𝓒20 | 2 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮

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(Erika)

Il cielo iniziava a scurirsi, a farsi pesante sotto l'imminente arrivo dell'oscurità, dove tutto cadeva preda del sonno. Nella mia fuga mi ero fermata nella piazzola di un boschetto chissà dove, avevo spento l'auto e m'ero lasciata andare in un pianto disperato. Il dolore m'aveva divorato le membra che erano rimaste intatte per metà. Non era facile accettare una simile realtà: la diversità. Angelika voleva una cosa, io un'altra. Perché eravamo insieme? Come mai ci ostinavamo a cucire un filo già rotto da tempo? Sarebbe davvero finita così?

Scossi la testa, mentre scesi rapida dalla macchina. Nessuno doveva vedere lo stato in cui ero ridotta, nemmeno le mie amiche. Pure Luca mi aveva chiamato al telefono diverse volte. Avevo spento il cellulare, ero diventata invisibile al mondo per qualche ora. Non avrebbe fatto alcuna differenza se fossi sparita, però non era il caso di fare cretinate. Era già successo, non aveva prodotto nulla di buono... Ora come ora ero salva. Il caos che m'aveva provocato Luca s'era placato un pochino, ma le sue parole si ripetevano in loop nel mio cervello bacato. Era più forte di me, potevo farci poco.

Una volta varcato l'ingresso del condominio, mi ritrovai a salire i gradini due a due. Le mie mani s'aggrappavano con violenza al corrimano attaccato al muro, mentre il suono secco del metallo si confondeva nella tromba delle scale. Adesso avevo fretta di ritornare nell'unico posto rimasto sicuro: l'appartamento, la tana dell'amore di me e Angelika. Cancellai il pensiero, non era il momento...

I miei piedi erano mattoni, sbattevano e si scheggiavano sui singoli gradini che sembravano infiniti. Corsi, corsi e corsi. Non mi fermai, sebbene il cuore stesse per esplodere dalla stanchezza. I battiti s'amplificavano nelle orecchie in un suono sordo al mondo. Raggiunsi il mio piano, mi fiondai sulla porta e abbassai la maniglia. Con mia enorme sorpresa la trovai aperta e i miei occhi caddero su una figura tanto familiare, quanto dimenticata.

Angelika, Angelika era a casa! Lo stupore contrastò per poco l'uragano che mi distruggeva già da questa mattina. Perché era a casa? Perché ora?! No, no! Tenni la mano salda alla maniglia, mentre lo sguardo ghiacciato si posò nel mio. Venni spogliata di ogni cosa, tornai inerme. Non avevo armi con cui combattere, solo un misero cuore morente.

-Angelika...-.

La mia voce era debole, soffocata dal fiatone.

-Erika?-. La sua era dolce, preoccupata. M'era mancata così tanto... -Perché quella faccia?-.

Indossava gli stessi vestiti di quel giorno. Che fosse dannato! Sembrava ancora più bella, anche a distanza di pochi giorni. Era una dea scesa in terra, era lì per salvarmi. Ancora...

-Lei cerca una stabilità...-.

Le parole di Luca mi strapparono dalle braccia di quella breve illusione. Non era qui per me, era chiaro. Dovevamo mettere un punto a questa storia. Io andavo in una direzione, lei nell'altra. Vuole un matrimonio, una famiglia, pensai, dei figli che non posso darle. Avevo un misero amore da donarle che mai avrebbe colmato un simile divario...

-Erika cosa ti prende?-.

S'avvicinò rapida, fece per stringermi a sé. La respinsi. Rimanemmo a distanza di neanche un metro. Avrei voluto baciarla fino a perdere il respiro, però non potevo. Non eravamo fatte per stare insieme.

-No! Non...-. La guardai con le lacrime agli occhi. -Non avvicinarti-.

Ah, quando avrei voluto che m'ignorasse!

Fece un passo.

-Non lascerò che finisca come l'ultima volta-. Le sue mani cercarono le mie. Indietreggiai. -Perché fai così?-.

Un nodo di parole mi bloccò la gola.

-Pensi che sia ancora arrabbiata?-. Rimase immobile. Distante anni luce nella nostra vicinanza. -Non lo sono, anzi ho riflettuto e ho capito!-.

Blaue Blume - Il prezzo dell'amore (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora