8 - Viktor

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Alyssa... è questo il suo nome. Quando le ho stretto la mano forse ho esagerato. L'ho vista irrigidirsi e subito dopo ho mollato la presa. Quello che ha appena detto mi fa incazzare con me stesso. Sono stato uno stupido a non spogliare l'uomo e mi sento umiliato da questo scricciolo che continua a sorprendermi. Tanto per cominciare se ne sbatte del fratello e poi sa il fatto suo.

Saluto tutti molto velocemente e mi precipito fuori. Chiamo il mio contatto nei servizi segreti russi.

«Da?» Mi risponde al telefono Ivan.

«Quei corpi di ieri sera... hai visto i loro tatuaggi?»

«Ciao anche a te Viktor.»

Sbuffo perché sinceramente non me ne frega nulla dei convenevoli.

«Sì, ci ho dato un'occhiata. Sul polpaccio hanno tutti tatuato un drago rosso con la coda dorata. Ti dice nulla?»

«Sfortunatamente sì.» Riaggancio irritato oltre modo. Mi dirigo al garage e prendo la mia moto. Ho bisogno di un bel giro.

Me ne vado in uno dei miei locali situato al centro di San Pietroburgo. Ho bisogno di risposte. I carichi che ci hanno rubato sono troppo preziosi e devo farla pagare a qualcuno. Quando entro nel pub, i buttafuori mi lasciano passare con occhi riverenti. Qui è come se fossi il re. Per ora sono solamente il principe di San Pietroburgo e di tutta la Russia. Quando prenderò il posto di mio padre, allora potrò essere considerato un re.

Il mio rifornitore si trova come al solito nell'ala VIP, circondato da due escort. Oleg si circonda sempre di bellissime donne d'alto borgo e mi chiedo quanto possa pagarle dal momento che ci vuole coraggio per andare con uno come lui. È un tipo viscido, basso e tarchiato. Credo abbia una cinquantina d'anni, ma ne dimostra molti di più. Da quello che si dice in giro, è solito frequentare locali piuttosto "trasgressivi". Mi faccio largo tra la folla che balla al centro della pista e poi mi dirigo sulle scale che conducono all'area VIP. Anche qui i ragazzi mi fanno passare senza problemi. Tutti conoscono i Kozlov e tutti sanno che devono starci alla larga.

«Oleg... Io e te dobbiamo parlare.»

Oleg sgrana gli occhi e scaccia via le ragazze in malo modo.

«Victor, che sorpresa vederti qui stasera.»

«Non credo sia una sorpresa vedermi dal momento che abbiamo perso un altro carico. Io voglio risposte, Oleg e sono certo che tu possa aiutarmi a trovarle.»

Oleg ordina da bere e ha la presunzione di prendere qualcosa anche per me.

«Una bottiglia di vodka e due bicchierini.» Chiede ad una cameriera.

«Non sono qui per bere. Parlami del carico.»

Sembra preoccupato.

«Non so dirti molto... Conosci il mio lavoro: io ti trovo la merce e tu la spedisci. Fine.»

Mi stravacco sul sedile e mi verso da bere.

«Andiamo Oleg... Tutti sanno che fai molto più di questo. Sei tu quello che si occupa di trovare il luogo per lo scambio e per le spedizioni.»

Stringo il bicchierino ormai vuoto di vodka così forte che tempo possa spaccarsi da un momento all'altro.

«Mi stai accusando di qualcosa?»

«Non ancora... Devo ancora capire da che parte stai.»

«Da quella dei Kozlov! Sempre.»

«Allora dimostralo. Andiamo.»

Mi alzo e non aspetto che lui faccia altrettanto. So perfettamente che mi seguirà. Se Oleg non c'entra nulla, farà di tutto pur di dimostrare la sua lealtà alla mia famiglia.

Fino all'ultimo respiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora