Sono stordita. Ho preso una bella botta in testa. Nella confusione ho perso di vista Nakagami e alla fine mi sono ritrovata davanti Viktor.
Quando siamo arrivati alla pista, tutto sembrava essere tranquillo. Ho provato disperatamente a tornare da Hiroto, ma le salde prese della Yakuza me lo hanno impedito.
Sembrava tutto nella norma, almeno fino a quando non sono salita sull'elicottero.
È stato quando ho slacciato la cintura di sicurezza che ho sentito il primo sparo e il vetro del finestrino si è macchiato di rosso. I colpi hanno cominciato a susseguirsi con una rapidità sempre maggiore. Ricordo di essere scesa dall'elicottero il più velocemente possibile, ma poi qualcuno mi ha colpito alla nuca e ho perso i sensi.
Ora sono del tutto sveglia, ma non apro gli occhi. Cerco di seguire gli insegnamenti del mio maestro e ascolto tutto ciò che mi circonda. Da come ondeggio, deduco di essere su una nave. Ho mani e piedi legati e le corde ben strette mi segano la pelle. Sento molte voci maschili che parlano, ma la sua è inconfondibile. Non capisco nulla di ciò che dicono perché parlano in russo, ma da come interrompono i loro discorsi, capisco che si sono resi conto di essere ascoltati da qualcun altro.
«Ti sei svegliata finalmente!»
Apro gli occhi molto lentamente. Vedo Viktor avvicinarsi e accovacciarsi di fronte a me.
«Non sembri affatto sorpresa di rivedermi.»
«Perché dovrei... Si sa che gli stronzi sono sempre gli ultimi a morire.» Cerco di fare la spavalda perché non voglio che sappia quanto questa situazione mi inquieti.
SBAMM!
Lo schiaffo arriva prima di quanto immaginassi. Fa male, eccome se fa male. Non ci è andato di certo leggero. Credo che il mio labbro sia sanguinando perché riesco a sentire il sapore amarognolo del sangue che cola giù.
«Non fare quella faccia. Questo è solo uno dei primi che ti darò.» Viktor sembra una persona completamente diversa. Prima mi guardava con occhi bramosi di desiderio. Adesso mi guarda con gli occhi uno psicopatico, posa uno sguardo su di me che non mi piace affatto.
«Cos'è... Hai intenzione di riempirmi di botte? Pensi che questo cambierà le cose?» Gli dico con coraggio.
«So che non cambierà nulla, ma sarà un piacere per me. Mi sono già pentito di averti colpita in faccia. Ho intenzione di preservare il tuo bel visino fino alle nozze. Non voglio rovinare le foto del nostro matrimonio per colpa della tua faccia pesta. Il piacere di rovinartela me lo riserverò per la prima notte di nozze... Sarà solo una delle tante cose che ti farò.»
Con il pollice pulisce il sangue che cola dal labbro e poi se lo lecca.
«Fai il gradasso ora, ma ti ricordo che con le mani libere, ti ho steso per ben due volte.»
Stavolta il colpo non arriva per via di uno schiaffo, ma per un pugno ben assestato in pancia. Tossisco per il dolore. Mi accascio a terra di lato e cerco di recuperare il fiato.
Ora che sono ben esposta a lui, si rialza e inizia a colpirmi con calci violenti e con una cattiveria tale da impressionarmi. Ho le mani legate dietro la schiena e non ho modo di proteggermi. Posso solamente cercare di irrigidire gli addominali e provare a resistere.
Dopo circa dieci minuti, la sua furia sembra placarsi. Non riesco a parlare e tutte le mie energie sono spese nel tentativo di recuperare il fiato e superare il dolore.
Rimango sola per un tempo che a me sembra lunghissimo.
Quando lo vedo tornare verso di me, mi preparo mentalmente per le percosse.
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Fino all'ultimo respiro
ChickLitAlyssa fa parte di una delle famiglie più potenti e pericolose del mondo. Ha tutto ciò che una ragazza possa desiderare: soldi, fama e potere. Peccato che lei desideri l'unica cosa che non può avere... la libertà. Alyssa non vuole far parte della ma...