𝓒6 | 2 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮

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(Angelika)
Mi truccavo in bagno: un po' di eyeliner sugli occhi, un tocco di fondotinta e un rossetto dalla colorazione leggera color pesca. La giornata era iniziata nel migliore dei modi... Erika che mi preparava la colazione, veniva a letto e mi coccolava. Avrei voluto farla sentire meglio, dopo la storia della sua famiglia, il mio cuore si stringeva a vederla così: vacillare tra uno stato di felicità e tristezza.

Era perseguitata dai pensieri che soffocavano il sonno. Le stavo vicina, la consolavo e la risollevavo da quello stato d'animo. Non meritava di stare male per quelle persone, doveva vivere la sua vita, evitare d'inciampare nel passato. Ma era successo... Avevo letto cosa aveva scritto sul mio pc, e le sue parole mi avevano colpito. Per fortuna non ha messo il casino con sua zia, pensai, tirandomi indietro i capelli. Spensi la luce dello specchio e uscii dal bagno. Erika era seduta sul divano in salotto, leggeva un libro.

Mi avvicinai dando un'occhiata all'orologio sulla parete: le 7.40. Dovevo andare, sebbene volessi rimanere con lei. Lottai contro quell'irrefrenabile voglia, quel desiderio che ormai tenevo assopito da quasi un mese. Ancora un giorno, pensai, sedendomi accanto alla mia ragazza. I suoi occhi verdi, stanchi e assonnati, si fissarono nei miei riposati.

-Vai?-.
Annuii dandole un bacio sulla guancia. Le accarezzai una guancia e mi alzai.
-Mi mancherai...-.
-Anche tu, ma sarà solo fino alle 14.00. Oggi giornata corta-.
-Ok, divertiti con quelle bestioline-.

Mi sfuggì una piccola risata.

-Bambini, sono bambini, Eri-.
-Lo so, volevo solo vederti ridere-.
Mi resi conto della sua voce spenta, che sforzava di rendere la solita dal tono dolce.
-Riposati un po', d'accordo?-.
Annuii, mentre mi diressi verso l'ingresso, presi la borsa per i manici e feci per uscire, dando un'ultima occhiata a Erika, prima che la porta si chiudesse. Scesi i due piani di scale, arrivai all'ingresso, premetti il tasto per aprire il portone e uscii, sentendo l'aria fredda punzecchiarmi la faccia. Appena varcai la soglia, chiusi la porta incamminandomi lungo la stradina.

Nel vicolo regnava ancora il silenzio, solo di tanto in tanto incontrai alcune persone, in particolare salutai con un cenno quelle che aprivano le serrande dei negozi. Alzai lo sguardo all'orizzonte: le montagne verdi invecchiavano sotto il tormento dell'autunno e il cielo era pallido, sebbene ci fosse il sole, infastidito da qualche nuvoletta bianca. Da ottobre sarebbero cominciate le prime nevicate, una leggera spolverata come lo zucchero a velo sulle torte.

Forse quest'anno sarei andata con Erika a sciare, o comunque un weekend da qualche parte potevamo farlo. Per il Natale non so cosa sarebbe successo, se saremmo ritornate a Bergamo, oppure saremmo rimaste a Brunico. Mi allettava di più la seconda opzione, almeno eravamo tranquille, lontane dai tormenti famigliari. Mamma e Papà li chiamavo circa una volta ogni due giorni, gli raccontavo della scuola e poco della mia vita privata.

Blaue Blume - Il prezzo dell'amore (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora