𝓒1 | 𝓛𝓪 𝓰𝓲𝓽𝓪 | 1 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮

186 13 11
                                    

(Pdv Erika)
Le nuvole erano calme, il vento sfiorava le grandi foglie degli alberi lungo il viale e la musica classica riempiva l'abitacolo della macchina, quando papà si fermò al semaforo rosso di San Felice. Spostai lo sguardo su Angelika, l'amore della mia vita. I suoi capelli, ormai lunghi fin sotto le spalle, le cadevano morbidi lungo la schiena, mentre osservava il paesaggio fuori dal finestrino. Per quasi tutto il viaggio nessuno aveva detto nulla, ma non sapevo il motivo. Mamma e papà avevano accolto Sissi come una seconda figlia, da quando Francesco aveva deciso di sfrattarla.

Cosí, si era ritrovata da noi a condividere la stanza con me e ora non potevo fare a meno della sua presenza, perché facevamo quasi tutto insieme, dalla colazione, la doccia, i mestieri, le uscite e persino la notte dovevo sentire i nostri corpi attaccati, affinché potessi dormire davvero. Infatti, durante la scuola mi svegliavo regolarmente alle due di notte, non chiudendo più occhio fino alle sei di mattina, quando ormai mancava un'ora alla sveglia.

Le insonnie erano dovute dall'infinito flusso di pensieri che spuntavano e stilavano lunghe frasi nel mio del promemoria mentale. Spesso erano cose inutili legate al passato come le risposte a vecchie discussioni, l'odio verso me stessa rispetto alla famiglia, le paure del futuro, le ansie delle interrogazioni e, cosa peggiore di tutte, il rimuginare sul passato.

Quel maledetto agglomerato di ricordi che mi ostacolava l'esistenza, quella cosa che non mi lasciava vivere il presente, mi strappava dal futuro e mi faceva sentire inadeguata davanti al mio riflesso allo specchio. Era una situazione complessa, un labirinto senza uscita e un continuo sbattere la testa contro un muro. Solo Angelika riusciva a placare la mia testa, siccome la sua vicinanza mi dava sicurezza, quella che a me era sempre mancata.

Dalla mia infanzia poche poche mi avevano calmato, portandomi sicura tra le braccia del sonno, ma quelle certezze le avevo perse grazie alla nonna. Non era Anna, ma l'altra vipera. Con le sue dolci parole alle elementari l'illusione della bella famigliola felice si era sgretolata tra le dita, lasciandomi cicatrici che ancora oggi fanno male al solo pensiero.

Sissi cercava di guarirle, ma davvero sarebbero scomparse del tutto, oppure sarebbero tornate nei momenti duri?

Tuttavia, il meraviglioso sorriso della mia ragazza mi riportó con i piedi nel presente. Nel qui e ora, che era la cosa più importante, nonché l'unica certezza e garanzia delle certezze. Dall'altra parte stavamo affrontando un cambiamento significativo per entrambe: l'università e un imminente trasferimento a Brunico. Giá, ero entrata nell'età adulta, momento in cui avrei dovuto camminare con le mie gambe, fare tutto da sola ed essere finalmente libera nelle scelte del futuro. Certo, non era semplice, ma tanto meno complicato.

Stavo andando verso una strada a senso unico, siccome la mia testardaggine a proseguire dritta era una delle poche qualità che davvero apprezzavo. Infatti, sebbene tutti i parenti fossero contrari alle mie scelte e ad Angelika stessa, niente mi bloccava, perché sceglievo per me. C'era poco da fare: appena mi fidavo di qualcuno, quella stessa persona mi feriva. Un esempio era la situazione con Giulietta o lo stesso tradimento di Sissi.

Certo, non erano state facili da accettare, ma tutti meritavano una seconda opportunità. Bisognava dare il beneficio del dubbio alle persone, perché gli errori facevano lo sgambetto appena si voltava un nuovo angolo. Eppure, sempre le medesime ricadevano in banalità uguali a prima, perché non imparavano dal passato. Per questo finivano nel cestino del dimenticatoio, avevano preferito riprovarci senza prima essersi guardati allo specchio.

Era forse un ragionamento sbagliato?
Oppure, era troppo maturo?

Sí, avevo 19 anni, compiuti a Marzo, ero una giovane adulta, una ragazzina agli occhi dei grandi, un mito per i piccoli e una coetanea davanti ai vecchi compagni di classe. Non avevo niente di speciale, ma ognuno aveva da raccontare la sua storia, bella o brutta che fosse. Tutti avevano il diritto di seguire determinati pensieri e mettere in pratica certe riflessioni. Quindi, anche io avevo le mie...

Blaue Blume - Il prezzo dell'amore (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora