Non lasciare la mia mano

Capitolo 15

GRETA
Sono nel letto e non riesco a dormire, guardo il telefono aspettando un suo messaggio che però non arriva.
Sono le 4:40 e il suono di un messaggio fa battere il mio cuore all'impazzata, e Marco

" buonanotte mio dolce angelo "

Tirò un sospiro di sollievo, è una lacrima mi riga il viso, sta bene è andato tutto bene.

Suona la sveglia sono le 6:00 credo di essermi appena addormentata, ma non importa, devo alzarmi e andare a lavoro.

Arrivo al forno e come sempre Tiziana e Virginia non fanno che parlare, io cerco di mostrarmi interessata quando invece non faccio che pensare a lui, sopratutto a che ne sarà di noi.
Prendo il telefono e gli invio un messaggio

" buongiorno mio angelo, sono a lavoro e non faccio che pensarti, so come la pensi e ti comprendo, ma se anche tu hai provato ciò che ho provato io, non credo che questo sia il giusto finale per noi"

Invio e cerco di concentrarmi sul lavoro, Virginia più di una volta mi chiesto se stavo bene, effettivamente il mio viso rifletteva perfettamente il mio stato d'animo, la giornata è gli avvenimenti successo ieri, il non aver dormito tutta la notte, ma mi limito a dire che sono solo stanca e che stanotte non sono riuscita a dormire bene.
Anche Leo si avvicina a me < Greta tutto bene?> annuisco < si certo, tutto bene!> mi guarda serio
< con Marco.. insomma...> solitamente non si intrometteva nelle questioni personali, ma so che lui sapeva già dall'inizio chi era Marco visto che si conoscevano, ma non voglio che ci siano pettegolezzi su di noi, sopratutto dopo quello che è successo ieri sera, ho capito bene come funziona il mondo di Marco. < certo, io e Marco tutto bene, nel senso come ben sai e il fratello di Adriano, quindi noi ci conosciamo per quello ecco..> lui annuisce e sembra rilassato < mi fa piacere... avevo pensato che tra voi...> scuoto la testa e lui sorridente si allontana, io scuoto la testa e sbuffo, perché tutti credono che non potrebbe funzionare una storia tra lui e me?
Una voce mi riporta alla realtà < zia, zia> alzo il viso e vedo Bea in braccio a Manu che mi guarda attentamente, cercando di scrutare ogni dettaglio del mio viso < ciao amore di zia, dammi subito un bacio> Bea si butta tra le mie braccia e Manu si dirige al bancone per comprare il pane, Bea comincia a toccare tutti i tasti della cassa e io sorrido nel vedere la sua faccia quando lo fa.
Manu viene per pagare, < ci fumiamo una sigaretta? Tanto non c'è nessuno> riferendosi che non c'erano clienti nel forno, la guardo severa, lei è incinta e non dovrebbe fumare, ma so che una ogni tanto se la fuma, specialmente quando è agitata < magari io fumo e tu mi fai compagnia> mi guarda sbuffando
< Greta che pelle, una ogni tanto non fa niente> annuisco e le passo la sigaretta.
Bea è rimasta dentro a chiacchierare con Virginia e Tiziana e io e Manu siamo appena fuori al forno, mi guarda < come stai? Hai una faccia?> faccio spallucce < non sono riuscita a dormire> mi guarda < lo hai sentito? > scuoto la testa < no, cioè ieri gli ho chiesto di mandarmi un messaggio quando tornava a casa e lui lo ha fatto, stamattina io gli ho scritto ma lui...> lei mi guarda < Greta...> so cosa vuole dirmi ma io la interrompo mentre una lacrima scende sul mio viso < Manu mi sono perdutamente innamorata di lui...io...> mi prende la mano e con l'altra asciuga la mia lacrima < Greta lo so... ma capisci che da domani ad ogni modo tu e lui potrete non vedervi, sentirvi... > annuisco < si ma sarebbe perché non possiamo farlo, perché la situazione non lo permette e non perché...> lei annuisce < credi che vederlo e sentirlo oggi non peggiorerebbe la situazione? Domani staresti peggio lo sai anche tu> scuoto la testa < no Manu, io non credo che questo sia il giusto finale, non così...> mi abbraccia ma l'arrivo di una cliente ci interrompe.

Manu è andata via da un po' e fortunatamente c'è stata parecchia gente che mi ha permesso di concentrarmi sul lavoro e non pensare ad altro.
Ma sono felice che è arrivato l'orario di chiusura, non vedo l'ora di andare a casa.
Mi arriva un messaggio di Mio padre