𝓒13 | 𝓢𝓸𝓻𝓹𝓻𝓮𝓼𝓪 𝓲𝓷𝓪𝓼𝓹𝓮𝓽𝓽𝓪𝓽𝓪 | 1 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮

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NOVEMBRE

(Erika)

-Signorina Rota, ha risposto in modo completo alle mie domande, sebbene ogni tanto tendesse a dilagare troppo. Nel complesso dimostra d'aver acquisito le conoscenze base del progetto di Warm-up. Continui su questa strada-.

La Grammer m'aveva liquidato così con un commento che per quanto semplice potesse essere, m'aveva rallegrato la giornata. I voti sarebbero usciti solo alla fine degli orali, ma quella risposta avevo capito d'averlo superato. Il mio obiettivo era prendere tra venti e trenta, mi bastava proseguire gli studi in mezzo al trambusto della vita di tutti i giorni.

Ormai era passato un mese da quando avevo rivolto ad Axel la parola qui all'università. Non passava giorno che la incrociassi anche solo per sbaglio nei corridoi, però le schizzava via alla velocità della luce. Mi ignorava, era come se non esistessi e fossi un fantasma. All'inizio mi sentivo male a pensarci, ma ora mi andava bene. 

Se non le parlavo, stavo molto meglio anche al lavoro. Al Caipi si limitava a lasciarmi dei bigliettini scritti sul bancone del bar o della cucina, quando c'era qualcosa d'importante da fare. Ma questa "tortura" era finita la scorsa settimana, nel momento in cui Mike aveva deciso che ero diventata abbastanza brava per essere autonoma. 

Quindi Axel non era più un problema, anzi aveva pure cambiato gli orari di lavoro nel primo pomeriggio, appena dopo la fine delle lezioni. Altro punto a mio favore!

Del resto, se da una parte andava da schifo, c'è n'era un'altra positiva a compensare: il mio legame con Luca. Nelle settimane scorse avevamo cominciato anche ad uscire ogni tanto nel pomeriggio, ritrovandoci a studiare da qualche parte. 

L'altro giorno eravamo stati alla biblioteca di Brunico, la Librika, che distava pochissimo dall'università. Stare fuori casa mi faceva ancora strano, preferivo stare al caldo tra le mura del mio appartamento, ma passavo la maggior parte del tempo da sola. Angelika mi mancava tantissimo, era uno strazio non poterla vedere per tutto il giorno, solo la mattina e la notte potevamo starcene tranquille. 

Sissi in questo periodo era molto presa da quel progetto ambientale con la scuola, e spesso tornava tardi la sera, mentre io ero fuori a lavorare. Trovare un equilibrio per noi era difficile, però forse avremmo potuto trascorrere un weekend fuori casa a sciare.

Le prime nevicate avevano iniziato a scolorire le vette rigogliose delle montagne all'orizzonte. I colori spenti dell'autunno erano stati spazzati via dal candore dell'inverno e dal ghiaccio freddo sulle strade. La mattina bisognava stare attenti a non scivolare sull'asfalto o il ciottolato delle vie, perché il sale o i sassolini sparsi in giro dal comune davano poca stabilità. 

Per esempio, dovevo lasciare accesa la macchina almeno una decina di minuti prima che potessi partire. La brina sul vetro veniva via con difficoltà, e l'interno dell'abitacolo si riscaldava per bene solo quando ormai ero arrivata all'università. L'inverno rigido sarebbe stato ancora peggio, avrebbe raddoppiato i disagi che avevo già, ma nonostante tutto Brunico mi faceva sentire a casa. 

A Bergamo c'erano ancora le foglie secche lungo la strada, i rami spogli degli alberi e l'incessante pioggia di ottobre. Almeno stando a quello che mi aveva raccontato papà, quando l'avevo chiamato ieri sera.

 A casa andava tutto bene per i miei, e nessuno della famiglia si parlava: i nonni e gli zii rimanevano nel loro piccolo paesino a vivere in un'illusa realtà, mentre mio padre e mia madre se la spassavano come i vecchi tempi.

-Possiamo anche essere felici come tanti anni fa, ma senza di te la casa è vuota-.

Quella frase m'era rimasta impressa, ogni volta mi veniva da piangere e la nostalgia mi strozzava lo stomaco. Per fortuna avevo loro che continuavano a vedermi come la loro figlia, sebbene stessi insieme ad una ragazza. 

Blaue Blume - Il prezzo dell'amore (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora