55.~Sto Tornando Da Te~

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EPILOGO- 8MESI DOPO.


La ghiaia sottostante scricchiolava al passaggio di queste due persone, regalando un dolce suono di accompagnamento. Il cinguettio delicato degli uccelli spezzava quel silenzio tipico di quel posto tanto cupo quanto importante. Il cimitero. La parola deriva dal greco e significa "fare addormentare", quindi lo si può vedere anche così, dove qui giace chi ha deciso, di propria volontà o meno, di riposare in eterno. Per molto tempo una di queste due figure si era tenuto tutto dentro, cercando di dimenticare e andare avanti, cercando di vivere come uno dei tanti ragazzi e ragazze della sua età. Quello che successe quella notte d'inverno rimarrà sempre come un ricordo del passato, molto vicino al presente, come un incubo incredibilmente lucido, che sconvolge il modo di pensare, e di vivere. Quella notte, nella quale tutto perse significato, senso e colore. Quella notte dove la persona più importante della sua vita si spense. Esplose come una bomba, creando un casino di emozioni, lasciando solo il vuoto ed il dolore. Abbandonando quelle persone amate, quelle amicizie indiscutibili e lasciando una scia di rabbia e rancore nei cuori. Lasciò parole incomplete e non dette, scuse galleggianti e perdoni silenziosi, rendendo tutto solo più nero.

"Eccoci..." un sussurro roco e gutturale.

Davanti a loro si estendeva una lapide in marmo bianco, candido e luccicante come la persona che giaceva sotto essa. Le decorazioni e i colori sgargianti, i fiori freschi e profumati e quell'odore così inconfondibile che riempì il suo cuore.

"Ehy... Sono qui, da te..." cominciò una voce soave ma incrinata dal magone. "Come stai? So già capirai chi sono, non ce la faccio più senza di te... Mi manchi tanto... Senza te non riesco a stare, il punto è che avevo giurato ti avrei lasciato stare, che non avrei più palesato la mia persona... ci ho provato davvero, ma... Ci ho perso la testa..." un singhiozzo interruppe quel discorso fatto a cuore aperto, esponendo tutto quel dolore e quell'amore ormai sepolto e compresso mesi prima. "Ti ricordi i nostri abbracci? Puoi tornare a darmene uno? Sai io non credo che tu abbia dimenticato... Come si fa a dimenticare la persona che hai deciso di stringere più forte delle altre mentre piangeva? Come si può dimenticare i "mi manchi" sussurrati la notte, mentre ci accarezzavamo e ci insegnavamo ad amare? Come si fa a dimenticare le parole mormorate all'orecchio? L'invidia dei nostri amici, i respiri sul collo... Senza di te sono come un fiore senza acqua in piena estate. Sei come il sangue che mi scorre nelle vene, come l'aria che respiro. Nei nostri occhi tutti hanno letto l'amore... La gente che ci vedeva e non ci conosceva lo capiva in un solo sguardo che ci amavamo... ed Io ti amo ancora... Non lo ammettevamo a noi stessi ma i nostri occhi e i nostri corpi lo dicevano più delle parole, quei pochi ti amo detti erano sinceri, lo sono sempre stati. Tu hai coraggio cazzo... Per amarmi ci vuole coraggio. Tanto e tu ne hai sempre avuto, non spaventandoti mai di nulla. Forte come una roccia e indissolubile come il sole... Sto impazzendo... Non immagini come sto senza di te... Hai mai visto un corpo senza cuore o polmoni? Un corpo vuoto? Be ora ce l'hai qui, davanti a te ed è la mia anima senza te" ci fu una carezza per conforto a quel corpo debole e sofferente, ormai consumato dal dolore e dalla sofferenza, dal risentimento e dall'amore ormai perduto. "La decisione che ho preso è stata una decisione difficile, forse quella più complicata e sofferta che io abbia mai dovuto prendere nella mia vita. Forse perché, anche se razionalmente sapevo che era la cosa più giusta per entrambi, dentro di me emotivamente sapevo che non era la decisione che avrei mai voluto prendere... Avrei voluto che le nostre incomprensioni si sistemassero e che i nostri problemi si risolvessero... Avrei voluto che fossimo felici come lo siamo sempre stati e avrei voluto che continuassimo a capirci come abbiamo sempre fatto, con un solo sguardo, con un solo gesto, con una sola parola, con una sola canzone... Avrei voluto continuare ad ascoltare la nostra musica e non pensare a quello che abbiamo condiviso come a dei ricordi, ma come ad un continuo presente e avrei voluto che tu continuassi a ballare con me le nostre colonne sonore ma ad un certo punto questo noi si è interrotto..." lacrime amare e consapevoli dell'errore commesso, delle decisioni sbagliate e completamente impulsive. "Abbiamo lasciato che tutto scivolasse, che si infrangesse, che si schiantasse come il Titanic, affondando pietosamente... Abbiamo lasciato la ragione e ci siamo fatti trasportare dall'evenienza, abbandonandoci al dolore ed alla sofferenza. Quando quell'addio si dissolverà nel fuoco del tuo cuore che si riaccende, bussa alla mia porta e dimmi anzi gridami che era solo un brutto incubo... Perdonami, perdonami non volevo tu soffrissi, non volevo ridurre il tuo corpo in cenere, in niente... Volevo che mi odiassi, che mi dimenticassi, che mi lasciassi andare... Volevo solo darti meno dolore possibile ed evitarti di cadere nel mio oblio, nel mio dolore e nella mia malattia... Sto morendo, morirò presto e verrò da te e bacerò di nuovo quelle labbra e toccherò di nuovo quel corpo, implorando il tuo perdono... Ho condiviso con te i momenti più belli e significativi della mia vita... Mi hai insegnato tante cose nel tempo che abbiamo passato insieme e non posso fare altro che nutrirmi di questo e degli insegnamenti che mi hai dato per andare avanti ed essere più forte e grande di quanto non lo fossi prima che arrivassi... Mi hai insegnato ad amare, a vivere, mi hai insegnato il significato di felicità, famiglia, amore... Mi hai donato i colori, le sfumature e la spensieratezza ed è per questo che non potevo lasciarti soffrire, non con me, non per me... Ma il fato è maligno, punendo me, portandoti via da me... Quel pazzo ubriacone ora marcirà in carcere, ma non ha importanza ormai... Perché ti ha portato via... Dai tuoi amici... Da me... Ti conosco, ti conoscevo e ti ho conosciuto... Proprio per questo so come sei fatto e desidero solo che ora tu sia felice tanto quanto lo sei stato con me e forse anche più di prima... Con la speranza che quello che stai facendo, pensando e vivendo ora sia quello che veramente vuoi e che ti senta veramente soddisfatto e felice così da poterti sentire finalmente realizzato e soddisfatto della tua vita e che nulla e nessuno possa portarti via la felicità che tanto desideravi e non riuscivi a trovare a pieno...Gridami che ci sei... Ed io ti sentirò, mi volterò e correrò da te... Non ho mai smesso di amarti e mai smetterò" i singhiozzi divennero incontrollabili, interrompendo quel fiume di parole. Cercò di calmarsi, sospirando pesantemente ed alzando il volto leggermente, avvicinando la sottile mano alla lapide, accarezzando il contorno di quella foto e di quel nome indelebile ed inciso. "Sto per tornare da te Amore mio... Ti amo Kim Namjoon".

Rhea era completamente sommersa dai convulsi, tossendo costantemente ed asciugando le sue ormai sfolte ciglia mentre Seokjin le accarezzava la schiena, chinato verso di lei ed asciugandole le lacrime. Stava rannicchiata su sé stessa, coperta da una sciarpa in lana e accomodata sulla sedia a rotelle. Il pallore del suo corpo brillava al sole, lasciando trasparire l'incavatura delle ossa e il viola delle vene ormai sporgenti. Rhea aveva perso i capelli, sostituiti da un fazzoletto colorato e una spilla a forma di cristallo. Il debole corpo si sosteneva con fatica e l'ossigeno era ormai diventato il suo migliore amico, sempre al suo fianco, collegato dalle cannette inserite sul naso. Rhea sapeva. Rhea aveva poco tempo. Rhea era pronta a lasciarsi andare, ora aveva fatto tutto. Anche Namjoon sapeva. Aveva capito il gioco di lei, il finto tradimento, il distacco, il coglierla proprio sul fatto per di più con il suo migliore amico. Namjoon aveva lottato, aveva combattuto per la verità fino alla fine. Namjoon aveva scoperto le menzogne, il vero motivo di tutto ciò e proprio quel giorno, pronto a tornare da lei per rimproverarla, insultarla, per poi baciarla e tornare ad amare come sempre, se lo portarono via. Un incidente mortale. Si voltò leggermente, sfarfallando le ciglia ed aprendo gli occhi, regalando la vista di quelle iridi bianche alla tomba, sorridendo debolmente e ricordando quanto gli piacessero quegli occhi, sussurrando dolcemente

"Sto tornando da te Joonie".



CIAO A TUTTI!

BE CHE DIRE, SIAMO ALLA FINE.

SO CHE POTREBBE DELUDERE O ESSERE COMPLETAMENTE INASPETTATO, MA I COLPI DI SCENA SONO SEMPRE I MIEI PREFERITI E NON MI ANDAVA DI CADERE SUL BANALE. CERTO LA MORTE DI NAMJOON E' INASPETTATA, MA VOLEVO SOLO DAR MODO AL FATO, AL DESTINO O AL CIRCOLO DELLA VITA DI DAR IL SCENARIO DRAMMATICO EFFETTIVO. 

COMUNQUE SPERO DAVVERO VI SIA PIACIUTA.

SIETE TUTTI SPECIALI E VI RINGRAZIO DI AVER LETTO LA MIA STORIA!!!


MOLLY 

Teach Me ~ K.NamjoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora