dice a mia madre.

«Vincenzo caro, è proprio necessario fare tutto questo? Alyssa non vuole sposarsi e sono certa che potremmo trovare...»

Fino all'ultimo respiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora