Capitolo 43

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MARCO
Nel momento in cui mi ha chiesto di parlarmi, ho visto nei suoi occhi, che davvero ne aveva bisogno, ho capito quanto fosse difficile per lei, così non sono stato capace di negarle questa cosa.

Ho ascoltato attentamente ogni singola parola, aveva paura di sembrare debole hai miei occhi, raccontandomi della psicologa, ed io ho le ho spiegato chiaramente che per me era il contrario, mentre raccontava ha detto che aveva un problema, di cui non mi aveva mai parlato, anche se con timore, le chiedo di che si tratta, lei si avvicina alla finestra e guarda il punto nella strada, dove Daniele è morto tra le sue braccia e mi dice che è bloccata, che non riesce a percorrere quel tragitto, spiegandomi che il motivo per cui non era mai voluta andare a casa mia, era questo, non passare in quel preciso punto.
La rassicuro è chiaramente le dico ciò che pensò, ciò che mi esce dal cuore, che insieme, supereremo tutto, anche questo problema.

Dopo aver fatto l'amore la guardo, e così bella, dolce, si è mostrata agli occhi forte, come quella che aveva superato tutto, quando invece, dentro ogni giorno soffriva, aveva trovato il coraggio di farsi aiutare, ma lo aveva nascosto a tutti, mi sento onorato di essere l'unica persona, di cui prima di tutti si è fidata.
Mi accarezza il viso < a che pensi?> sorrido < a te ovviamente > sorride anche lei e in questo momento mi viene un idea < andiamo forza, sono le 16:00 del pomeriggio > mi guarda e si mette il cuscino in faccia < dai Marco, restiamo ancora un po' a letto...> mi alzo e la tirò dai piedi, mentre lei grida < ok, ok mi alzo...> si tira su e sorride < però almeno dimmi che vuoi fare> sorrido, perché so che si lamenterà
< andiamo in palestra ad allenarci > sgrana gli occhi < tu sei tutto matto... io sono reduce da una sbornia e tu.... Tu vuoi farmi allenare > annuisco < certo, e la tua punizione per aver bevuto così tanto> la sollevo di forza dal letto e lei controbatte < ieri hai detto che non eri arrabbiato per questo...> annuisco < infatti non mi sono arrabbiato per quello, ma perché ho dovuto aspettare stamattina per fare l'amore, quindi.... Andiamo in palestra> fa una smorfia ma si va a vestire.

Arriviamo in palestra, mano nella mano e tutti ci guardano, non siamo mai venuti insieme, in questi giorni eravamo stati totalmente presi dall'apertura del locale.
Lei mi sorride < credo che morirò presto bruciata> sorrido, lei stringe la mano < mi stanno letteralmente fulminando, le tue innumerevoli ammiratrici...> la tirò a me e la bacio < falle bruciare...a me importa solo che mi guardi tu> sorride e stavolta mi bacia lei < almeno morirò bruciata, ma felice > sorrido e ci salutiamo davanti hai spogliatoi, per andare a prepararci.

Sono fuori allo spogliatoio femminile, sto aspettando Greta e una ragazza si avvicina a me, all'inizio non la riconosco, ma poi una volta proprio davanti a me, capisco che si tratta di Susanna, era una ragazza a cui avevo fatto alcune lezioni di boxe e poi ci eravamo trovati a letto insieme, è successo una sola volta, per me non ha mai significato nulla, mentre lei per settimane, mi aveva cercato e quasi supplicato di vederci di nuovo.
< ciao Marco, come stai? È un piacere vederti > sorrido per educazione < Susanna... molto bene grazie.. tu?> si avvicina e mette una mano sulla mia spalla < ora che ti ho visto... sto molto bene...> prima che possa aggiungere altro, ma sopratutto che Greta assista a questa scena, la interrompo, togliendo con gentilezza, la sua mano dal mio corpo < mi fa piacere se stai bene> lei mi guarda sorpresa < che c'è? Non ti piace più farti accarezzare?> scuoto la testa < certo... ma solo dalla mia fidanzata... che sto aspettando qui fuori...> fa spallucce < ma dici davvero? Greta? La segretaria e la tua fidanzata? Non farmi ridere...> sto per rispondere, ma la porta dello spogliatoio si apre e Greta esce, ho paura che fraintenda, ma lei mi sorride e subito dopo, cambiando totalmente espressione del viso, guarda Susanna, mentre con disinvoltura si avvicina a me, accarezzando proprio la spalla, come aveva fatto Susanna < credo che dovrai farti una grandissima risata allora tesoro... perché proprio io sono la sua fidanzata...oltre ad essere sua segretaria d anche sua socia...> bacio la sua mano e lei mi sorride, Susanna è rimasta sorpresa e non dice nulla, Greta mi sorride < andiamo ad allenarci amore?> annuisco e bacio le sue labbra < certo, siamo venuti per questo > camminiamo e sento come Greta stringe forte la mia mano, io sorrido < gelosa?> mi fulmina
< assolutamente no... > annuisco < ok> la porto in una saletta, dove siamo solo noi, dove le pareti non permettono a chi è fuori di vedere l'interno. Chiudo la porta, lei mi guarda < quindi che dobbiamo fare qui?> gli tirò due guantoni < scaricare un po' di nervosismo...o di gelosia...> pronuncio l'ultima frase mentre sorrido, lei mi fulmina e mi tira un guantone addosso < gelosa? Dovrei essere gelosa di quella? > scuoto la testa d sorrido, perché era impazzita di gelosia è non voleva ammetterlo, mi tira anche l'altro guantone < rispondi... dovrei essere gelosa di quella lì...?> si avvicina minacciosa a me, ed io le blocco le mani < no...non dovresti esserlo di nessuna...> sorride nervosa, ed io continuo < però lo sei comunque...> mi spintona e io con una mossa la metto a terra, sono sopra di lei e la tengo immobilizzata, con una mano tengo stringo i suoi polsi sopra la sua testa e con le mie gambe blocco le sue < dimmi che sei gelosa...> scuote la testa e io la bacio < dimmi che sei gelosa...> scuote la testa di nuovo < ok... meglio così...almeno non ci saranno problemi, se la faccio venire ad allenarsi con noi adesso...> faccio per alzarmi, allentando la presa sulle sue gambe, ma lei subito le stringe con una forza inaspettata intorno al mio bacino < non ti azzardare... Marco...> sorrido e sgranò gli occhi per farla continuare < ok, sono stata leggermente gelosa...> annuisco < leggermente?> annuisce < si così leggermente, che avrei voluto tagliare la sua mano... ma solo leggermente > la bacio < mi piace che sei gelosa..> sorride < sei uno stronzo lo sai...> sorrido anche io e mi alzo, aiutando lei a fare lo stesso.

GRETA
Quella Susanna, non era la prima volta che la sentivo fare apprezzamenti su Marco, si vantava di essere stata a letto con lui... avrei sempre voluto metterla al suo posto, ma la situazione non me lo aveva mai permesso, ma oggi, finalmente l'ho fatto...
Marco vuole a tutti i costi sentirsi dire che sono gelosa, ed io non ne ho nessuna intenzione, non voglio dargli questa soddisfazione, ma nel momento in cui dice di volerla far unire a noi per la lezione, confesso la mia gelosia.

Marco mi insegna come si danno i pugni, calci, mi ha fatto fare il sacco e poi abbiamo fatto una specie di incontro io e lui, ovviamente io picchiavo e lui cercava solo di parare i miei colpi, gli ho sferrato un pugno fortissimo in faccia e un calcio sullo stomaco, mi sono sentita mortificata è dispiaciuta, ma lui ha detto di stare bene, quindi abbiamo continuato.
Sono sfinita, mi butto a terra e alzo i guantoni
< basta sono distrutta..> ho il fiatone, lui si avvicina a me < sono fiero di te amore mio> mi aiuta ad alzarmi < andiamo a farci una doccia e poi ci andiamo a preparare> scuoto la testa < a preparare per cosa? Marco sono a pezzi> mi sorride < amore dobbiamo lavorare, non so se ti ricordi, ma abbiamo un locale > annuisco < quindi dobbiamo andare al The family?> annuisce < si ma prima andiamo a cena > sorrido e annuisco, dopo tutto quello che è successo stanotte, il minimo che posso fare e accontentarlo, il suo sorriso non ha prezzo.

Siamo saliti in macchina e stiamo andando verso casa per prepararci alla cena. Suona il suo telefono e sul display della macchina, c'è scritto Fabio, lui non risponde, io lo guardo ma non dico nulla, so che era rimasto molto deluso dal comportamento di suo fratello, che lo aveva allontanato dopo aver saluto che lui voleva uscire da quel giro, sembra molto pensieroso, il telefono suona di nuovo e sul display sempre lo stesso nome, stavolta decido di intromettermi < magari vuole dirti qualcosa di importante, o semplicemente sapere come stai?> sorride nervoso < non lo conosci abbastanza, se sta chiamando, è solo in veste di portavoce di mio padre e non c'è nulla di buono in questo > annuisco e il telefono smette di suonare.
Arriviamo a casa e velocemente ci prepariamo, Marco mi ha detto che ceneremo al ristorante dello stabilimento, anche per vedere con i nostri occhi e assaggiare ciò che viene proposto e come viene proposto.

Entriamo e veniamo accolti con gentilezza, ovviamente il giovane cameriere che ci condotto al tavolo, non sapeva chi eravamo, ma il suo responsabile si, infatti si appresta a raggiungerci e ci propone tutto ciò che la cucina dispone.
Ordiniamo piccoli assaggino di tutto e poco dopo, veniamo serviti, ci guardiamo intorno e nel ristorante c'è il pieno.
Io e Marco mangiano, sorridiamo e sopratutto chiacchieriamo del più e del meno.
Dal ristorante notiamo già una gran fila per entrare nel locale, questa era la prima sera ufficiale è già da stasera, potevamo capire se il nostro locale era apprezzato o meno.
Marco richiama il responsabile della sala < il conto per favore > l'uomo rimane sorpreso < signor Marco... il conto?> era palese che essendo i proprietari, non si aspettava una richiesta del genere, Marco annuisce e l'uomo si allontana verso la cassa, conosco i suoi occhi < che stai tramando?> fa spallucce e sorride < nulla di particolare > l'uomo torna con il conto, Marco gli sorride e lo ringrazia, vedo che si guarda intorno e poi alza la mano, per richiamare l'attenzione del giovane cameriere che ci aveva accolto all'inizio, il ragazzo si avvicina quasi intimorito, il responsabile lo guarda con sospetto, pensando chissà cosa aveva combinato quel ragazzo, ma io ho già capito tutto e sorrido, Marco guarda il ragazzo < come ti chiami?> lui prontamente risponde < Luca > Marco annuisce < ok, Luca come ti avranno già informato, io sono Marco lei è la mia fidanzata Greta e noi siamo due, dei proprietari di tutto questo...> il ragazzo annuisce, sempre più intimorito, Marco prende la ricevuta del conto
< questo è il conto per la nostra cena, ma come puoi ben immaginare, non serve che io paghi, visto che è tutto mio, giusto?> il ragazzo è sempre più agitato e ad essere sincera, sta facendo agitare anche me, Marco apre il suo portafogli e tira fuori i soldi, 180€ il totale del conto < questi soldi, vorrei che tu li dividessi con i tuoi colleghi, è solo un piccolo gesto, per ringraziarvi per come lavorare..> il ragazzo sembra al settimo cielo < grazie signore, grazie davvero...> Marco apre di nuovo il portafoglio e tira fuori una banconota da 50€ < quelli lì dividi per i tuoi colleghi, questo sono per te... per il modo educato e accogliente con cui ci hai accolto, nonostante non sapevo chi eravamo, quindi mi auguro, che continuerai  a lavorare sempre allo stesso modo, questo è un mio modo per ringraziarti, e per invitarti a fare sempre meglio> il ragazzo sembra davvero commosso e non smette più di ringraziarlo.
Una volta soli, guardo Marco < ti amo anche perché sei così...> lui fa spallucce < mi ha colpito da subito il suo modo gentile ed educato.. inoltre l'ho fatto di proposito davanti al responsabile, perché spero abbia capito, che ogni cliente va servito e coccolato come hanno fatto con noi> lo bacio e insieme usciamo per raggiungere la passerella che ci condurrà al nostro locale.

Non lasciare la mia mano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora