Capitolo 23

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MARCO
Mi ha definito suo fratello, poteva definirmi in ogni modo, avrei accettato essere definito come un estraneo in casa sua,ma non come suo fratello, mentre il dottore continua a parlarmi, dicendo che non devo dormire per almeno altre 10 ore, parlando di nausea e altri sintomi, io sono concentrato nella sua conversazione al telefono e fin da subito, ho capito che si tratta di Leo al telefono e cosa ancor peggiore, giustifica la sua non presenza chissà dove, etichettandomi come un imprevisto, per oggi credo di aver ascoltato abbastanza, fratello, imprevisto, sono davvero furioso. Cosa crede che sono un idiota? Crede che non so perfettamente che sta insieme a quel deficiente? Ha deciso di fare la sua vita, sono felice per lei, ma l'ultima cosa che voglio è che io sia l'imprevisto, perché nella mia vita non sono mai voluto essere un peso per nessuno e non comincerò di certo adesso ad esserlo per lei.
Da domani comincio a cercarmi una casa, e farò di tutto perché l'avvocato, riesca ad ottenere il permesso.
Dopo il controllo della polizia mi chiede di parlare, ma ora non posso, perché sarei cattivo con lei, ho la testa piena di mille pensieri e prima devo metterli a tacere, per poter affrontare una discussione con lei, fortunatamente suonano al citofono e anche se mi minaccia, che la discussione non è finita scende per aprire.
La porta si apre e vedo mio fratello con Nicolò in braccio, subito gli sorrido e mi avvicino da mio nipote per baciarlo e prenderlo in braccio, mio fratello vede il cerotto sulla testa, si guarda intorno, notando i vari scatoloni di cui alcuni aperti e l'anta dell'armadio smontata, mi chiede spiegazioni e mentre sono seduto sul letto con Nicolò in braccio, che tira la mia barba, racconto tutto a mio fratello anche di Greta e del fatto che ci ha definiti fratelli e sopratutto, che mi ha definito come imprevisto per la sua mancata uscita con il suo fidanzato, mio fratello mi guarda divertito < vabbè ma che ti importa se ti considera fratello scusa...?> Lo guardo male, ma solo ora mi rendo conto che io non gli ho mai raccontato davvero tutto di me e Greta e dopo questa affermazione, capisco che non lo ha mai fatto nemmeno lei, lui continua divertito < l'unica giustificazione al tuo sentirti offeso e che forse.... Ti piace...> scuoto la testa < lascia stare è una lunga storia io e lei...> annuisce < non avete solo passato una notte insieme prima di sapere chi eravate vero?> scuoto la testa < no, ma io le ho impedito di aspettarmi e io le ho detto di andare avanti con la sua vita...> mio fratello mi guarda accennando un sorriso e dandomi una pacca sulla spalla < scelta sbagliata Marco Neri, un'altra scelta del cazzo..> annuisco e lui continua < però sai che se vuoi,almeno puoi provare a rimediare> faccio spallucce e la voce di Manu ci riporta all'attenzione
< Adriano dobbiamo andare > mio fratello sorride
< anche io quando ho deciso di innamorarmi di Manu ho fatto una scelta sbagliata...> sorrido perché so che sta giocando, infatti continua < ma è la scelta sbagliata che rifarei altre 1000 volte al mondo > annuisco e insieme a lui raggiungiamo il piano di sotto, subito Bea mi abbraccia, ed io me la bacio tutta < zio zio ti fa tanto male la testa?> scuoto la testa e deduco Greta abbia raccontato a Manu cosa è accaduto, anche Manu si avvicina, mi abbraccia e mi bacia, poi passa la sua mano sul mio viso < sicuro di star bene? Sei un po' bianco > scuoto la testa < si sì tranquilla sto bene, sarà solo colpa della stanchezza e del sangue perso> lei annuisce < ok per qualsiasi cosa chiamateci > mentre dice l'ultima frase, guarda sia me che Greta ,ed io non mi lascio sfuggire l'occasione < Greta deve uscire, non è di certo la mia balia, comunque grazie, se ne avrò bisogno vi chiamo> Greta mi fulmina, ma io la ignoro < ragazzi io vi salutò ho molto da fare> saluto e vado in camera, sento la testa girare un po', ma faccio finta di nulla e continuo a sistemare i scatoloni.

GRETA
Ho raccontato tutto a Manu, che non ha smesso di ridere per 5 minuti, dopo aver saputo che l'ho definito fratello.
Poi senza esitazione mi chiede di Leo, ed io non so davvero cosa dire
< con lui io non lo so, gli voglio bene, mi fa stare bene ma...il non sono innamorata di lui e questo lo sa anche lui...dovrei dirgli di Marco, che è qui, ma ho paura di una sua reazione negativa...> Manu mi interrompe < quindi hai paura che non possa accettare che vivi con Marco e di perderlo?> scuoto la testa < no, io credo sia più paura di ferirlo, di deluderlo > Manu prende la mia mano < Greta, perché non provi a pensare un po' a te? > la guardo confusa < cioè?> mi sorride < aiutando Marco non stai facendo nulla di male, quindi non dovresti avere paura di una sua reazione, e non dovresti sentirti in colpa per questo, come dall'altra parte, se vuoi uscire con Leo, se hai le tue cose da fare, non devi sentirti in colpa per Marco, se lui è in questa situazione per quanto non dovrebbe essere lui a pagare... ma questo è un altro discorso, sapeva che il suo destino era questo è non è colpa tua Greta> mi asciugo una lacrima < Greta sapevo che la presenza di Marco sui a casa, ti avrebbe destabilizzata e questo era il motivo per cui non volevo che Adriano nemmeno te lo proponesse...quindi se la sua presenza ti fa stare male, troviamo in alternativa, parliamo con l'avvocato...> la interrompo, perché tutto volevo, meno che fargli credere che lui era un problema per me.
Marco e Adriano ci raggiungono e Bea che ovviamente aveva ascoltato il discorso, di come Marco di e fatto male chiede subito della sua testa, lui mi guarda avendo la certezza a questo punto, che avevo raccontato a Manu cosa era successo, proprio lei, dopo averlo baciato e abbracciato gli accarezza il viso e gli chiede in maniera diretta se davvero si sente bene, perché effettivamente lo avevo notato anche io, era bianco come il latte, lui si giustifica dicendo che è solo per via della stanchezza e del troppo sangue perso, Manu guardando prima lui e poi me, dice di non esitare a chiamarli per qualsiasi cosa, io annuisco ma lui in maniera secca, diretta e distaccata, le risponde < Greta deve uscire, non è di certo la mia balia, comunque grazie se ne avrò bisogno vi chiamo> lo fulmino, ma lui mi ignora saluta tutti e va via.
Io saluto e dopo che sono andati via,raggiungo la sua camera come una furia, spalancò la porta e lo trovo seduto sul letto, con gli occhi chiusi < stai bene?> al suono della mia voce, apre gli occhi e mi guarda in maniera gelida < si Greta, sto bene e devi smetterla di preoccuparti per me> sinceramente non capisco questo suo comportamento < si può sapere che hai? Si può sapere che vuoi?> scuote la testa, si alza in piedi e lo vedo quasi barcollare, allungo la mano per afferrarlo per il braccio < non voglio niente Greta, anzi una cosa la voglio, che torni alla tua vita, quella che facevi fino a ieri, prima del mio arrivo > lo guardo e continuo a non capire < io non ti capisco...> mi interrompe < significa che non sono tuo fratello di cui devi prenderti cura, significa che io non voglio essere un imprevisto ...> aveva ascoltato la mia chiamata con Leo ora è tutto chiaro, lui continua < ho fatto tante scelte di merda nella mia vita, ma l'unica sensata, è stata quella di aver scelto, Anche a caro prezzo, di non essere un peso per nessuno e non comincerò da te adesso... che sia chiaro> scuoto la testa, perché lui non ha capito nulla, il problema non è lui, ma il problema sono io, ma devo mostrarmi forte < credi che sto rinunciando alla mia vita per te? Ti sbagli... due anni fa lo avrei fatto, ma non oggi Marco > sbatte le mani sul letto e mi guarda furioso < ed io sono felice di questo, quindi, quando come oggi devi uscire con quel coglione, fallo... perché ti ripeto, io non voglio essere l'imprevisto di nessuno, tantomeno il tuo > ora sono io a guardarlo furiosa
< punto primo,non chiamarlo coglione, perché non lo conosci e non sai... > alza le sopracciglia quasi divertito ed io continuo < secondo, non ascoltare le mie telefonate, e terzo l'imprevisto non eri tu... ma che per colpa mia ti sei fatto male... ma visto che a quanto pare ti sei ripreso molto bene, visto le stronzate che dici... stasera vado a cena ben volentieri con lui...> mi guarda e annuisce < brava, fai bene, vatti a preparare altrimenti fai tardi...domani chiamo l'avvocato e il prima possibile vado via da qui> mi volto, raggiungo la porta, lo guardo furiosa < e fammi il cazzò del favore, di dire hai tuoi angeli di smetterla di seguirmi, non ho bisogno di loro e né tantomeno di te che li mandi... > sbatto la porta e vado in camera, sono incazzata nera,prendo il telefono chiamo Leo, cercando di mostrarmi calma, ovviamente accetta subito la cena, quindi mi vado a preparare, esco dal bagno e lui è in camera, perché intravedo la luce accesa, ma non sento nessun rumore provenire da dentro, ignoro e vado in camera per prepararmi.

Sono pronta e Leo mi ha scritto che sta arrivando, scendo e trovo Marco, davanti al lavandino della cucina che beve un bicchiere d'acqua, è davvero molto bianco in faccia, ma ora non posso di certo dirgli nulla, reagirebbe sicuramente male, noto come in silenzio mi osserva dalla testa hai piedi, indosso un tubino rosso, scarpe tacco 12 nere e borsa abbinata, capelli raccolti in una stranamente perfetta coda di cavallo un leggero velo di trucco e il mio immancabile profumo.
Ci guardiamo e entrambi non diciamo nulla, mi arriva un messaggio,Leo è arrivato, lo guardo un momento e sono sincera sono tentata di restare perché davvero lo vedo troppo pallido, ma poi ricordo le sue ultime parole < io vado, ci vediamo> annuisce < buona serata> scuoto la testa e sorrido.
Esco e subito Leo mi viene incontro < tesoro sei uno spendere stasera> sorrido < anche tu stai bene> sorride e si avvicina per baciare le mie labbra, ed io glie lo lascio fare sperando in cuor mio, che Marco abbia visto con i suoi occhi, che sono in grado di vivere la mia vita.
Una volta in macchina mando un messaggio a Manu, senza troppe spiegazioni gli dico che sono uscita con Leo, ma che con una scusa, di tenere Marco sotto controllo perché era più bianco di prima.

MARCO
Ha detto che non devo permettermi di dargli del coglione, certo ad uno che non si accorge che ogni volta che è con lei e seguito, ad uno che ha richiesto un colloquio con me in carcere, per chiedere il mio permesso per potersi avvicinare a lei, all'inizio lo avevo anche apprezzato, perché credevo lo facesse per rispetto, invece andando avanti nella conversazione, ho capito che lo stava facendo solo perché aveva paura di me, sapeva che eravamo usciti insieme e sapeva che anche se io ero dentro, c'era qualcuno fuori al mio posto è lui per paura, voleva il mio permesso, ricordo che quanto gli ho chiesto cosa avrebbe fatto se io non fossi stato d'accordo, lui immediatamente ha detto che non l'avrebbe nemmeno più guardata, uno così, può essere solo chiamato coglione, perché io per lei mi sarei messo contro anche il padre terno.
Prima di uscire mi dice che andrà a cena con lui e io mento spudoratamente, quando dico di essere felice e ancora una volta, prima di uscire, mi dice che non vuole più i miei angeli intorno, se crede che non la farò più controllare si sbaglia, o almeno per un altro po',che le piaccia o no, la seguiranno.
Esce dalla stanza sbattendo la porta, ed io mi butto sul letto, la testa e confusa, un senso di nausea mi arriva, ma cerco di calmarla con la respirazione...
Apro gli occhi, mi sono addormentato, devo farmi un caffè per stare sveglio, passo davanti la porta della sua camera ed è chiusa, raggiungo la cucina bevo subito un caffè e poi mi prendo un bicchiere d'acqua, la vedo avanti a me, ed è a dir poco bellissima, non riesco a toglierle gli occhi di dosso, quel tubino rosso le mette in risalto tutte le forme, ed io ricordo alla perfezione cosa c'è sotto quel vestito, vorrei strapparglielo di dosso, l'arrivo di un messaggio al suo telefono, mi riporta alla realtà, sopratutto ricordandomi che anche stavolta, sono io che l'ho spinta nella direzione opposta alla mia < io vado, ci vediamo> annuisco e per quanto vorrei dirle non andare...mi limito <buona serata>.
Esce e la vedo raggiungere Leo, lui la guarda con gli occhi di chi le sarebbe saltato immediatamente addosso, si avvicina e la bacia, questi gesti è una pugnalata allo stomaco, ma infondo me lo sono cercato.

Sono seduto sul divano, mi sento davvero molto debole e provato, mi sento a pezzi.

Non lasciare la mia mano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora