11.~Uscire~

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Jin era comodamente stravaccato nel letto della rossa, osservando attentamente la sua figura, davanti i suoi occhi, al in piedi. Rhea stava giocando con le sue mani attorcigliandole davanti il suo petto, la testa china e i respiri irregolari, agitata per quello che potrebbe succedere da lì a poco. Un respiro profondo e poi parlò.

"Jin-ah... sta sera voglio uscire con te e i tuoi amici" disse convinta e coraggiosa. L'agitazione era palpabile e il cipiglio che si era formato nel suo viso lo rese ancora più palese agli occhi di Jin.

"Va bene certo" rispose lui sorridendole e alzandosi dal letto.

Colta alla sprovvista dall'affermazione, aprì le palpebre lasciando libere le sue iridi bianche "Davvero??" sfarfallo le ciglia con stupore.

"Certo che sì... Sei la mia migliore amica perché non dovrei volerti?" domandò quasi sorpreso.

La ragazza gli saltò al collo, lasciando innumerevoli baci sulle sue guance ormai rosse per l'imbarazzo e la sorpresa. Jin le avvolse le braccia intorno al bacino e le sollevò un po' da terra, lasciandole un tenero bacio sulla fronte. Non erano soliti a quelle effusioni, anzi avevano sempre avuto molto rispetto nelle distanze, nessuno dei due aveva mai osato anche solo sfiorarsi in modo ambiguo o strano, erano come fratelli, ma alle volte si lasciavano un po' andare. Non vi erano mai stati fraintendimenti tra loro, ma l'età avanzava ed erano adulti ormai entrambi e non sempre si possono frenare gli istinti primordiali. Ma tra loro non sarebbe mai successo nulla ed entrambi lo sapevano.

"Perché non mi hai mai chiesto di uscire con te se non ero un problema?" ruppe la ragazza il momento. Effettivamente se non era mai stato un problema allora perché non chiederlo, perché privarla di ciò.

"Per te... Avevo paura di obbligarti a dirmi di sì, credevo di poterti creare un disagio e sapevo che eri spaventata, insicura di tutto, so che i rumori forti ti destabilizzano e ti portano a nausee e mal di testa" cominciò a spiegare lui "Poi i miei amici sono degli idioti e volevo salvarti il più possibile dalle loro stronzate" finì con un sorriso.

Jin sapeva cosa la terrorizzasse, sapeva di tutto quello che poteva crearle scompenso, sapeva che troppi rumori o suoni forti le portavano vertigini, nausee e mal di testa, sapeva di quanto la terrorizzasse uscire ed affrontare il mondo stesso. Seokjin sapeva sempre tutto. Quando erano più piccoli mamma le raccontò che il ragazzo portava con sé libri e libri, studiava i comportamenti consoni e cosa potesse aiutare i non vedenti. Aveva sempre studiato per starle vicino e per non farla sentire mai a disagio. Le aveva raccontato il mondo, era sempre accanto a lei, Jin le fece vedere il mondo tramite i suoi occhi. Lui era quelle iridi che non aveva mai avuto. Quando Rhea passò un brutto periodo, rinchiudendosi in camera per giorni, settimane infinite, il suo migliore amico passò lo stesso identico tempo posizionato davanti la porta di camera sua, minacciandola, obbligandola e supplicandola di uscire. Con il suo aiuto la ragazza imparò ad affrontare quei momenti scomodi e tristi che la colpivano.

"Grazie" mormorò lei a fior di labbra "sarei nulla senza di te" finì stringendo le spalle del ragazzo.

"Sei la mia migliore amica... La sorellina che non ho" cominciò accarezzandole i capelli ancora umidi "Sono geloso e iperprotettivo" sorrise scompigliandole la testa "E ti voglio un bene indescrivibile" concluse con un dolce bacio sulla guancia.

Rhea arrossì e gli lasciò un buffetto sulla spalla, si girò verso l'armadio e dopo quattro passi prese l'anta e lo aprì. Carezzò quei tessuti che riempivano il suo guardaroba, sentendosi insicura di tutto, non aveva nulla che potesse essere adatto per un'uscita. Come ci si vestiva per uscire con gli amici? c'erano dei canoni appositi? Mille emozioni presero il sopravvento nella sua mente, lasciò cadere le braccia lungo i fianchi spazientita.

Teach Me ~ K.NamjoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora