𝓒12 | 𝓒𝓱𝓲𝓪𝓻𝓲𝓶𝓮𝓷𝓽𝓲 | 1 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮

30 4 0
                                    

(Erika)
Osservai il calendario del cellulare: giovedì 4 novembre. La data del mio primo esame. Avrei dovuto presentare un progetto multidisciplinare riguardo il corso di Warm-up. Il superamento dell'esame m'avrebbe permesso di proseguire gli studi di storia d'arte contemporanea.

M'intrigava come argomento, ma prima dovevo passare il "corso di benvenuto", come l'aveva chiamato la Grammer questa mattina. Lei c'aveva dato una panoramica generale sulla metodologia base della pratica artistica. Nome complesso per dire che stavamo apprendendo le basi per il lato pratico dell'arte.

La maggior parte degli studenti nella mia classe seguiva a pezzi la lezione: un paio giocavano al pc, altri chiacchieravano sottovoce e i rimanenti, nonché io, Luca, Trudy e due ragazze, seguivamo tutto. Non che trovassi ogni singola parola interessante, però volevo capire a cosa sarei andata incontro in questi anni. Poi sarebbe stato difficile, se mi fossi persa qualcosa. Il pensiero che i miei mi stessero pagando l'università dei miei sogni, mi spronava ad allontanare la distrazione.

La campanella della pausa pranzo sovrastò la voce rauca della Grammer, intenta a cambiare la slide del powerpoint.

-Finiremo la prossima lezione di vedere le differenti tipologie di pennelli-. L'enorme sciarpa bianca e rosa, intorno al suo collo, sembrava stesse per strozzarla. -Siete adulti. Non obbligatemi a ricordarvi di essere preparati-.

Luca le diede una rapida occhiata, mentre mise via il portatile nello zaino. Quasi tutti avevano un pc o un tablet, invece io usavo ancora carta e penna. Venivo dalla povera provincia, dove la tecnologia era solo un vago pensiero davanti alla necessità dei libri cartacei. Qui all'università c'erano, ma i professori preferivano quelli elettronici. E pensare che i miei s'erano tirati matti per trovarli al miglior prezzo...

-Ogni volta è una rottura-.

Il mio compagno di banco mi guardò storto.

-Se ti sentisse!-.

-No-. Gli sorrisi. -Siamo infondo all'aula-.

Luca sembrò rilassarsi un momento.

In questi giorni avevamo cominciato a parlare. M'aveva raccontato dei suoi viaggi in America, Norvegia, Olanda e Gran Bretagna. Axel lo accompagnava ovunque. La considerava una sorella. Avrei voluto anch'io viaggiare così tanto con Angelika, ma dovevamo rimanere con i piedi per terra. Anzi, dovevamo ancora chiarire la storia della smorfia. Non avevo trovato il tempo e tanto meno il coraggio di fare il primo passo. D'altronde Sissi si comportava come se non fosse successo nulla, sebbene lo vedessi dai suoi occhi che celava qualcosa.

Per quanto banale potesse essere, volevo sentirla. Avevo una terribile sensazione che mi perseguitava da giorni, era come un gufo appollaiato sulla mia spalla. Non se ne sarebbe andato, dovevamo parlare. Oggi ero sicura di fare quel passo, c'avevo rimuginato sopra buona parte della notte, mentre Angelika dormiva beata contro il mio corpo.

Lei era l'unica ad essermi così vicina, poteva sfiorare il mio cuore con un dito. Lo faceva suonare, tremare e piangere a suo piacimento. Dipendevo da lei ormai, e volevo che questa dipendenza fosse pura, basata sulla verità. La menzogna la lasciavo alle "coppie di facciata", quelle persone che stavano insieme solo per paura di stare da sole, abbandonate al loro destino. Se s'aveva paura di stare con se stessi, era impossibile riuscire ad amare qualcuno. Questo era il mio pensiero.

Quando Luca s'alzò dalla sedia, prese la cartella e si mise la giacca sottobraccio. Finii di sistemare l'ultimo quaderno dentro il mio mini zainetto, cercai Trudy tra gli altri studenti. La vidi camminare seria verso l'uscita, evitò tutti senza picchiargli dentro e scomparve dietro la porta. La Grammer alzò lo sguardo verso di me, distolsi il mio portandolo a Luca. Quel giorno era vestito come lunedì, ma aveva scelto delle tonalità più chiare: pantaloni beige e maglione bianco scollato a V.

Blaue Blume - Il prezzo dell'amore (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora