Capitolo 48

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GRETA
Alessia mi aveva detto che era tutto collegato, ma non pensavo mai che a uccidere mio fratello era stata la famiglia di Marco è quel verme di Leo... non riesco davvero a credere, che erano disposti ad uccidere qualcuno, di innocente, pur di ferire me, pur di ferire Marco a sua volta, per aver scelto di tirarsi fuori, so che sono stata dura con lui, immagino che non sia stato facile per lui dovermi dire, che mio fratello e morto a causa del nostro amore è che uno dei mandanti era proprio suo padre, ma io voglio guardarli negli occhi, spero che Marco faccia la scelta giusta, perché se stasera non sarà lui a portarmi, io il modo lo trovo comunque, ma lui non mi vedrà mai più.

Sento la porta aprirsi e vedo lui in piedi davanti a me, i suoi occhi sono rossi, come chi ha pianto per un tempo interminabile, lo guardo e lui piano si avvicina e di siede sul letto affianco a me < Greta io... mi sento un mostro, mi sento sporco, al solo pensiero che la mia famiglia... insomma che loro...> prendo la sua mano < non è colpa tua, tu non sei loro Marco... basta pagare per sbagli non tuoi, basta> mi guarda e mi abbraccia forte < mi dispiace non averti detto subito la verità...fino a prima, ho sperato che le informazioni fossero sbagliate... io non riesco a darmi pace per questo, scusami Greta davvero!> leggo nei suoi occhi tutta la sincerità e lo bacio < Marco permettimi di venire stasera, come te, anche io ho bisogno di sapere... per favore, dimostrami che ti fidi davvero > annuisce < ci sarà anche tuo padre, ma ascoltami bene Greta, come lui, anche tu avrai modo di vedere Leo, ma non mio padre, lui è pericoloso Greta, è davvero non mi perdonerei mai se vi succedesse qualcosa > annuisco < ok> mi guarda incredulo < Greta giurami che...> lo bacio < ti amo > ricambia il bacio < ti amo anche io> rimaniamo così un po' abbracciati, poi gli arriva un messaggio sul telefono e mi guarda < preparati dobbiamo andare>
Annuisco e vado a cambiarmi, indosso scarpe da ginnastica, una minigonna di jeans e maglietta a nera a mezze maniche, coda da cavallo e niente trucco.

MARCO
Quando e salita sono rimasto a pensare è una scarica di delusione verso me stesso, verso la mia famiglia, mi ha portato ad un pianto disperato, avrei spaccato tutto, ma volevo tenere la rabbia per stasera, perché davvero, avrei fatto modo e maniera che tutti pagassero il giusto conto, mi faccio paura da solo, ma sono disposto a uccidere anche mio padre, se questo è il prezzo da pagare per vendicare la morte di Daniele e per prendere la mia libertà, forse sarei finito in prigione per tanti anni, ma almeno avrò fatto giustizia per me, per lei e per la sua famiglia, tanto ad ogni modo, se non riesco a fermare mio padre, sarò costretto a vivere in prigione comunque, forse diversa, ma pur sempre una prigione.
Raggiungo Greta mi scuso, con lei e sembra aver capito, mi dice che devo smetterla di pagare conti non miei, le dico che può venire, ma ke spiego che avrà modo di vedere solo Leo, mio padre no, sarebbe pericoloso, mio padre non si farebbe scrupoli con lei, è arrivato ad uccidere suo fratello per ferirla, potrebbe provare ad uccidere Andrea per lo stesso motivo e anche lei stessa.

Saliamo in macchina e raggiungiamo casa di Andrea, appena vede sua figlia, mi guarda male < lei... perché lei? Marco lei deve starne fuori> sto per rispondere, ma lo fa Greta < papà sali oppure rimani qui, io vengo punto e basta> Greta si era rivolta a lui in modo duro e Andrea, senza controbattere sale in macchina, durante il tragitto gli spiego tutto e entrambi acconsentono.
Arriviamo in capannone in mezzo ad un bosco, già ci sono 2 macchine, una di Stefano e l'altra dei suoi uomini. Scendo e metto la pistola dietro hai pantaloni, Andrea e Greta scendono < state dietro di me e non fate nulla di testa vostra> entrambi annuiscono e io prendo la mano di Greta che subito stringe.
Ci avvicinano e sento Stefano che parla < allora puoi dire al tuo capo, che per le armi e tutto ok...> faccio il segno ad Andrea di entrare e insieme lo facciamo, Leo appena ci vede, subito indietreggia < loro che ci fanno qui? Che c'entrano loro?> Stefano mi sorride e poi guarda Leo < loro hanno un conto in sospeso con te e io, da buon amico gli sto dando modo di risolverlo > Leo sembra impaurito < quando il mio capo saprà di questo gioco tu... anzi voi... la pagherete tutti > sorrido, guardo Andrea che subito fa due passi verso di lui < voglio sapere perché? > lui sorride < dillo a quella Troia di tua figlia perché...> lo raggiungo con due passi e lo prendo per il collo < non ho capito come hai chiamato la mia fidanzata...> lui sgrana gli occhi e Stefano, mette una mano sul mio braccio < Marco non ora... lascialo> lo mollo con forza e cade a terra < chiedile subito scusa..> lui la guarda < scusa> lei lo fissa e non dice nulla, mentre Andrea continua < ti ho fatto una domanda... ti ho chiesto perché ...> lui ci guarda < perché tuo figlio mi ha picchiato, perché tua figlia mi ha rifiutato per lui..> Andrea si avvicina a lui < quindi per questo, tu hai ucciso mio figlioooo per questo tu hai ucciso mio figliooo????> lui scuote la testa < no, non guidavo io...> queste parole mi danno una scarica elettrica, se non guidava lui, significa che guidava mio fratello, Andrea mi guarda < Marco... > annuisco < Andrea ci penso io, ora prendi Greta e andate via con la mia macchina > lui annuisce e va verso Greta, ma lei è ancora lì immobile, li raggiungo anche io e accarezzo il suo viso < amore vai, tra poco ti raggiungo > mi guarda e scuote la testa < non posso... io non posso...> la guardo, nel mentre Stefano gli sta ordinando di chiamare Antonio Fabrizi per farci raggiungere, ma lui sembra non voglia farlo < Greta devi andare, sta arrivando mio padre...> mi guarda < anche tuo fratello giusto?> annuisco e solo ora capisco, che non le basta Leo, lei sa che a investire Daniele e stato mio fratello, Andrea la tira per un braccio < Greta andiamo, ora ci pensano loro...> lei mi guarda < papà tu vai... io resto qui...> Andrea scuote la testa, nel mentre vedo Leo sfilare la pistola di uno degli uomini di Stefano e puntarla proprio verso di lui, mi volto e nel momento in cui metto la mano dietro la schiena per prendere la mia pistola, mi accorgo che non c'è e sento uno sparo provenire da dietro le mie spalle, e lei e Greta con la mia pistola.

Non lasciare la mia mano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora