𝓒19 | 2 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮

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(Erika)

Il vento gelido, un lieve profumo di brioche appena sfornate e il silenzio della strada furono le prime cose che m'avvolsero, non appena varcai il portone di casa. Quello si chiuse alle mie spalle, scattò un clack secco che rimbombò tra le pareti della minuscola arcata. La solitudine si sentiva anche tra le mura, m'avrebbe seguita come un'ombra fino all'arrivo di Angelika. Poteva essere oggi, come domani, o dopodomani.

Dentro di me c'era un countdown che si resettava ogni giorno, non c'era una vera e propria fine. Mi sentivo persa davanti a quello zero così lontano e vicino allo stesso tempo. Avrei potuto voltare l'angolo ritrovandomi l'amore sotto il naso, oppure m'avrebbe colto di sorpresa un giorno qualsiasi, proprio davanti alla porta dell'appartamento.

M'immaginai Angelika, la valigia in mano, lo sguardo sorridente, i soliti capelli dietro le orecchie e le sue labbra piatte, tormentate dall'indecisione di baciarmi. Come avrei reagito? L'avrei accolta a braccia aperte, o sarei rimasta paralizzata? Chissà, pensai.

Però stavo solo rivolgendo la mente al futuro, avevo trovato l'ennesima via per eludere la realtà. Il Qui e Ora era risolvere il mio dannato "errore". Volevo davvero andare oltre, ritornare ad essere felice senza il tormento del passato. La mia relazione non meritava l'influenza di azioni successe mesi fa, anzi doveva concentrarsi su questa realtà: un nuovo capitolo della mia, meglio nostra vita insieme.

Avevo scelto Angelika, l'unica persona che avrei voluto avere accanto nei prossimi anni. Mi capiva davvero, comprendeva il mio stato d'animo a volte troppo confuso anche per la mia ragione. Lei con uno sguardo vedeva e leggeva i miei occhi tormentati, mi confortava, mi teneva stretta a sé fino a quando la tormenta non si sarebbe placata. Oggi ero persa dentro questo uragano, ma ero sola. Era colpa mia questo allontanamento improvviso.

-E' necessario, affinché entrambe possiate ragionare sulle vostre azioni-. Mi ricordai il messaggio di Giulietta di domenica. -Se state insieme, non ci sarà il tempo di pensare a voi stesse. L'amore vi renderebbe cieche e la situazione rimarrebbe invariata-.

Aveva ragione, dovevo riflettere da sola. Presi i miei pensieri e li ficcai in una stretta ampolla nella mia mente. Ci avrei pensato, quando avrei rivisto Angelika. Non dovevo pensare a quanto tempo mancava, bensì sulla distanza a separarci. Avevo bisogno di ragionare sul mio passato e, appena avrei capito, avrei potuto attendere Angelika.

In cuor mio sapevo che lei stava riflettendo sulle sue azioni, mentre io riflettevo sulle sue, non davo spazio alle mie. Per questo era fondamentale un giudizio oggettivo, una persona priva di qualsiasi influenza. Luca era quello perfetto. Non conosceva quasi niente delle dinamiche tra me e Angelika, soprattutto quanto successo lo scorso anno.

Appoggiai una mano sopra la cassetta della posta sentendo il metallo freddo pungermi la pelle tiepida. Controllai la posta, non trovai nulla. Richiusi il cassetto, rivolsi lo sguardo alla strada e sistemai meglio lo zaino sulla spalla. Ero pronta. Sospirai gettandomi nel silenzio mattutino, dove il sole ancora dormiva e la luna si mostrava pallida, intenta a mimetizzarsi nel firmamento quasi azzurro.

Come voltai l'angolo, mi ritrovai davanti un viso familiare, intravisto dalle foto che Angelika m'aveva mostrato della sua famosa cena con i colleghi. I miei occhi si soffermarono sulle ciocche bionde, scalate che si nascondevano dietro la testa. Uno sguardo duro, di chi conosce bene il proprio lavoro, e un viso segnato dal tempo. Johanna, la collega di Angelika, era lì davanti a me.

Il mio cuore mancò un battito, il respiro fece diversi capitomboli, mentre la mia mente provò ad ipotizzare la ragione per cui potesse essere lì. I motivi potevano essere due: Gerhard le aveva spifferato della nostra relazione, oppure c'aveva sentito litigare ed era venuta ad indagare di persona. In ogni caso, il finale non era bello...

Blaue Blume - Il prezzo dell'amore (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora