𝓒12 | 3 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮

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(Angelika)
Il messaggio di Erika mi aveva dato il colpo di grazia dopo la giornataccia al lavoro. Gerhard l'avevo evitato: per tutta la lezione avevo consegnato e ritirato ai bambini le schede di lavoro.

Avevamo cominciato con il fare un semplice schizzo del cartellone che avevamo in mente di fare. Andrea e un'altra bambina, Beatrice, volevano fare un grande pupazzo. Lo avevamo nominato "Il Signore dell'Autunno".

Le foglie secche del cortile avrebbero composto il suo lungo mantello e il vestitino, i rametti, la maglia di terra cotta e il resto del corpo sarebbe stato colorato con tempere fatte a mano.

Avremmo fatto un laboratorio per preparare i materiali necessari.

L'idea entusiasmava molto anche me, mi elettrizzava fare qualcosa che potesse aiutare l'ambiente. Volevo proprio lasciare un ricordo positivo ai bambini di quest'esperienza.

Spensi il motore dell'auto, non appena arrivai al solito parcheggio dove la lasciavo. Diedi un'occhiata allo specchietto retrovisore rendendomi conto dei capelli spettinati, le occhiaie sotto gli occhi, le labbra secche e la pelle spenta.

Avevo proprio bisogno di un bagno. I miei occhi caddero sopra il cellulare appoggiato sul sedile accanto. Lo presi e riaccesi lo schermo.

"Ehi piccola, va tutto bene oggi in università. Questa sera avrò un po' da fare. L'unica novità è stata Axel... È venuta a cercarmi nell'ora di pranzo e mi ha detto chiaro e tondo che non siamo amiche."

Avevo solo visualizzato il messaggio, non le avevo risposto a causa del lavoro. Avevo avuto solo una pausa e quell'unica Gerhard era riuscito a rovinarmela.

In più Johanna m'aveva trattenuto a scuola per l'assemblea dei docenti. Era la seconda volta che mi scordavo qualcosa, non era da me...

Tornai al messaggio della mia ragazza. Il punto a fine frase poteva avere due significati: il primo era che Erika c'era rimasta male, il secondo era che era arrabbiata.

Conoscendola erano probabili entrambe, ma in proporzione diversa. Prima ci restava male, poi s'arrabbiava con la persona sfociando alla fine nell'indifferenza.

Questa Axel ero sicura l'avrebbe fatta stare male la maggior parte del tempo, se avevo capito bene che fosse l'amica di Luca, il suo compagno di classe.

Mi coprii gli occhi con una mano, me li strofinai e misi il cellulare in tasca. Scesi dalla macchina, presi la borsa dalla portiera posteriore, indossai la giacca sopra le spalle incamminandomi verso casa.

Avevo proprio voglia di farmi un bagno caldo, di lasciarmi andare al piacere dell'acqua calda, mentre sentivo i profumi della cucina stuzzicarmi il naso. Erika stava diventando molto brava a cucinare.

Nel tragitto incontrai tante facce comuni e pochi sconosciuti. Il turismo estivo comunicava a tramontare, presto sarebbero rimasti i soliti quattro gatti.

Ero felice, ciò significava meno traffico la mattina, ma sarebbe tornato a Dicembre con i mercatini natalizi. Il nostro primo Natale insieme, pensai mentre arrivai davanti al portone di casa.

Non potei fare a meno di dare un'occhiata anche al Caipi con le sue luci colorate all'interno, e le sedie appoggiate sopra i tavoli all'esterno. Una volta ci sarei voluta andare...

Varcai il portone principale dopo aver premuto il citofono dell'appartamento "De Angelis & Rota", come riportava la targhetta. Ogni volta che lo leggevo sentivo una scossa di felicità percorrere le vene.

Sorrisi ed entrai.

Il suono dei miei passi rimbombava nella tromba delle scale, mentre mi avvicinavo sempre di più verso il mio momento di relax a fine giornata, Erika e le sue coccole. Il senso di colpa di sabato l'avevo lasciato all'ingresso.

Blaue Blume - Il prezzo dell'amore (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora