𝓒16 | 4 𝓹𝓪𝓻𝓽𝓮

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(Angelika)

Fermai l'auto in un parcheggio di un parcheggio deserto di un Autogrill. Ero ormai a metà strada, avevo impostato il navigatore per essere sicura di non perdermi, sebbene avessi percorso l'autostrada parecchie volte da quando ero venuta al mondo. I miei erano soliti andare in vacanza in Val Gardena durante l'estate. 

Quando andavo all'asilo e alle elementari era una tappa fondamentale prima di visitare la nonna in Germania. In valle ci passavamo due settimane, ogni tanto c'erano pure i miei cuginetti, ma spesso eravamo da soli. Noi quattro, una perfetta famiglia dispersa nell'immensità delle montagne, nascosti sotto le chiome dei boschi. Una bambina come me non poteva desiderare di meglio, rispetto al ristretto metroquadro dell'ombrellone sulla spiaggia. 

Anche il mare era bello, ma solo quello con le lunghe spiagge bianche, desolate su isole sconosciute nell'oceano. Una bella idea, fattibile solo nei romanzi. Del resto chi aveva i soldi per permettersi una simile vacanza, erano i milionari o miliardari. Io ero solo una persona comune con idee strampalate per la testa. Avevo imparato ad accontentarmi delle Dolomiti che di paradiso ne avevano da offrire...

Le mie mani sfioravano l'erba alta di un vasto piano adornato sul confine da sporadici macchie di pini verdi con qualche casupola in legno sparsa qua e la. All'orizzonte, non poco lontano, s'eregeva l'altopiano di Siusi. Le grigie punte aguzze delle montagne sbucavano dal terreno in fiore. Il sole, ormai avviatosi al tramonto, creava forti contrasti di chiaroscuro e trasformava le ombre in spaventosi giganti dall'altezza indefinibile. Il vento, che s'insinuava tra i lunghi fili d'erba, mi accarezzava il viso, mentre camminavo piano. 

Era bellissimo, non c'era niente a cui dovessi pensare. Chiusi gli occhi, inspirai la brezza fresca lasciando che i miei polmoni se ne nutrissero come se fino ad ora avessi respirato aria inquinata. Sentii il mio torace espandersi sotto il tessuto della maglia leggera. Una piacevole sensazione di pace s'impossessò del corpo e lo pervase da capo a piedi. 

Era da tempo che avevo bisogno di questa pace. Solo questi luoghi riuscivano a darmela, soprattutto nei momenti peggiori. Eppure, quando riaprii gli occhi, davanti alla bellezza di quel piccolo paradiso, mancava qualcosa. La nostalgia trapassò con una lama il mio petto. 

Sentii un peso appena sopra il seno, un'opressione che mi bloccò il respiro. Vi appoggiai sopra la mano, il dolore passò al cuore, lo strinse in una morsa, mentre le mie dita s'irrigidirono. Caddi in ginocchio, nascosta tra l'erba alta, le lacrime mi rigarono il viso a causa delle fitte che seguivano il battito del cuore. 

Come tolsi la mano dal petto, un fiore blu intrecciava le mie dita. Le sue foglie fragili fecero sbocciare dei fiorellini dai petali di diverse tonalità di azzurro, mentre al centro emerse una piccola stella gialla. Un'altra fitta mi fece cadere in avanti. 

Mi sostenni con l'altra mano, schiacciata contro la terra fredda del prato. Quando riportai lo sguardo ai fiori blu, notai i fiori pendere verso il basso, i petali secchi, senza vita e, non appena mossi le dita, si sbriciolarono fino a diventare una leggera polverina grigia. 

Mi rimase nel palmo della mano, ma il vento la portò via con sé, verso una destinazione a me ignota. I miei occhi la seguirono disperdersi verso il cielo, ormai scuro dopo la morte del sole.

Mi svegliai di soprassalto. Le luci bianche dell'insegna dell'Autogrill m'accecarono. Mi ero appisolata con la testa appoggiata contro il finestrino e avevo incrociato le braccia per sentire meno freddo. Avevo pure usato il mio trench come giacca, ma non era bastato. Avevo freddo, o almeno sentivo di averlo addosso. Non sapevo se fosse causato dalla temperatura, oppure dal sogno, anzi incubo, che avevo appena fatto. 

Blaue Blume - Il prezzo dell'amore (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora