Non ho chiuso occhio questa notte. Non mi piace stare qui; non mi piace la sensazione che questa casa mi trasmette. Questa tenuta è immensa; trasuda ricchezza e ostentazione. Sul pavimento c'è una moquette bordeaux scuro che mi fa sentire come se ogni mio passo fosse una scalata verso il baratro di una prigione dalla quale non so se sono in grado di fuggire. Anche le pareti non sono da meno. Ci sono molti quadri appesi sopra di esse; sono certa che Greta apprezzerebbe le opere d'arte che questa casa tiene ben custodite.
Anche mio padre ha una casa simile ma lì dentro ci sono dei ricordi che tengo ben custoditi nel mio cuore.
Quando ero piccola mi sembrava di vivere in una fiaba. Mi sembrava di essere la principessa che attendeva solo l'arrivo del suo principe azzurro. Quando avevo dieci anni, il muro delle mie certezze ha iniziato a sgretolarsi. Ricordo che una sera non riuscivo a dormire e all'epoca adoravo fare scherzi alle guardie. Mi piaceva ingannarle e fargli credere che ero la brava bambina obbediente, ma in realtà scappavo sempre dalla mia stanza. Una notte decisi di nascondermi nelle segrete sotto l'immensa reggia che credevo fosse una casa calda e accogliente. Sentii dei rumori e, come ogni bambino che si rispetti, fui curiosa e andai a vedere. Aprii leggermente la porta e quello che vidi segnò per sempre la distruzione delle mie certezze. Al centro c'era un uomo legato su una sedia e nudo. Era pieno di tagli, lividi ed escoriazioni. Mio padre era di fronte a lui e ancora ricordo le sue braccia. Aveva le maniche della camicia bianca arrotolate fino ai gomiti e sulle braccia e sulle mani c'erano striature di sangue fresco che colavano sul pavimento. Ai lati della stanza c'erano alcune guardie e mio fratello Vito. Sembrava impaurito tanto quanto me. Mio padre continuava a fare delle domande a quell'uomo e quando questi si rifiutava di rispondergli, mio padre lo colpiva con qualsiasi cosa avesse sotto tiro. L'uomo continuava chiedere pietà ma mio padre non si fermava. Ha continuato a colpirlo ancora, ancora e ancora, fino a quando la testa dell'uomo cadde di lato privo di sensi. Fu allora che iniziai a tremare e a piangere. Mio padre sentì immediatamente il mio pianto e quando aprì di scatto la porta, mi trovò rannicchiata sul pavimento con le mani a coprire i miei occhi spaventati di bambina.
«Che cosa ci fai qui? Torna immediatamente di sopra!»
Non mi aveva mai parlato in quel modo; per la prima volta avevo visto mio padre per quello che realmente era. La sua doppia vita mi scioccò. Di giorno era un padre amorevole e affettuoso; sempre disposto a giocare con me e a farmi sentire una principessa. Di notte si trasformava e diventava il mostro delle fiabe. Da quel giorno in poi, mio padre mi addestrò per diventare... non lo so nemmeno io cosa. Ha voluto che seguissi Vito nei suoi allenamenti e che imparassi io stessa come difendermi. Mi ha persino mandata lontano, molto lontano da casa. Ero brava, ma ovviamente non potevo competere con Vito. Lui è il primogenito della famiglia Russo e l'erede al trono della mafia. A me non era concesso essere più brava di lui. Quando mio padre ci obbligò a prendere lezioni di arti marziali, non volevo farle all'inizio. Provai a ribellarmi, ma invano.
Una sera ricevemmo degli ospiti. Avrò avuto tredici o quattordici anni al massimo. Come sempre mio padre, mia madre e i miei fratelli erano impeccabili. La famiglia perfetta e rispettabile. Io ero la pecora nera, la ribelle, l'indipendente. Ricordo ancora che non mi presentai a cena e andai a rinchiudermi in palestra. Adoravo praticare arti marziali. Non gliel'ho mai detto apertamente perché non volevo dargli quella soddisfazione. Me ne stavo rinchiusa lì sotto, a prendere a pugni il sacco da boxe, quando entrò un uomo. Era sorpreso di vedermi tanto quanto me. Aveva lineamenti asiatici e avrà avuto una cinquantina d'anni.
«Chi è lei?» Gli chiesi con tono di sfida.
«Non è questo il tono con cui rivolgersi a degli ospiti.» L'uomo congiunse le mani dietro la schiena e piegò la testa di lato come per scrutarmi.
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Fino all'ultimo respiro
ChickLitAlyssa fa parte di una delle famiglie più potenti e pericolose del mondo. Ha tutto ciò che una ragazza possa desiderare: soldi, fama e potere. Peccato che lei desideri l'unica cosa che non può avere... la libertà. Alyssa non vuole far parte della ma...