19 - Viktor

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Sono stanco. Terribilmente stanco. Alyssa si è volatilizzata nel nulla; mio fratello è alla gogna e io ho fatto la più grande figura di merda della storia della mia famiglia. Ma volete sapere qual è la cosa peggiore? Lo sguardo che Vincenzo Russo mi sta lanciando in questo momento.

Si è precipitato qui non appena il suo uomo gli ha riferito cosa ha combinato quella maledetta ragazzina.

Siamo tutti seduti nella grande sala da pranzo e nessuno sembra voler aprire bocca. Almeno questo fino a quando mio padre non decide di rompere il silenzio.

«Credo che tu debba spiegarci parecchie cose, Vincenzo.»

Lo sguardo tagliente del boss della malavita italiana si fissa in quello di mio padre.

«Forse dovrei essere io a farti qualche domanda; o sarebbe meglio rivolgerle a tuo figlio?» E adesso guarda Michail.

«Mio figlio deve rispondere di parecchie cose, è vero. E fidati se ti dico che sarà mia premura punirlo nel più severo e doloroso dei modi, ma qui la questione è un'altra.»

«No.» Il boss mafioso scatta dalla sedia color ciliegia. «Qui la questione principale è che tuo figlio ha mandato a monte affari importanti e ha screditato il nome della mia famiglia al Tavolo.»

Oh oh... qui la faccenda si fa interessante. Questi due si stanno forse dichiarando guerra?

«Vuoi davvero far ricadere tutta la colpa su di lui? Che mi dici di tua figlia? Se non si fosse messa in mezzo con la Yakuza, non avremmo avuto problemi.»

«Stai forse dando la colpa ad Alyssa del tradimento di tuo figlio?»

Okay, forse è giunto il momento di intervenire.

«Mio fratello ha sbagliato, ma anche sua figlia non è senza colpe.» Provo a dire con il tono più calmo che conosco.

«Tu devi solo che stare zitto!» Vincenzo sbraita come un pazzo e suo figlio minore, Davide, prende la parola per la prima volta.

«Calmati, papà.» Gli dice e le sue parole sortiscono il loro effetto.

«Credo fermamente che Alyssa nasconda qualcosa.» Dico io infine con voce tagliente e non me ne frega un cazzo se risulto irrispettoso.

Tutti gli occhi nella stanza si voltano verso di me e questo mi sembra il momento più opportuno per continuare con le mie congetture.

«Avete presentato Alyssa Russo come semplice merce di scambio. Mi è stata promessa in moglie per unire e fortificare le nostre due famiglie, cosicché da essere i più potenti capimafia al Tavolo, ma avete omesso parecchie cose.»

Le sopracciglia di Vincenzo si inarcano. «Tipo cosa esattamente?»

«Ad esempio, non ci avete mai accennato al fatto che fosse in stretto contatto con la Yakuza, la nostra più acerrima nemica insieme alla mafia coreana e cinese. Per non parlare delle sue "abilità".»

«Di che diavolo stai parlando?»

«Tua figlia ha messo ko il mio ragazzo, ha ignorato i tuoi ordini di essere una brava fidanzata e i miei di rimanersene tra queste mura.» Interviene mio padre.

«È impossibile.» Si intromette Davide. «Come può una ragazza della sua stazza mettere fuori gioco una persona come te?» Dice come ad indicare l'ovvio.

«Questa è una domanda alla quale speravo rispondeste voi.» Mi sistemo sulla sedia e accavallo le gambe. «E adesso veniamo a te.» Mi rivolgo ad Igor il quale non si è mosso di un millimetro finora. «Che fine ha fatto Alyssa? Dove eravate diretti?»

La guardia del corpo chiede prima il permesso di parlare al suo capo. Vincenzo mi sembra alquanto alterato con lui e lo fulmina con lo sguardo.

«Igor non voleva tradire fiducia di boss. Igor avrebbe chiamato boss non appena atterrati.»

Fino all'ultimo respiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora