27 - Hiroto

1K 52 60
                                    

Alyssa è stata semplicemente strepitosa. Ha giocato bene le sue carte e adesso suo padre è su tutte le furie. Non credevo che lei fosse in grado di recuperare un asso nella manica come quello della Mongolia. Ha gettato un piccolo sasso nello stagno infestato dai piranha.

Per tutta la riunione Alyssa è stata in grado di mantenere stabile e sicuro il suo controllo, ma il proiettile che ha sparato mio padre l'ha fatta vacillare. Le ho afferrato la mano. So bene quanto odi il rumore dei colpi di pistola.

Le stringo forte la mano e lei sa bene che con questo gesto le sto dicendo: "non vacillare".

Non può farlo, non ora almeno. Non quando i suoi nemici la stanno fissando.

«Vi concedo l'unica occasione per spiegare tutta questa situazione.» Dice con calma serafica mio padre.

Sono certo che i Chen non faranno nulla per ora. Se lo facessero, sarebbe la fine per tutta la loro dinastia.

Come previsto, si alzano e se ne vanno. Mio padre li lascerà andare, so che lo farà. I cinesi hanno qualcosa che ci interessa e questa può essere la nostra occasione per ottenerla.

«Ha intenzione di lasciarli andare?» Chiede Ivan Kozlov con occhi quasi scioccati.

«Che fuggano pure, per ora. Ci sono altre cose di cui discutere.»

Guardo per un secondo Alyssa e non c'è bisogno di dire nulla. Sa che sto per entrare in scena e le parole del figlio di Ivan o sarebbe meglio chiamarlo figlio di puttana, mi coinvolgono.

«Effettivamente ce ne sono molte, signor Tanaka. Ma forse sarebbe meglio discuterne con suo figlio, non crede?» Dice alzandosi dalla sedia e avvicinandosi al bar.

«Di cosa vuoi parlare, Viktor?»

«Perché non parliamo dei carichi che hai preso all'insaputa di tuo padre?»

Gli altri membri del Tavolo mi guardano sorpresi e passano lo sguardo da me a mio padre aspettando una sua reazione o per meglio dire un suo scatto di ira. Sfortunatamente per loro non c'è nessuno show da mettere in atto.

«Sembra che lei sia stato tradito da suo figlio, come me del resto.» Ivan Kozlov commenta la situazione con una punta di soddisfazione nella sua voce.

Mio padre continua a mantenere la calma; non ho idea di cosa stia passando nella sua mente, ma di sicuro so bene quello che passa nella mia.

«Tradire... Una parola che ha molti significati. Sono certo che se cercate nel vocabolario troverete che la parola deriva dal latino "tradere". Significa letteralmente consegnare. Questa parola ha cominciato a prendere una connotazione negativa quando fu utilizzata come peggiorativo nella tradizione evangelica. Questo verbo è stato utilizzato nella parte nella quale Gesù viene consegnato o tradito da Giuda. Ora, tralasciando l'aspetto religioso, ho letteralmente consegnato la merce a mio padre passando direttamente dalla fonte e di questo devo solo che ringraziare suo figlio, signor Kozlov. Michail si è dimostrato molto loquace.» Calco molto bene quest'ultima parola e dallo sguardo che mi lancia la sua famiglia, deduco che abbiano capito che so molte cose dei loro affari che forse sarebbe meglio non venissero alla luce.

«Stai dicendo tutto questo per mostrare la tua cultura?» Chiede annoiato Viktor.

«Non ho di certo bisogno di mostrare la mia cultura ad uno come te.»

«Ad uno come me? E come sarei, sentiamo.»

«A quanto pare non uno molto sveglio se ti sei lasciato sfuggire la tua futura moglie non una, ma ben due volte.»

I capi delle organizzazioni mafiose ridacchiano della mia battuta. Gli unici che non lo stanno facendo sono le fazioni russe e italiane.

«Torneremo sull'argomento Alyssa tra poco, Hiroto ma adesso credo sia il caso di parlare dell'argomento principale.»

Fino all'ultimo respiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora