𝓒12 | 2 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮

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(Angelika) Il mio cellulare vibrò sulla cattedra. Lo schermo s'accese, nello stesso istante in cui Gerhard ci passò davanti. Oggi era il primo giorno del nostro progetto, i bambini avevano recepito la notizia con grande entusiasmo. Ero felice che avrebbero apprezzato quanto avremmo fatto da qui alla fine dell'anno.

La lezione era cominciata con una breve presentazione di Gerhard ai bambini. Avevo scoperto che aveva già seguito alcune classi qui a scuola, ma solo un paio di alunni si ricordavano di lui. Forse anche in maniera vaga, i bambini erano abituati a vedere facce nuove ogni anno. Gli insegnanti giravano di scuola in scuola, partecipavano a diversi concorsi e dovevano sforzarsi di spostarsi da una parte all'altra dell'Italia, come era successo a me.

In questo caso per necessità. Non avrei sopportato una relazione a distanza con Erika, sapevo sarebbe finito tutto a scatafascio, soprattutto con gli orari dell'università e i miei impegni di lavoro era difficile trovare un terreno comune. Vivere insieme era l'unica soluzione, almeno stare sotto lo stesso tetto teneva viva la fiamma.

Scattai verso la cattedra, quando il mio collega abbassò lo sguardo. Non so se lo fece per curiosità o altro, ma volevo evitare che ficcasse il naso nella mia vita privata, anche se io l'avevo fatto con la sua. In quel preciso istante, i nostri sguardi s'incrociarono e mi sentii disarmata. Quel blu sfumato mi ricordò la tranquillità del mare.

Lo distolsi, mi sentivo una stupida. Piantala e fai la seria, pensai girando il cellulare. Gerhard cominciò a scrivere qualcosa sulla lavagna, guardai: un piccolo brainstorming. Questo c'avrebbe aiutato a capire cosa volevano fare i bambini nel progetto. Mi scostai accanto alla lavagna digitale, un bambini alzò la mano.

-Andrea, dimmi pure-.                                    

Mi meravigliai di come Gerhard si ricordasse già della maggior parte dei bambini, sebbene gli avesse fatto mettere un biglietto con nome e cognome.

-Facciamo dei disegni!-.

Annuii, mentre l'altro scrisse sulla lavagna.

-Magari dei disegni dove usiamo foglie secche?-. Il bambino mi fissò un attimo, diede un'occhiata agli altri compagni. -Perché, se raccogliamo i fiori, o tagliamo i rametti alle piante, facciamo del male alla natura-.

-Esatto, e il nostro scopo è proteggerla, non farle del male-.

Gerhard venne in mio soccorso. Tenni lo sguardo fisso sul bambino che sembrò più convinto di prima.

-Sì!-. Si sedette contento al posto. -Quando cadono le foglie fuori, le raccogliamo e le incolliamo sui fogli!-.

-Ottimo, ottima idea, Andrea!-.

Gli sorrisi e per un momento vidi i suoi occhi pieni d'orgoglio. I bambini s'entusiasmavano con poco. E' una delle cose più belle avere un animo così semplice, pensai, incrociando le braccia sul petto. Il mio sguardo seguì i movimenti del braccio del mio collega sulla lavagna: erano delicati, lenti e precisi. Ogni lettera scritta sullo schermo era chiara e perfetta.

La sua testa si girò ancora verso la classe, questa volta una ciocca di capelli scuri gli scivolò sulla fronte. La scostò piano dietro l'orecchio, mentre indicò una bambina che aveva la mano alzata. Mi voltai e sorrisi nel vedere che quasi tutti volevano dire qualcosa.

Questo progetto avrebbe fatto faville, ne ero sicura. L'entusiasmo della classe era una marcia in più verso il successo, almeno avrei guadagnato qualche punto a mio favore con Johanna e chissà, magari pure gli altri colleghi m'avrebbero visto di buon occhio.

Appena lo schema alla lavagna fu pieno di idee, la campanella dell'intervallo suonò.

-L'ora è proprio volata bambini, bravi!-.

Blaue Blume - Il prezzo dell'amore (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora