41 - Alyssa

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Per tutta la durata della prova del mio vestito da sposa, non ho proferito parola. Non di certo perché non ne avessi; al contrario, avrei tante cose da dire, ma me le tengo per me. Ho ormai capito che mia madre non conta nulla in questa famiglia e che è così terrorizzata da mio padre che non farà niente per impedire tutto questo. Non la giudico; non posso farlo. In passato ho indagato su di lei e sulla sua storia alquanto misteriosa. Ho scoperto cose agghiaccianti. Mio padre l'ha salvata quando era poco più che una bambina dal traffico di donne. L'ha sottratta a quel mondo crudele e sono certa che lei lo protegga per questo. Ha vissuto nel terrore e nell'abnegazione.

In quanto figlia, ce l'ho a morte con lei... Ma comprendo le sue decisioni.

Quando percorro il corridoio, vedo Igor in cima alle scale. La crepa che si è formata tra di noi si è allargata a tal punto da frantumare il vaso e ora non siamo altro che estranei. Mi fa passare avanti e si posiziona proprio dietro di me, insieme ad altre quattro guardie pagate per non lasciare mai il mio fianco.

Quando scendo di sotto, trovo il resto della mia famiglia perfettamente agghindata.

«Sei bellissima, figlia mia. Peccato che non possiamo festeggiare come avremmo voluto.» Mio padre indossa uno smoking perfettamente stirato e dello stesso colore della sua anima. I miei fratelli sono vestiti più o meno allo stesso modo.

Vito non mi guarda nemmeno. Nelle ore successive nelle quali mia madre mi ha fatto vedere vari abiti, ho continuato a pensare alle sue parole. Se mai avessi dovuto indicare una persona che mi avrebbe mai potuto aiutare in una situazione del genere, avrei fatto il nome di chiunque, tranne che di mio fratello Vito. Tra tutti, è quello che forse mi ha sempre capita di più.

Passo poi lo sguardo su Davide. Mi guarda con occhi fissi e so per certo che vorrebbe dirmi qualcosa, ma non lo fa. Forse non ne ha il coraggio o forse ha finito semplicemente le parole.

«L'autista ci aspetta fuori. Andiamo o faremo tardi. Tu salirai in macchina con me e i tuoi fratelli. Tua madre ci precederà in chiesa per sistemare le ultime cose.» Forse mio padre si aspetta una risposta, ma non gli do questa soddisfazione. Mi limito a fissarlo senza far trasparire alcuna emozione.

Seguo la mia famiglia fuori fino ad arrivare alla lussuosa macchina. È una limousine e c'è spazio persino per far entrare le guardie.

Quando partiamo, cominciano le raccomandazioni.

«Ascoltami bene, Alyssa. Oggi è una giornata estremamente importante e voglio che tutto fili liscio come l'olio.» Ancora minacce campate per aria.

«È buffo come tutto ciò che desideri dipenda esclusivamente da un mio "sì, lo voglio". Credo di averti sempre sopravvalutato se sei costretto ad appoggiarti completamente a me.»

«Dovresti mostrare più rispetto.»

«E tu non dovresti proprio essere qui.» Interrompo immediatamente mio fratello Davide. Sono così delusa da lui e dal suo comportamento che sto cominciando a provare un nuovo sentimento nei suoi confronti.

«Faccio parte di questa famiglia tanto quanto te.»

«Ti credevo più intelligente, ma a quanto pare mi sbagliavo di grosso. Ti sei lasciato raggirare dalle lusinghe di nostro padre e adesso sei caduto nella tela del ragno.» Mi sembra che si stia alterando dal rossore sulle sue guance.

«Credi che solo tu e Vito possiate contribuire a rendere la nostra famiglia ancora più potente?» Domanda sprezzante guardando prima me, poi nostro fratello maggiore.

«Ti ho sempre insegnato che la cosa più importante non è contribuire a rendere la "famiglia" più potente, ma è su te stesso che devi lavorare; sul rendere te una persona migliore. A quanto pare ho fallito nel mio intento di insegnarti questo. Avresti potuto proseguire per la tua carriera musicale e avresti potuto staccarti da questo mondo, eppure...»

Fino all'ultimo respiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora