26 - Viktor

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Ci siamo proprio tutti. Quest'oggi, tutti i grandi leader delle più potenti organizzazioni criminali si sono radunati al Tavolo. Ci troviamo nell'immensa sala di rappresentanza dove siamo soliti riunirci quando ci troviamo nel mio territorio. Siamo nel cuore di San Pietroburgo, la "Finestra aperta sull'Europa".

Il tavolo è rotondo perché, come nella leggenda di re Artù, nessun leader è superiore ad un altro. Ovviamente all'interno di questa casta, ne troviamo una più ristretta di cui fanno parte le più potenti organizzazioni mafiose. Attualmente ne fanno parte la Mafia italiana, la Yakuza e la Bratva. Non siamo particolarmente superiori agli altri in quanto ad armamenti o soldi; la cosa che più ci caratterizza è la nostra influenza nel mondo.

Come ad ogni riunione, viene chiamato una sorta di presentatore. Quest ruolo viene ricoperto solitamente da un notaio di una delle organizzazioni. Il suo compito è introdurre la discussione e fare in modo di mantenere l'ordine affinché non degeneri la situazione.

Io ovviamente sono seduto alla destra di mio padre e dietro di me, in piedi, c'è mio fratello. Proprio di fronte a me sono seduti i membri della Yakuza e la cosa più sconvolgente è vedere Alyssa sistemata accanto a Hiroto Tanaka.

Non mi piacciono gli sguardi che si scambiano; non mi piace l'alchimia che percepisco tra di loro. Ogni scambio di occhiata mi manda in bestia. Ma a quanto pare non sono l'unico... Don Vincenzo sta fissando sua figlia con uno sguardo intenso e intimidatorio. Non ho idea di cosa succederà oggi, ma se le cose si metteranno male, sarà guerra.

«Dal momento che siamo tutti, possiamo dar inizio a questa riunione. Cedo la parola al signor Romsaiton della mafia thailandese.»

«Buonasera a tutti, signori e signore. Non avrei mai creduto di tornare ad una riunione dopo così breve tempo.» Dice con un inglese forzato. «Sono giunte alle mie orecchie notizie alquanto sconvenienti circa la situazione che si sta verificando. Credo sia ora di fare chiarezza, non credete?» Chiede a nessuno in particolare.

«Mi domando quale sia questa notizia sconvolgente che l'ha spinta ad indire una nuova riunione.» Aggiunge Don Vincenzo.

«Credo che il nostro compagno thailandese si riferisca alle recenti vicissitudini che stanno accadendo in casa vostra, Don Vincenzo.» Adesso è il colombiano a parlare.

Non mi piace l'aria che tira. Alyssa sta combinando proprio un bel casino.

Don Vincenzo non sembra cadere nel tranello.

«Non riesco a capire come quello che accade sotto il mio tetto possa interessare voi.»

«Ci interessa dal momento che sta per scatenarsi una guerra.» Continua il rappresentante del Messico questa volta.

Non ho idea di chi sia, ma so che il leader messicano è gravemente malato e avrà mandato sicuramente un portavoce. Dall'aspetto non sembra un uomo dal carattere mansueto.

«Credo sia un tantino esagerato parlare di guerra.» Dice con tutta calma Don Vincenzo. «Direi piuttosto che sono solo i capricci di una stupida ragazzina.» E adesso guarda sua figlia che non si è scomposta minimamente.

«Avrei un'altra domanda, se mi è concesso.» Adesso è il leader della Gangpeh, la mafia coreana a parlare. Vicino a lui è seduto suo figlio, mentre dietro, in piedi, c'è Kim Soo Hyun, l'uomo con il quale ho stretto un accordo.

Tutti fanno un cenno di consenso al leader coreano.

«Perché mai sua figlia è seduta tra gli uomini della Yakuza?»

Ecco, questo sarà alquanto complicato da spiegare. Guardo mio padre che fino ad ora non ha proferito parola.

«Come ho già detto prima, questa riunione non ha modo di esistere. Il comportamento di mia figlia è dettato solo dalla giovane età e dagli stupidi capricci di una mocciosa che ha paura del matrimonio. Alyssa sposerà ben presto Viktor Kozlov, figlio di Ivan Kozlov e futuro erede della Bratva. Questo sancirà definitivamente l'unione delle nostre due organizzazioni.»

Fino all'ultimo respiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora