Capitolo 49

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GRETA
Siamo arrivati davanti casa, Marco apre il cancello ed io lo blocco < aspetta ho bisogno di fare una cosa> lui mi guarda e sorride, prendo la sua mano e comincio a camminare nella via, lo guardo < non lasciare mai la mia mano> lui la stringe più forte, arriviamo a pochi passi, da dove mio fratello è stato ucciso, Marco continuando a tenere la mia mano mi abbraccia da dietro < amore mio non sei sola, siamo insieme, tu sei forte e sono sicuro che puoi farcela > annuisco e faccio un passo, poi un altro fino a trovarmi esattamente sul punto, mi inginocchio proprio come avevo fatto quella sera, Marco si inginocchia con me, fisso l'asfalto, sento che vorrei piangere, ma non mi esce una lacrima, guardo Marco mi accarezza il viso < lasciati andare amore mio, non devi dimostrare nulla a nessuno, tanto meno a me > queste sue parole sono una liberazione per me, la paura di essere vista debole, svanisce nell'istante in cui lui mi parla, così come un rubinetto, fiumi di lacrime scendono sul mio viso, tremo e singhiozzo, Marco mi tiene tra le sue braccia e mi culla < brava amore mio, sfogati > lo stringo forte e non so per quanto rimaniamo così.

Lo guardo e accarezzo il suo viso < io...> mi zittisce baciando le mie labbra, solo ora mi rendo conto davvero, di ciò che abbiamo vissuto questa sera, io ho ucciso suo fratello, lui ha ucciso suo padre, noi siamo diventati entrambi assassini, ed io anche se lui non lo mostra, gli ho causato dolore, lo stesso per cui lui ora e qui a consolarmi, accarezzo il suo viso
< andiamo a casa > annuisce e mi aiuta ad alzarmi.

Entriamo a casa lui mi guarda < andiamo a fare una doccia> annuisco e mentre saliamo le scale lo guardo < dobbiamo chiamare Stefano, sapere come sta > scuote la testa < no Greta, non possiamo chiamare nessuno > lo guardo confusa, lui nel frattempo si spoglia < tra qualche ora sicuramente la polizia verrà qui...sono morti mio padre e mio fratello, quindi controlleranno telefoni... non possiamo lasciare traccia di nulla> lo guardo dritto negli occhi
< Marco... io ho ucciso tuo fratello...> non mi fa continuare, che mette le sue labbra sulle mie < era giusto così..> sembra che abbia bisogno di convivere più se stesso, che me e questo mi fa male, < mi dispiace...> ora mi guarda severo < non dovresti dispiacerti Greta, loro non si sono dispiaciuti> annuisco e nel mentre lui e tra in doccia, lo raggiungo e ci laviamo velocemente.
Ci sdraiamo nel letto, sono ormai le 3:00 di notte lo guardo < ora che succede?> lui fa spallucce < non lo so... o meglio, tutto ciò che mi lega al passato di mio padre e stato cancellato, ora c'è una decisione da prendere...ma prima, ad ogni modo dobbiamo aspettare la polizia, farà tante domande... l'unica cosa che voglio che mi giuri all'istante, e che non dirai mai nulla di ciò che è successo a nessuno e per nessuno dico nessuno, in ogni circostanza, tu non sei mai stata lì, tu non hai mai visto nulla e tu non hai mai saputo, che loro erano gli assassini di tuo fratello ok?> annuisco mi guarda  < Greta voglio che me lo
giuri > lo guardo dritto negli occhi < te lo giuro > annuisce e mi abbraccia < ora cerca di riposare un po' ok?> annuisco e lo stringo forte.

MARCO
Sono felice che sia riuscita finalmente a raggiungere il punto in cui Daniele era morto e sopratutto, che si dia lasciata andare, in questo momento mi rendo realmente conto che da domani, anzi già da ora non siano più i stessi, avremmo sulla coscienza delle vite, che per quanto schifose erano comunque vite.
Una volta a casa, capisco dai suoi occhi che Greta si sente in soggezione con me, forse perché ha ucciso mio fratello, perché io ho ucciso mio padre è tutto questo era legato a lei, a suo fratello, ma cerco di rassicurarla, gli dico che era giusto così, ma sto cercando di convincere più che altro me, perché in questo momento, mi sento uno schifo, ho sempre detestato i tipi come mio padre, ed io stasera mi sono rivelato essere come lui, l'ho sempre odiato per avermi fatto vivere una vita che non volevo, ed io oggi ho fatto lo stesso a Greta, so che non sono stato io a dirle di sparare, di uccidere mio fratello, ma se fossi stato un vero uomo glie lo avrei impedito, ma non per salvare la vita a lui o a mio padre, ma per non rendere lei un'assassina.
Siamo nel letto e le faccio giurare che non parlerà a nessuno di tutto quello che è successo, sopratutto che lei non d mai stata in quel capannone, so che la polizia giustamente farà domande e non voglio che per nessuna ragione al mondo, lei sia coinvolta in questo.
La faccio accoccolare al mio petto e le dico di dormire un po', dopo avermi abbracciato si addormenta, io guardo il soffitto aspettando il citofono con l'arrivo della polizia, cerco di rilassarmi un po', ma l'unica cosa che vedo e mio fratello, mi sento in colpa verso di lui, mi sento in colpa per non essere riuscito a fargli capire, che poteva avere una vita migliore da quella che mio padre gli aveva imposto, che anche lui poteva uscire dal giro, che insieme avremmo potuto mettere a posto nostri padre, senza arrivare al punto in cui siamo arrivati, lacrime silenziose rigano il mio viso, penso a mia madre, al dolore che sopporterà, per lei lui era comunque suo figlio, lo amava, come del resto aveva amato me incondizionatamente nonostante il tipo di vita, penso hai mie fratelli, forse sono stato egoista e precipitoso, forse non era questa la giusta vendetta, li avrei potuti far arrestare, ma non toglierli la vita in quel modo.
Un senso di nausea mi invade e corro in bagno, se ti una mano dietro la schiena < amore> mi alzo e raggiungo il lavandino per sciacquarmi il viso < stai bene?> annuisco e le accarezzo il viso < si, si tranquilla, vieni torniamo a dormire> torniamo a letto ma stavolta è lei che di prende cura di me, mi fa appoggiare il viso sul suo petto mentre lei accarezza i miei capelli < va tutto bene amore, stai tranquillo > tra le sue braccia, stavolta sono io a lasciarmi andare al sonno.

Non lasciare la mia mano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora