Teach Me ~ K.Namjoon

41.~Profumi~

KIM NAMJOON

Quella mattina il cuore di Namjoon era irrequieto. Domani Rhea avrebbe dovuto far la Tac e finalmente avere un resoconto di quello che le sta succedendo, da quando prende le compresse, le nausee sono scomparse ma le vertigini la colpiscono ancora, meno frequentemente ma ancora presenti. Lui stava lì sulla finestra di camera sua, osservando quel giardino e costatando che ormai l'inverno aveva preso possesso di tutto ciò che gli circondava. Il cielo, nettamente più tendente al grigio e non celeste, il verde degli alberi sparito o più scuro insomma tutto un po' più triste. Ma non per Namjoon. Le sue giornate avevano uno scopo, le sue giornate erano calde e piene di mille sensazioni belle, le sue giornate avevano un nome inciso. Rhea. Sbuffò sorridendo, sapendo che era ormai pienamente fottuto. Domani avrebbe avuto una giornata pesante ed estremamente stressante, quindi perché non alleggerirle il tutto rapendola e portandola in un posto speciale. Qualcosa che le potesse stravolgere i sensi, che la facesse restare sbalordita e in piena estasi, un luogo dove non avrebbe avuto la necessità di vedere per apprezzare il tutto. Scompigliò i capelli, prendendo il telefono e componendo il numero dell'unica persona in grado di aiutarlo.

<<Pronto?>> una voce grave ed assonnata rispose.

<<Yoongi ciao>> sorrise immaginando l'espressione corrugata dell'amico.

<<Joonie che succede? Diavolo son le 8 di mattina sei impazzito?>> uno sbuffo rumoroso echeggiò nel dispositivo, rendendo il suono più ovattato come se il telefono fosse stato spostato per confermare l'ora.

<<Ho bisogno di aiuto>> disse serio pronto a farsi ascoltare.

<<Qualcosa di grave?>> la preoccupazione si palesò, lasciando così scemare il disappunto per l'ora.

<<Mi serve un luogo dove la vista non serva...>> disse quasi sussurrando per paura di un insulto.

<<Oddio... mi stai facendo odiare quella povera creatura>> esordì sfinito il moro, schiaffeggiandosi il viso.

<<Hyung ti pregooo>> puntò tutto sul suo bambinesco imploro, usando una vocina dolce e stridula, infastidendolo ma addolcendolo usando l'onorifico.

<<Fammi pensare... Ah! Un giardino botanico... e per favore ritorna in te>> propose quasi proferendola come domanda, cadendo poi indispettito nel letto e mandandolo a quel paese silenziosamente.

<<Ma certo... cavolo sei un genio Yoonie... ti voglio bene ciao>> non si rese conto di aver appena lasciato uscire dalle sue labbra un sentimento rivolto ad una persona non abituata al suo nuovo lato.

<<COSA?->> sbalordito e incredulo <<Ok bello... devi curarti... Ciao Joonie>> concluse ridendo del suo umore.

Dopo aver concluso la chiamata, Rm, si catapultò nella cabina armadio, scegliendo un outfit degno di un appuntamento. Prese i suoi skinny neri preferiti, una cintura in pelle con la fibbia argentea. Tolse dagli appendini una camicia in cotone invernale bianca e infilando poi sopra un maglioncino nero in lana. Prese il cappotto, una sciarpa e si infilò gli anfibi. All'ingresso di casa si palesò la sua figura adagiata, quello specchio dava a vedere una persona nuova, una persona diversa e piena di energia, una persona che aveva soppresso negli anni e che non aveva più avuto il coraggio di esternare. Vedeva quel giovane adolescente che amava la vita, le persone, i libri e l'amore. Nascondere i propri sentimenti era diventato così semplice da non doverci nemmeno più provare, nascondere il vero sé stesso era diventata la sua corazza, la sua protezione. Ma quelle iridi bianche, quelle labbra rosee e quella pelle candida avevano distrutto, frantumato in mille pezzi il suo muro, rendendolo la persona più vulnerabile e insicura. Le emozioni lo aveva avvolto completamente, le sensazioni assuefatto, ci mise tempo ad accettare il tutto ed ora ne era consapevole e voleva con tutto il suo corpo vivere al cento per cento. Sorrise alla sua immagine riflessa aprendo la porta dirigendosi all'auto diretto proprio dalla persona che rese tutto possibile.