𝓒17 | 3 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮

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(Angelika)

L'enorme portone bianco del condominio di Megan si palesò davanti ai miei occhi. Sfiorai il batacchio dorato accanto al campanello con tutti i cognomi degli altri condominiali. Trovai quello della mia migliore amica, lo premetti e attesi che mi aprisse. Uno strano suono sbloccò una piccola porticina dentro al portone. 

Vi appoggiai sopra la mano, il legno liscio scivolò contro le mie dita lasciandomi entrare nell'enorme porticato interno. Un giardino ben curato era circondato da un colonnato sovrastato dalle ampie finestre degli appartamenti. Mi sembrò d'essere tornata nel diciassettesimo secolo, mancavano soltanto le dame, i gentiluomini e le carrozze trainate da bellissimi cavalli. Il mio breve sogno fu interrotto dallo scatto di una seconda porticina. 

Mi avvicinai, entrai e mi trovai davanti una serie di scale a chiocciola in marmo bianco delimitate da una parete color tortora. L'appartamento di Megan era al secondo piano, potevo farcela. Se volevo, c'era anche un ascensore al circolare nel mezzo delle scale. L'avevo usato una volta, quella m'era bastata. Ero rimasta chiusa dentro a causa di un guasto elettrico. Era vecchio, ma nessuno sembrava darci tanto peso. 

Forse i condominiali preferiscono usare le scale, pensai affrontando il primo gradino di una lunga serie. Tenni stretta a me il trolley rosa, sostenendolo con una manetta. Non lo feci sbattere come tempo addietro, aveva già sofferto abbastanza.

Qualche minuto più tardi raggiunsi il secondo piano. Ogni appartamento occupava quasi un piano intero, o almeno quello di Meg era piuttosto spazioso. Bussai alla porta. Era di legno bianco e al centro aveva lo spioncino affiancato da una targhetta.

-Morel-.

Nella mia testa la mia voce riecheggiò, mentre la porta si aprì. Dietro alla sobrietà architettonica dell'intero palazzo, emerse la mia migliore amica con addosso un pigiama peloso. L'enorme faccione di Mickey Mouse fu la prima cosa che vidi. Un sorriso contagioso dopo la terribile tempesta del giorno appena trascorso. 

Meg mi strinse in un forte abbraccio. Mi sentii soffocare! I miei polmoni bramavano aria fresca, non appena il profumo dolce della mia amica mi riempì le narici. Rimanemmo abbracciate un po', quanto bastò a placare il dolore causato dal litigio.

-Ce ne hai messo di tempo da quell'autogrill a Sarnico-. Meg si separò sistemandosi una ciocca di capelli ribelli dietro le orecchie. Durò poco e tornò a sparare verso il soffitto. -Spero che la mia notte insonne porti con sé qualcosa per colmare la fame-.

I suoi occhioni scuri mi scrutarono da cima a fondo diverse volte. Le porsi la borsina dove c'erano i suoi biscotti preferiti.

-Oh sì, sì-. Appoggiai il trolley a terra. -Spero che questi possano ripagare...-.

Megan s'illuminò come un albero di Natale, afferrò la confezione, la studiò in modo attento. Mi guardò, allargò il sorriso e si scostò contro lo stipite.

-Dai, entra-.

Mi fece segno di seguirla. Lo feci e, una volta dentro, chiuse la porta.

L'interno dell'appartamento non era cambiato dall'ultima volta che ero stata lì. La festa a sorpresa di Marco, un evento da dimenticare. Portai lo sguardo alla mia amica che si sedette a gambe incrociate sul divano di pelle chiara. Eravamo nel salotto. 

Accanto c'era la porta per la cucina, dallo stile moderno. Dietro al divano c'era un tavolo lungo, a cui potevano sedere ben dieci persone. A lato c'era un'ampia portafinestra con la famosa terrazza che dava la vista sul lago d'Iseo. 

Invece, accanto a me, poco più infondo, c'era un corridoio. Lì si trovavano il bagno, la camera di Meg, altre due stanze e uno studio ampio. Prima ci viveva con i genitori, ora per via dell'università aveva preso lei l'intera casa. 

Blaue Blume - Il prezzo dell'amore (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora