25 - Alyssa

984 52 46
                                    

Quando mi sono allontanata da Hiroto, non ho potuto fare a meno di girarmi e osservare la sua prossima mossa e, come immaginavo, non ha potuto resistere alla tentazione di affrontare direttamente Viktor. Credo che il mio sorriso possa essere sembrato sinistro per coloro che mi hanno osservata bene, ma vedere Viktor affrontare un uomo del calibro di Hiroto, mi ha infiammata.

Adesso però ho anch'io un obiettivo nel mirino e mi sto dirigendo verso di lui proprio in questo momento. Mio padre sta bevendo dello champagne con degli uomini di cui ignoro i volti ed è circondato dai miei fratelli. Sono lieta di vedere Vito sano e salvo, anche se mi dispiace vederlo al fianco di mio padre.

Davide si volta per un secondo e i nostri occhi si incrociano per un breve istante. Non mi ha riconosciuta e questo mi fa passare inosservata per i primi cinque minuti.

Mi sistemo poco distante da loro e ascolto con attenzione la conversazione.

«Don Vincenzo.» Sento dire con un inglese molto marcato ad un uomo con un completo molto elegante. «La riunione di domani determinerà le vostre sorti al Tavolo.»

«Signor Santana, lei sa molto bene quanto sia potente la nostra influenza nel mondo e non sarà di certo questo piccolo intoppo a rallentarci. La Mafia detiene il potere da molto tempo ormai e anche se dovessimo rallentare le consegne per un paio di mesi, la situazione non cambierebbe più di tanto.» Gli risponde mio padre con grande sicurezza.

«Sarà così per lei, ma cosa ne pensano i russi? Sono disposti ad aspettare tutto questo tempo? Credo che forse non si renda conto della gravità dei fatti, Don Vincenzo.»

Sento il sospiro pesante di mio padre. A quanto pare non è nei guai solo con i russi e con i giapponesi.

«Mia figlia sposerà l'erede di Ivan Kozlov e questo sancirà l'unione delle nostre due organizzazioni.»

«Eppure, dalle voci che circolano, sua figlia ha dato un bel due di picche sia a lei che al suo promesso sposo.»

«Una scappatella di poco conto. Questa è solo una leggera ansia prematrimoniale; mia figlia è ancora giovane e fatica ad accettare l'idea, ma soccomberà alle mie richieste.»

Adesso è il suo interlocutore, che mi sembra essere spagnolo o dell'America del sud dal suo accento, a sospirare.

«Ne è proprio sicuro?»

«Nostra sorella onorerà l'accordo preso.» Davide si intromette nella conversazione e devo ammettere che le sue parole mi feriscono enormemente. Ho sempre cercato di allontanarlo da questo mondo orrendo, ma ho costantemente fallito nel mio intento e sentirlo parlare in questo modo, come se fossi solo un pezzo di carne da vendere al miglior offerente, mi ferisce.

«Spero proprio che sia così perché molti di noi hanno puntato dei soldi su questo.»

«Avete deciso di fare i conti senza l'oste.»

«La fazione colombiana ha già preparato i carichi di droga e la data di spedizione prevista sarà il giorno del matrimonio. Consideratelo un regalo di nozze da parte mia. Spero che continueremo a fare affari insieme, Don Vincenzo.»

«Si fidi se le dico che sarà un regalo ben gradito.»

Adesso, l'uomo che so essere parte della mafia colombiana, se ne va.

Sento mio padre sussurrare qualcosa all'orecchio di mio fratello maggiore e bere un altro sorso di champagne.

«Forse sei tu a fare i conti senza l'oste.» Dico infine io avvicinandomi lentamente e con un sorriso falso stampato in faccia.

Mio padre sgrana gli occhi, così come i miei fratelli. Tutti quanti sono sorpresi di vedermi lì, ma è lo sguardo di Vito quello più scioccato.

«Vi dispiace se mi siedo qui con voi?»

Fino all'ultimo respiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora