𝓒11 | 2 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮

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(Angelika)
Mi specchiai: un maglione a collo alto senza maniche color panna copriva il mio petto, una camicia bianca a maniche lunghe lasciava intravedere solo le braccia, un paio di pantaloni a quadri grigi, neri e beige scendevano larghi lungo le gambe. Solo in vita erano fissati con una cintura nera spessa dove avevo nascosto il maglione. Ai piedi avevo le solite francesine nere verniciate, compagne inseparabili delle mie vecchie avventure al liceo. Come giacca mi portavo dietro un trench beige che abbandonavo  sempre in macchina.

Mi sistemai le maniche della camicia e diedi un'ultima controllata alla cintura in vita. Mi legai i capelli in uno chignon basso. Ormai mi arrivavano fin sotto le spalle, avrei dovuto farli vedere a un parrucchiere prima o poi. Erika mi passò alle spalle, mi guardò, s'avvicinò e mi cinse i fianchi.

-Sei bellissima-.

Abbozzai un sorriso, mentre appoggiai la testa sopra la sua. Le accarezzai le dita delle mani con le mie, le strinsi a me e immortalai quel momento: noi due insieme davanti al caos del mondo. Era difficile capire dove saremmo finite, cosa ci sarebbe successo o se domani saremmo state ancora unite. Il futuro era sempre incerto in una relazione, faceva così paura che non se ne parlava mai, ma Erika e io ne avevamo discusso spesso. Eravamo arrivate alla conclusione che era giusto imparare a godersi il presente...

Ogni minuto, ora e secondo era prezioso, dava di più di un giorno nel futuro. Potevamo solo costruire oggi, quello che avremmo voluto vivere domani. Questo era un grande insegnamento che era difficile per entrambe da portare avanti: Erika portava la testa spesso al passato, io al futuro. Il presente rimaneva l'opzione di mezzo che non volevamo vedere, però stando insieme ci riuscivamo. Erika mi portava con i piedi a terra, colorava la mia realtà e i problemi avevano una soluzione.

Al contrario, io le offrivo supporto, la facevo ragionare su concetti sbagliati e l'aiutavo a migliorare le parti di se stessa che a lei piacevano di meno. Di lei amavo tutto, dal pessimismo all'amore selvaggio. La mia passionalità sguazzava in queste acque senza mai averne abbastanza.

-I tuoi occhi-. Erika mi riportò al presente. -I tuoi occhi spaventano tutti, ma non me. Mi danno quel senso di sicurezza che nessuno mi ha mai dato-.

Chiusi gli occhi, inspirai il profumo dei capelli appena lavati. Ieri sera aveva fatto la doccia...

-Sei troppo passionale oggi...-.

-Sì, ogni tanto mi piace esserlo-. Erika si separò da me dandomi un bacio sulla bocca. Le nostre labbra danzarono per qualche secondo. Ci separammo. -Solo con te posso stare così bene, Angelika-.

-Anche io, sei così importante per me-.

Sentii qualcosa torcere il mio stomaco. Feci una leggera smorfia, mentre rivolsi lo sguardo allo specchio: i nostri corpi perfetti visti da fuori. Cosa eravamo noi agli occhi comuni?

-Angi, tutto ok?-. Erika appoggiò una mano sotto al mio mento e mi obbligò a guardarla negli occhi. -C'è qualcosa che ti spaventa?-.

Scossi rapida la testa.

-Ammiravo il nostro riflesso allo specchio...-.

Lei rivolse lo sguardo al vetro, sorrise e ritornò a me.

-Per un momento mi era sembrato avessi fatto una smorfia...-.

I miei occhi caddero sopra l'orologio che avevo al polso.

-Un quarto alle otto!-. Mi separai rapida. -Scusami, devo andare, sennò prendo il ritardo!-.

Erika mi tenne per una mano. La fissai in preda all'agitazione. Non volevo fare brutta figura con quello di scienze, ma tanto meno era brutto lasciare così la mia ragazza. I suoi occhi s'erano fatti seri.

Blaue Blume - Il prezzo dell'amore (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora