𝓒8 | 𝓤𝓷𝓲𝓫𝔃 | 1 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮

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(Erika)

I ricordi di quella notte selvaggia mi riempivano la mente e scacciavano i vecchi pensieri della mia famiglia. A tal proposito dovevo scendere a controllare che mi fossero arrivati gli ultimi libri. Mamma me li aveva spediti qualche giorno fa con le poste. Mi rigirai nel letto, era strano che riuscissi a dormire, ma la presenza di Angelika mi faceva stare meglio. Oggi c'era in programma un'altra cosa: l'università. Mi sarei dovuta presentare alle otto per l'inizio delle lezioni. Forse era anche per questo che avevo dormito a singhiozzi... L'ansia, un dannato animaletto, s'era insidiato nelle profondità del mio cuore, continuando a punzecchiarlo.

Lo sentivo ansimare nel petto e il rumore delle sue gambette rimbombava nelle orecchie. Mi rigirai di nuovo verso Angelika, sapevo che ormai ero sveglia, però guardarla dissolveva ogni tensione. Sorrisi, mentre i miei occhi si concentrarono su di lei: la pelle candida, il silenzio dei suoi respiri, i capelli ribelli sparsi sul cuscino, la fronte appena segnata dalle rughe del pensatore e il ritmo lento del suo petto che si abbassava e alzava. Mi concentrai lì, sulla collana legata al suo collo. Quel fiore blu brillava appena sotto la luce del mattino. L'osservai per molto, fino a quando non sentii le palpebre farsi pesanti.

La vibrazione della sveglia di Sissi mi fece ripiombare con i piedi nella realtà. Aprii gli occhi contro voglia, non volevo alzarmi, volevo dormire qualche ora in più. Invece Angelika si stiracchiò, allungò una mano nella mia direzione e mi accarezzò una guancia. La guardai fermandomi sul suo sorriso, mi appoggiai al suo tocco caldo. Mi avvicinai e incrociai le sue labbra in un breve bacio, sufficiente a ridarmi le energie necessarie per affrontare la giornata.                                      

-Buongiorno...-.

La voce assonnata di Sissi mi fece sorridere, mentre mi alzai.

-Buondì...-.

Neanche io ero messa meglio con la mia da vecchietta. Angelika si mise supina, fece un sospiro e fece come me. Abbandonai il letto andando in bagno.

Lì mi accomodai sulla tazza fredda, feci pipì e aprii il rubinetto del lavandino sull'acqua calda. Solo dopo essermi lavata la faccia, il mio cervello avrebbe funzionato nel modo corretto. Mi alzai dal wc, mi tirai indietro i capelli con un mollettone e mi lavai il viso con detergente e acqua. Il calore diede una botta di vita alle mie guance color rosso fuoco, quando mi specchiai. Presi una salvietta, mi asciugai e applicai sulla pelle la crema idratante. A causa dell'ambiente più freddo a Brunico, avevo cominciato a screpolarmi prima del solito. A Bergamo mi succedeva verso fine novembre, qui giusto all'inizio di ottobre.

Oggi era il primo di ottobre, era un anno da quando mia nonna Anna se ne era andata. Era scomparsa tra le braccia della morte. Pensandoci sarebbe stata fiera di me: mi ero svincolata dalla famiglia, avevo cominciato una vita mia ed ero pure fidanzata. Angelika l'avrebbe adorata, soprattutto dal punto di vista del cibo. Eravamo entrambe delle buone forchette e la nonna mi aveva trasmesso la passione per la cucina. Era grazie a lei, se sapevo cucinare i veri cansoncelli bergamaschi! Li avevo preparati in poche occasioni, ma non sarebbe stato male uscire a cena questa sera per ricordarla.

Ne avrei parlato con Angelika, e avrei chiamato papà per sapere come stava. Sentivo spesso la mamma, ma lui di rado a causa del lavoro. Passa troppo tempo in ufficio e i nostri orari non concidono. Forse oggi avrebbe avuto almeno due minuti... Incrociai delle dita immaginarie nella mia mente, mentre uscii dal bagno. Incrociai Angelika in ciabatte e con addosso una mia maglietta larga. Mi sorrise, mi passò accanto e chiuse la porta. Scossi la testa, sebbene mi avesse guardato in modo provocante.

In cucina preparai il bollitore d'acqua calda per il tè, apparecchiai la tavola con delle tovagliette e diedi un'occhiata al mio zaino dietro al divano. L'avevo lasciato lì, affinché non me ne dimenticassi. Dentro c'era il necessario: quaderni, libri, astuccio, penne, agenda, caricabatterie, cellulare, ombrello, inseparabile amico d'avventure dalle superiori, e il portafoglio. Avrei mangiato in mensa oggi, ero curiosa di vedere come funzionasse. Il primo giorno sarei andata volentieri da sola, ma Angelika aveva insistito di accompagnarmi e venirmi a prendere alle tre, orario di fine lezione. Oggi era il suo giorno libero, il venerdì. La fortuna era che aveva attaccato tutto il weekend, siccome le elementari facevano dal lunedì fino a prima del fine settimana. Ottima idea, preferivo averla a casa tre giorni consecutivi piuttosto che alternati.

Blaue Blume - Il prezzo dell'amore (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora