𝓒10 | 2 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮

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"Ciao, Erika. Scusa se ti scrivo così senza neanche averti avvisato. Volevo scusarmi per il comportamento di Axel. Ha esagerato, ma non le ho detto niente. Perdonami se ti ha parlato in quel modo, non è il tipo. Anzi è piuttosto socievole e ti chiedo di darle una seconda opportunità. Comunque grazie della compagnia oggi, anche se non ti ho più vista".
Sospirai.

-Non è il tipo...-. Scossi la testa ripensando a Axel. -Può scordarsi che le rivolgerò la parola-.

"Ehi, Luca. Tranquillo, nessun problema. Grazie anche a te della compagnia. Sono tornata a casa per un'urgenza con il postino. Voleva a tutti i costi la firma per consegnare un pacco...".

Spensi il cellulare, lo lasciai cadere sopra il piumone, mentre sentii Angelika chiudere il rubinetto della cucina. Venne in camera, mi guardò e si mise accanto a me. I nostri sguardi s'incrociarono: quell'immenso blu m'avvolse in un abbraccio accarezzando il mio cuore agitato. Gli occhi di Angelika mi facevano lo stesso effetto anche a distanza di mesi. Con lei ero nuda, vulnerabile al vento e alle peggiori tempeste, però ero protetta dal calore del suo corpo vicino al mio. Eravamo sulla stessa barca, avevamo intrapreso un viaggio difficile, dalla destinazione ignota.

L'unica certezza era che potevamo contare una sull'altra davanti alla grandezza di quel mondo crudele. I problemi non tardavano a bussare alla porta, le paure s'insidiavano come ombre negli specchi e le paranoie erano lame che accarezzavano la pelle. Nonostante tutto, volevo che Sissi rimanesse, che fosse stata anche l'ultima spiaggia, o l'ultima speranza, avevo un disperato bisogno di lei, delle sue dita intrecciate alle mie, dei suoi sospiri la notte, delle sue parole, della sua presenza... Volevo lei.

La mia piccola guerriera, quella che m'aveva scelto e mi proteggeva dalle insidie del passato. Quella che era l'unica certezza durante la giornata e quella che mi faceva sentire a casa, anche quando la mia vera casa era dalla parte opposta delle montagne. Era una sensazione difficile da spiegare, ma una volta che trovavi la tua persona, ovunque lei andasse, la sentivi lì accanto a te.

-Erika, scusami se tiro fuori ancora l'argomento...-.

Angelika distolse lo sguardo per pochi secondi. Le sue mani scivolarono nelle mie, le strinsero forte, mentre le guardai avvinghiarsi disperate sulle dita. Le unghie curate erano in netto contrasto con le mie mangiucchiate. Sebbene andasse tutto storto, Sissi trovava il tempo di prendersi cura di sé. Io no.

-Siamo piombate in questa realtà dall'oggi al domani. Hai cominciato l'università e allo stesso tempo ti sei dovuta lasciare alle spalle un peso. Le persone a te più vicine ti hanno ferita buttandoti via-.

I miei occhi si fissarono sulla bocca semiaperta di Sissi: vidi i denti bianchi e la lingua inumidire le labbra. Avrei voluto baciarla...

-Non hai potuto tirare fuori il dolore. L'hai solo messo per iscritto, il resto l'hai accumulato in un angolo. E con il passare del tempo questo ti logora-. Angelika tornó a guardarmi abbozzando un sorriso. -Non devi sentirti di tenere tutto nascosto alla luce del sole. Io ci sono, puoi parlarmene...-.

-Ang...-.

Sissi mise un dito sopra la mia bocca.

-No, lasciarmi parlare-. Annuii e il suo dito scivoló lungo il mio mento, ritornando sopra le mani. -Hai sofferto così tanto, e ora che ti sei guadagnata la libertà, meriti di vivere. Sopravvivere non ha più senso. Io sono qui per aiutarti. Poco importa se abbiamo già altri mille problemi. Ne affronteremo uno per uno, un passo alla volta. Insieme-.

Sentii gli occhi bruciare. Stavo per piangere...

-E questo mondo che abbiamo oggi è per noi, non per loro. Siamo qui per noi, per essere felici senza il tormento del passato. Loro ci hanno solo fatto male, ci hanno ferito, ma non abbiamo mollato. Tu non hai mollato. E so che non lo farai, perché, anche se stai male, hai la forza d'affrontare l'incertezza del futuro. Non sei sola, ci sono io. E ti amo, ti amo con tutta me stessa. Ti puoi appoggiare a me per qualunque cosa-.

Qualcosa di caldo cominció a scendere lungo le guance. Mi sentii lo stomaco leggero, e la testa iniziò a girare. Mi focalizzai sul centro del mio universo: Angelika. Mi avvicinai piano alle sue labbra, vi appoggiai le mie e la baciai. Un bacio diverso dai soliti. Fu lungo e intenso, le nostre lingue si stuzzicarono un attimo, mentre Sissi portò la sua mano sulla mia guancia. La delicatezza delle dita risveglió in me il desiderio di volerla più vicina a me. Volevo che tornassimo a quella notte del nostro anniversario. Ma ci separammo.

Angelika mi asciugó l'ultima lacrima con il pollice, mentre chiuse gli occhi appoggiando la fronte contro la mia. Rimanemmo così qualche minuto, sommerse dal silenzio della stanza. Di tanto in tanto sentimmo alcune voci dalla strada soffocate dal passaggio delle biciclette sul ciottolato.

Il suono dell'arrivo di una nuova notifica sul mio cellulare mi strappó dalla piacevole quiete. Angelika sospiró dando un'occhiata al piumone del letto. Allungai una mano, presi il telefono e trovai un messaggio da parte di Luca.

"Ah ok, pensavo te ne fossi andata per Axel... Comunque se hai bisogno, scrivimi pure. Ci vediamo domani e spero che le cose andranno meglio in futuro".

Abbozzai un sorriso, mentre tirai su con il naso. Sissi appoggió la testa sulla mia spalla.

-Perché non gli hai detto la verità?-.

-Perché è la sua migliore amica. Lui è stato l'unico con cui sono riuscita a parlare oggi. Non voglio bruciarmi l'occasione di trovarmi dei nuovi amici-.

-Capisco-. Ci fu silenzio. -A che ora vai al Caipi?-.

Ecco una cosa tipica di Angelika: cambiare argomento quando mi chiudevo all'improvviso. Bastava poco affinché la conversazione crollasse, soprattutto nel momento in cui non volevo che le mie ragioni venissero messe in discussione. Sarebbe potuto succedere, però c'era poco da dire: conoscevo Luca da neanche un giorno, sapevo il minimo e volevo farmi un'idea più accurata prima che potessi decidere, se ne valesse o meno la pena, di parlare di Axel. Dall'altra parte non ero nessuno, ero solo una compagna di corso. La mia opinione aveva poco valore agli occhi di uno sconosciuto.

-Verso le quattro scendo-.

Angelika mi tolse di mano il cellulare, lo lasció cadere sul piumone. Le sue dita accarezzarono la mia pelle secca, scesero lungo il polso, passarono sopra i vestiti e si adagiarono sulla mia guancia. Mi obbligó a guardarla. I nostri occhi s'attirarono come calamite. Sissi si spostó dalla spalla al mio collo baciandolo piano. Sentii il calore delle labbra stuzzicarmi nel mio punto debole, mentre scostai le testa di lato per lasciarla fare. Chiusi gli occhi qualche secondo, il desiderio tornó a bruciare nel cuore.

Allungai una mano, esploderai le forme del corpo di Angelika intrappolate dai vestiti. Mi soffermai sul braccio, appena sotto la spalla. Sissi si separó, notai i suoi occhi bruciare di qualcosa che solo avevo la fortuna di avere. Tutte le persone credevano che fosse così rigida, precisa è fissata con le regole, però con me era l'opposto: selvaggia, violenta e passionale. La logica scappava all'arrivo dei sentimenti. Angelika perdeva il controllo, s'apriva mostrandomi la sua vera natura. Volevo che anche oggi me la lasciasse accarezzare.

-Fammi tua-.

Il mio cuore balzó nel petto, mentre lasciai che il desiderio mi travolgesse.

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