𝓒16 | 2 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮

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(Angelika)

Il tizio del carroattrezzi aveva sostituito la ruota della mia auto con quella di riserva nel baule.

-Stia tranquilla, la sua auto è apposto. Non serve portarla in officina-.

Mi aveva sorriso, mentre s'era pulito le mani nei pantaloni da lavoro. Era stato un gioco da ragazzi quel lavoro, e non mi aveva fatto pagare nulla. Era stato gentile, troppo ad essere sincera. Quasi nessuno lo era di questi tempi, si preferiva trovare il guadagno su qualunque cosa potesse avere un prezzo. Si sapeva che l'essere umano era bravo a ingraziarsi altri suoi simili anche solo per un centesimo. L'uomo mi aveva salutato con un cenno della mano, mentre un'altra auto era arrivata davanti a scuola. Erano ormai le sette passate. 

Da dietro il finestrino riconobbi i lineamenti duri del viso del marito di Johanna, che poco dopo uscì da scuola lanciando nella borsa un grosso mazzo di chiavi. Saranno quelle di scuola, pensai avvicinandomi alla mia macchina. La mia collega mi guardò in modo strano, come se si fosse chiesta come mai fossi ancora lì, sebbene fossero passate quasi due ore da quando m'aveva visto. Anche io me lo domandavo... 

Sarei dovuta tornarmene a casa, farmi una doccia e lasciarmi cullare tra le braccia di Erika. Invece, ero sola e ferma in mezzo al mondo che continuava a vivere ignaro di cosa fosse successo tra noi due. Era difficile crederlo, eppure avevo davvero litigato con la mia ragazza. Non era stato un litigio normale, ma uno di quelli seri, dove il passato torna a tormentare il presente. 

Era come se qualcuno c'avesse tirato uno schiaffo ad entrambe e c'avesse messo sotto il naso un vecchio documento, saltato fuori da chissà dove. Chi se ne assumeva le responsabilità? Chi doveva firmare? Perché era accaduto adesso? Come mai avevamo rivangato una vecchia questione?

Ci eravamo ferite a vicenda, avevamo gettato merda una sull'altra, ma nessuna delle due sembrava aver accettato di prendersi la responsabilità delle proprie azioni. Erika non era mai andata oltre quella notte, io non avevo superato il senso di colpa di quell'errore. Se adesso eravamo separate, voleva dire che nessuna riusciva a trovare una soluzione al problema. Quindi, tutto il tempo insieme, cosa era? Forse solo un disperato tentativo di ricucire un rapporto ormai perduto, oppure era darsi una seconda possibilità? 

Scossi la testa, non sapevo nemmeno quale risposta dare. Era difficile, sentivo la testa sballottata da una parte all'altra della mia immensa marea di pensieri. Non era la stessa sensazione che avevo vissuto con Marco, era molto molto peggio. Un enorme voragine s'apriva sotto i miei occhi, un potente vento vi soffiava dentro, però io rimanevo sul bordo. Le punte dei piedi ad un passo dalla fine, eppure ero immobile. 

Ascoltavo il sussurro disperato di un pianto, incapace di reagire. Ogni passo portava con sé delle conseguenze catastrofiche: cadere significava morire, tornare indietro significava scappare. Restare ferma non aveva un senso, ma era l'unico modo per evitare di peggiorare la situazione.

L'auto dal mantello argenteo dei due coniugi sfrecciò piano lungo la via, mentre salii nella mia. Il freddo del sedile mi accarezzo la schiena facendomi venire i brividi. Le mie mani scivolarono sul volante, i miei piedi andarono ai pedali e i miei occhi fissarono la strada deserta. Rispecchiava il mio stato d'animo. Quei gesti erano tutti meccanismi, non ero io a comandare, era la mia testa a prendere il controllo. 

I pensieri mi tenevano prigioniera e mi impedivano di vivere nel flusso della vita. Adesso ne ero esclusa, mi sentivo intrappolata dentro una bolla, la stessa sensazione di quella notte. Non era cambiata, rimaneva invariata anche a distanza di mesi. Chiusi la portiera, misi in moto l'auto lasciando che il clima riscaldasse un po' l'abitacolo.

Cosa dovevo fare? A casa non ci volevo tornare, volevo evitare di rimetterci piede. Ero sicura che Erika sarebbe stata là. Me la immaginai chiusa in camera, il respiro soffocato dalle lacrime, le gride nascoste tra le federe dei cuscini e il corpo che urlava di dolore ad ogni pensiero su di noi, su di me. C'eravamo ferite a vicenda. 

Blaue Blume - Il prezzo dell'amore (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora