"Jin!! Rhea!!" un usignolo pronunciò i loro nomi.
"Jimin-ah" rispose a tono il migliore amico della ragazza.
"Siete arrivati finalmente" esultò il ragazzo lasciandosi un respiro profondo alle spalle "Rhea come stai?" chiese poi rivolgendosi alla rossa.
"Oh... Bene ti ringrazio e tu?" rispose cordialmente con un filo di timidezza.
"Molto bene... Le lezioni sono state snervanti oggi ma ci si fa l'abitudine..." raccontò oscillando le spalle dato che la sua voce ebbe dei piccoli stop a intermittenza.
Sorrisero tutti e con cordialità Jimin li invitò ad entrare ed a comodarsi al tavolo che più preferivano mentre lui ordinava. Entrata subito a destra, due passi e una svolta a sinistra, infine quattro passi per arrivare al tavolo. Le indicazioni di Jin erano sempre precise, non potevano sbagliare. Seduta educatamente, teneva le braccia sotto il tavolo martoriando le mani, era sempre la seconda volta che usciva, si ritrovava in un ambiente diverso dal solito prato del parco. Soffermandosi nelle sensazioni del momento, sentì un forte odore di chicchi da caffè, un odore amaro ma amabile, un retro gusto di liquirizia e un forte calore. L'aria era pulita, limpida e carica di aromi, quasi da vertigini, il locale dava quel emozione da 'salotto di casa', voleva sapere com'era strutturato, le sedie i tavoli, la curiosità la stava uccidendo dentro. Voci giovani e acute, altre erano mature e sistematiche, altre ancora smielate e romantiche, alcune anziane e avvolgenti. Sospirò pronta per parlare ma la risatina di Jimin la bloccò. Posò delicatamente i bicchieroni di caffè sul tavolo, un aroma alla menta mista a latte condensato, colpì i sensi della rossa, Jin aveva preso sicuramente un espresso freddo aromatizzato. Due mani calde si posarono sul dorso delle sue accogliendole e portandole ad abbracciare quella tazza in vetro bollente. Caramello e vaniglia, un miscuglio unito al caffè che rendeva le sue giornate meravigliose, lo preparava sempre la nonna quando la rossa era stanca o triste, consisteva in un caffè macchiato con qualche sciroppo al suo interno. Jimin invece prese un espresso classico freddo, si sentivano i ticchettii che facevano i ghiacci scontrandosi. Ancora più incuriosita si fece coraggio e cominciò a parlare.
"Com'è il locale?" sciolse quel silenzio composto da aromi e sorseggi.
"Accogliente è molto luminoso, come se al posto delle luci ci fosse un sole" rise Jimin cominciando a descrivere quel posto "Il banco bar si trova a qualche metro da noi, è tutto color pino? insomma è verde" disse strofinandosi la nuca non sapendo come descrivere il verde. "Comunque sia... I tavolini sono rustici, un legno pregiato rifinito con dell'acciaio e pure le sedie... Sono sistemati in ordine e c'è un centro tavola floreale a dare quella sensazione di casa e salotto" concluse ridendo per l'ultima affermazione.
Rhea sorrise illuminando il viso con quella luce artificiale puntatale addosso, sentì come due pizzichi sulle guance, come se qualcuno si fosse concentrato su quel punto. Sorrise chinando la testa, percependo il movimento veloce e imbarazzato del ragazzo vicino al suo migliore amico. Era curiosa di sapere come fosse, che aspetto avesse, il colore dei suoi occhi, della sua pelle e dei suoi capelli. Voltò il capo verso la direzione di Jimin, le palpebre sigillate e le labbra socchiuse, lasciando scivolare le mani sulla tazza accarezzandola come fosse fatta di peluche. Dentro di sé voleva essere schietta e chiedere di poter toccare la sua faccia, ma la voce le moriva direttamente ancora prima di raggiungere la faringe. Il ragazzo dava l'impressione di essere dolce, sensibile, gentile e socievole, una persona senza pregiudizi e disponibile, probabilmente non avrebbe mai rifiutato la sua proposta. Solo non voleva essere invadente o indiscreta, non lo conosceva da chissà quanto tempo, non avevano quel tipo di confidenza. Sospirò lasciando da parte il suo desiderio di poterlo vedere. Passarono un paio d'ore ed i ragazzi erano ancora lì, seduti a quel tavolo tra una risata e l'altra, Rhea partecipava animatamente alle conversazioni che intrattenevano quei due amici di vecchia data. Jimin era davvero simpatico e permaloso, ma estremamente carino e di compagnia, il compagno perfetto per le stronzate che sparava Seokjin.
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Teach Me ~ K.Namjoon
Fiksi Penggemar~Completa~ PRESENZA DI SMUT❤️🔞 ARGOMENTI SENSIBILI🚫 ANGUST. Non servono gli occhi per vedere, Non serve il naso per odorare, Non servono le orecchie per sentire, Non serve la bocca per gustare e Non servono le mani per toccare. L'amore non ha biso...