Capitolo 13

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MARCO
Suona il mio telefono e leggo sullo schermo Massimo, rispondo subito perché lui è il ragazzo che fa la sentinella davanti la mia palestra di notte e se chiama e perché c'è un problema.
< massimo che succede?>
< Marco 3 tizi stanno cercando di entrare in palestra, tu mi hai detto che devo chiamarti senza intervenire...>
< si sì hai fatto bene, da dove stanno entrando? >
< dall'entrata sul retro, che faccio intervengo?>
< no, no non fare nulla, ora arrivo, ci penso io, continua solo a guardarli >
Chiudo la chiamata e mi accorgo che Greta è dietro di me e ha ascoltato la chiamata
< che succede?>
Scuoto la testa mentre cammino, devo sbrigarmi
< nulla, un piccolo problema in palestra> mi blocca tirandomi il braccio
< non mi prendere in giro, perché non chiami la polizia?>
Sorrido e accarezzo la sua guancia < benvenuta nel mio mondo Greta, dove i problemi devo risolverteli da solo > allungo il passo è raggiungo di nuovo il salotto, guardo mio fratello < io devo andare, ce un allarme della palestra che suona > so che lui ha capito e credo anche mia madre della sua espressione.
Daniele mi guarda < vuoi che veniamo con te? Così non vai da solo>
Scuoto la testa, perché non voglio metterli di certo nei guai
< no non serve, è una stupidaggine ci metto poco>
Greta mi guarda furiosa, prende la borsa
< ti accompagno io>
La filmino con lo sguardo
< non c'è bisogno>
Cerco di utilizzare un tono calmo, ma lei mi guarda con sfida
< ti faccio compagnia, ho bisogno di fare un giro, tanto hai detto che è una stupidaggine>
Tutti ci guardano
Io guardo Adriano e lei Manu, suona di nuovo il mio telefono e massimo
< dimmi>
< Marco sono entrati >
< 5 minuti e sono lì>
Chiudo la chiamata e guardo i presenti
< ci vediamo tra poco>
Mi incammino verso l'uscita e lei testarda come un mulo mi segue, usciamo < Greta non voglio...> non finisco la frase, che è già seduta nella mia macchina, questa ragazza è davvero fuori di testa, salgo e parto con la macchina, accelero perché devo sbrigarmi, lei non dice nulla, ma lo faccio
< ascoltami bene, non voglio che tu..>
< che io cosa... sappia qualcosa in più della tua
vita?>
Sorrido
< Greta non è un gioco questo, lo capisci? Non è un gioco la vita reale ed io non voglio che tu sia coinvolta in niente> mi guarda e non dice nulla così continuo
< adesso fai esattamente come ti dico, altrimenti ti faccio vedere come mordo io...>
Arriccia la fronte, ovviamente non l'avrei sfiorata con un dito,se non per farle dolci carezze
< quando arriviamo, tu resti in macchina e non ti muovi da lì per nessuna ragione, ok?>
Mi guarda < e tu cosa fai?>
< io vado a prendere chi è entrato nella mia palestra, senza il permesso>
Mi guarda < perché non puoi chiamare la polizia e fare in modo che intervengono loro?>
Faccio un respiro profondo
< perché verrebbero, e dopo aver preso ,sempre se ci riescono, chi è entrato, faranno modo e maniera di trovare qualche problema con la palestra e aggiungere anche questo, alla mia liste delle buone azioni, inoltre farebbero una perquisizione, smonterebbero la palestra e se mi dice bene ,in due giorni la riapro, altrimenti potrebbero passare mesi, ciò significa 40 dipendenti a spasso, quindi per nessuna ragione al modo la polizia deve essere avvisata>
Mi guarda confusa < perché, sei tu quello che sta subendo un torto...>
La interrompo < Greta, perché mi chiamo Marco Neri, perché ho precedenti penali e perché più accuse ho a carico e più possono aumentare la mia pena > l'ho detto con un tono di voce alto, lei mi guarda, credo di averla turbata, ma riesce a stupirmi < che schifo di giustizia abbiamo > mi viene da sorridere.
Arrivo davanti la palestra e vedo Massimo, parcheggio e prima di scendere guardo lei < Greta ti lascio le chiavi della macchina, se tra mezz'ora non mi vedi, o se vedi arrivare la polizia, prendi la macchina e torna a casa da Adriano, ma non voglio che per nessuna ragione al mondo, scendi dalla macchina ok?> annuisce e io scendo .

Massimo mi spiega che ha riconosciuto uno di loro e che è uno scagnozzo, della famiglia Fabrizi una famiglia rivale della nostra, o meglio di mio padre fin dalla sua gioventù.

Non lasciare la mia mano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora