Capitolo 2

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Sono Marco, ho 23 anni anche se per esperienze di vita, potrei averne almeno 35.
Sono un ragazzo romano, sono cresciuto in un quartiere e il cognome che porto, ovvero Neri, non mi ha di certo aiutato sotto alcuni punti di vista. Mio padre è un noto imprenditore, si occupa di edilizia, ma non solo, perché ha un traffico di soldi e di appalti nascosti, è un uomo potente e il suo nome fa paura anche a sentirlo nominare, questo spesso mi ha permesso di essere sempre circondato da "amici" che poi in realtà non lo sono mai stati, ma era comodo avere un amico Neri.
Sono l'ultimo di 5 figli, Fabio, Giacomo, Luca, Adriano ed io.
Tra uno e l'altro ci dividono esattamente 2 anni, siano sempre stati molto uniti, mio padre, il signor Carlo Neri ci ha sempre permesso ogni cosa, ci ha sempre fatto fare una vita agiata e già da piccoli, ci spiegava che la vita va aggirata, al contrario di mia madre Sara, una donna per bene, che si era dedicata unicamente a noi figli, cercando in qualche modo, di insegnarci l'esatto contrario di ciò che diceva mio padre, con lei c'erano delle regole da essere seguite, un orario da rispettare per il rientro, voleva una buona pagella, insomma una mamma attenta.
Avevo 15 anni quando i miei genitori hanno deciso di separarsi, mio padre l'accusava di avere un altro uomo, mentre lei si difendeva dicendo che il motivo per cui non si comportava più da moglie con lui, era che gli faceva schifo, come uomo, ma sopratutto come padre, tutto questo,  dopo che mio fratello Fabio, il più grande, a 25 anni è stato arrestato per aver fatto un lavoretto, per mio padre.
Nonostante i miei genitori non si parlavano, abbiano continuato a vivere insieme per alcuni mesi, fino alla causa, ricordo che la sera prima, mio padre era seduto in giardino con il suo sigaro, l'ho raggiunto e abbiano cominciato a chiacchierare, alla fine del discorso, mi ha chiaramente detto che voleva che rimanessi con lui, che io ero forte e potevo ottenere molto dalla vita, se lo avessi seguito, mentre Adriano, Giacomo e Luca erano meno coraggiosi, erano troppi simili a mia madre per poter svolgere certe attività, inoltre, aggiunge, che se avessi accettato la sua proposta, hai miei fratelli e a mia madre non sarebbe mancato nulla, lui avrebbe continuato a mantenerli tutti, comprato una nuova casa e permesso di realizzare i loro sogni.
Ricordo di non aver dormito tutta la notte pensando alle parole di mio padre, io non volevo scegliere nessuno dei due, io volevo entrambi, ma sapevo che se avessi scelto di stare con mia madre, la vita sarebbe stata un inferno per noi, mio padre ci avrebbe tolto tutto e io non avrei più avuto contatti ne con lui, ne con Fabio, che senza dubbio era devoto a mio padre.
Così quel giorno in tribunale, sotto l'occhio stupito di tutti, io ho scelto mio padre, ho guardato mia madre negli occhi e come immaginavo, era triste, ma allo stesso tempo, sapevo che non mi avrebbe mai chiuso la porta in faccia, in fondo anche se lei è i miei fratelli non lo sanno, io lo sto facendo anche per loro.

A 17 anni vengo portato in riformatorio, mio padre mi aveva mandato a riscuotere dei soldi che ci appartenevano, mi aveva detto di non tornare a casa senza averli presi così, per non deludere mio padre, ho picchiato quell'uomo è l'ho mandato in ospedale, ho portato i soldi a casa e poco dopo una pattuglia di è presentata a casa per arrestarmi , non avevo visto che avevo picchiato quell'uomo, proprio sotto una telecamera di sorveglianza.
Dopo 6 mesi sono uscito e a casa ho trovato Fabio che mi aspettava, ci siano abbracciati forte e la sera stessa, abbiano organizzato una cena tutti insieme a casa di mamma, è stato bello ritrovarmi con tutti i miei fratelli.

Ho conosciuto Gloria, una ragazza molto appariscente, mi piace, mi fa stare bene, è una che non si fa problemi di fare le 4 di mattina in giro per locali e la tipa giusta per me.
Ma dopo 2 anni di fidanzamento, ho scoperto che mi ha tradito con uno che doveva essere mio amico, li ho trovati insieme, appartati in macchina, ero con mio fratello Adriano quella sera, sono sceso come una furia, volevo ammazzare quel bastardo, questo stesso pomeriggio mi aveva chiesto dei soldi in prestito per poter portare una ragazza a cena ed io coglione, oltre hai soldi che non avrei mai rivoluto, gli ho prestato la mia macchina, dove ora stava per farsi la mia ragazza, e gli avevo lasciato le chiavi di un  mio appartamento nel caso le servissero.
Ricordo lo sguardo di lei, non era né pentita, né mortificata anzi,  sembrava arrabbiata di essere stata disturbata sul più bello, ricordo mio fratello mettersi avanti a me e raggiungere Mirko per colpirlo e insultarlo, in quel momento ho capito che siano fatti tutti della stessa pasta che il gene di mio padre per quanto nascosto lo abbiano tutti, so anche che lo sta facendo per non farlo fare a me, perché sa che non riuscirei mai a controllarmi e lui non riuscirebbe mai a fermarmi fino a quando non sarebbe li steso immobile. Ma non posso permettere che mio fratello si rovini la vita a causa mia e da poco diventato papà, così anche se fuori da ogni mia aspettativa devo mettere da parte la mia furia, che poi avrei scatenato successivamente, per tutelare mio fratello, con forza lo tirò via da Mirko che mi guarda < scusami Marco io...> lo guardo è gli sputo addosso, poi mi rivolgo a lei che non avrei mai sfiorato con un dito < non voglio più vederti e sentirti, sparisci dalla mia vita e da tutta la mia famiglia> faccio salire mio fratello sulla macchina con cui eravamo arrivati qui, ed io mi rimpossesso della mia, lasciando Gloria e Mirko li a piedi.
Io e mio fratello ci siamo fermati in un bar e abbiamo brindato hai falsi amici e alle donne poco di buono, ovviamente l'ho ringraziato, ma lui mi ha fatto giurare che non farò niente a Mirko perché la mia vita è la mia libertà vale più di quella donna, se così si può chiamare da quattro soldi.

È passata una settimana e non ho più visto e sentito Gloria, ho saputo che ha provato a mettersi in contatto con me, ma visto che l'ho bloccata ovunque,  è stato invano il suo tentativo, mia madre mi ha detto che la cercata e che le aveva chiesto di potersi vedere,  ma io ho negato questa possibilità a mia madre a cui non ho detto niente di cosa realmente sua successo,  ma credo che dai miei occhi ha capito che era meglio così, senza fare troppe domande.
Stasera mi vedo con un mio amico Paolo,  abbiano deciso di andare a mangiare qualcosa fuori.
Arrivo al ristorante e come sempre,  visto la mia fisicità prorompente non passò inosservato, le donne mi guardano come fossi una visione,  mentre gli uomini mi guardo con un senso di timore, specialmente per chi anche solo per sentito dire, collega che sono Marco Neri.
Mentre entriamo mi guardò intorno, vedo mia cognata Manu, lei non mi ha visto, mi ricordo che Adriano mi ha detto che oggi è il suo compleanno,  quindi immagino stia festeggiando con le sue amiche, guardo il tavolo e anche se di spalle non posso non riconoscerla < che cazzo ci fa lei con
loro?> mi incammino verso di loro e noto che Manu mi guarda, sembra agitata e vedo che passa mia nipote Bea ad una ragazza seduta tra lei e Gloria, le raggiungo è un buon profumo mi arriva alle narici ma ora non ho tempo per questo, guardo Gloria, che non mi degna di uno sguardo ma fissa il suo piatto
< perché sei qui con loro? Tu non devi avere nulla a che fare con la mia famiglia > sta per rispondere, ma Manu interviene, mette la sua mano sul mio braccio che è un fascio di nervi <Marco e il mio compleanno e l'ho invitata io> la guardo fulminandola ma deduco che mio fratello non le ha raccontato cosa era successo < lei non doveva venire, sa che non voglio che abbia a che fare con la mia famiglia, quindi ora Gloria alzati e vai via> Gloria si alza < tu non puoi decidere per me >
sorrido nervosamente Manu prova di nuovo a tranquillizzarmi < dai Marco ti ho detto che è il mio compleanno e sono io a decidere con chi passarlo, non prendertela con lei> stavolta Guardo Manu e mi rivolgo a lei utilizzando un tono totalmente differente, calmo e pacato perché io non ce l'avevo con lei < Manu lei non è degna di sedere allo stesso tavolo di mia cognata e sopratutto, di mia nipote> finisco la frase e anche se con calma ho deciso di accompagnare io stesso Gloria fuori dal ristorante, sto per prenderle il braccio ma la ragazza che teneva in braccio mia nipote si alza in piedi e questo gesto, non mi permette di farlo, Bea si lamenta, quindi non so se è stato un gesto spontaneo, o se l'ha fatto per impedirmi di afferrare Gloria,

alcune persone dei tavoli accanto avendo assistito alla scena, si intromettono, dicendomi di andare via ma io me ne  frego , arriva il proprietario del ristorante e mi tira per un braccio per invitarmi a lasciarle stare,  ma con un leggero movimento mi libero della presa < non ti azzardare a toccarmi> Manu mi guarda preoccupata < Marco e meglio se vai, sai che avranno già sicuramente chiamato...> non le faccio finire la frase che la interrompo < ora vado> guardo di nuovo Gloria minaccioso e poi guardo  mia  nipote, che è tra le braccia di una ragazza, le sorrido in modo dolce, perché anche se con un modo strano di dimostrare affetto, amo quella bambina, le do un bacio sulla guancia < lo zio ti viene a trovare presto > sento di nuovo quel dolce profumo, che mi arriva dritto alla testa, era questa ragazza ad averlo, per un momento ci guardiamo negli occhi e cercando di mostrarmi calmo, le sorrido  < non sono sempre così, solo quando mi arrabbio > annuisce imbarazzata, ma lo sono anche io, ad essere sincero non mi è mai capitato di sentire il bisogno di giustificare un mio atteggiamento, specialmente con un estraneo, senza aggiungere altro do un bacio  sulla testa di Manu e vado via.
Ovviamente la cena con Paolo è saltata, almeno in quel ristorante, così decidiamo di passare direttamente al pub.

Sono nel letto e non faccio che pensare alla bassezza di Gloria, nonostante tutto non si era vergognata ad andare a cena con mia cognata e mio nipote, sicuramente dopo essere stata invitata aveva la certezza che ne io e ne Adriano l'avessimo messa al corrente. Sono dispiaciuto di averle rovinato il compleanno, ma so per certo che se avesse saputo la verità di certo non l'avrebbe voluta.
Ripenso a quella ragazza, il suo profumo, i suoi occhi mi hanno dato un senso di serenità, che difficilmente percepivo dalle persone.

Non lasciare la mia mano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora