Capitolo 55

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GRETA
Arriviamo nel suo quartiere e sono inorridita, case che cadono a pezzi, barboni con fuochi accesi sul ciglio della  strada, lampioni spenti, lei mi guarda forse accorgendosi del mio stupore < non è sempre stato così questo quartiere> annuisco e subito dopo indica a Massimo dove fermarsi, è una piccola casetta fatta in legno, giardino trasandato, mi guarda < posso offrirle un caffe?> subito annuisco,  Massimo mi guarda male dallo specchietto, ma io lo ignoro, so che non succederà nulla di male e voglio vedere con i miei occhi, dove vive questa donna.

Entriamo e come immaginavo la casa e pulita, sa di buono, nonostante le pareti sono tutte rovinate e piene di muffa, nonostante vedo alcuni pentolini a terra che accolgono gocce d'acqua che cadono dal soffitto, mi guarda imbarazzata, ed io con disinvoltura le sorrido < allora signora Giovanna, ci beviamo questo caffè?> mi sorride e entro nella sua piccola cucina, in poco tempo prepara il caffè e ne porge una tazzina anche a Massimo che in tutto questo tempo, è rimasto in piedi poggiato alla nostra della porta, lui scuote la testa < no grazie..> lo fulmino con lo sguardo < anzi ne ho davvero
voglia...> sorrido e lei si siede affianco a me
< signora Giovanna lavora?> diventa un po' triste < io finché mio marito era in vita, ho sempre accudito la casa, che ovviamente non era in questo stato, ed ho cresciuto Nicola... poi mio marito è morto, lui era un muratore anche molto bravo e per garantire maggiore stabilità, faceva anche qualche lavoretto extra> sorrido < amava la sua famiglia... per questo di dava tanto da fare> lei annuisce < si ma un giorno c'è stato un problema con un cantiere, ed caduto da un ponteggio, purtroppo non c'è stato nulla da fare...ovviamente nessuno ci ha risarciti, anzi hanno fatto in modo che mio marito risultasse quasi un incosciente, hanno detto che era salito senza in gancio di sicurezza, ma non è vero, era la prima cosa che metteva appena arrivato a lavoro, pensi che a volte tornava a casa, con ancora il gancio attaccato> la guardo è stringo la sua mano < e Nicola... perché di trova lì ?> si mette una mano sulla fronte < io ho cercato lavoro, ma vista la mia età... insomma a 65 anno nessuno ti assume, così ho cominciato a fare le pulizie, prima a casa di un'amica e poi msn mano ho trovato altre persone, Nicola e diplomato in botanica, voleva laurearsi ma... purtroppo la nostra situazione economica, non c'è lo ha permesso così ha cominciato a lavorare anche lui come giardiniere, aveva molto lavoro e mi raccontava che in una casa dove andava, c'era una ragazza e che spesso dopo il lavoro si fermavano a chiacchierare, sembrava felice di questo, poi io sono caduta e mi sono rotta un braccio, ovviamente ho perso i miei lavori e quindi Nicola cercava altri giardini da fare, per farmi stare tranquilla, quindi non aveva più tempo per le sue chiacchiere con quella ragazza è la sera spesso, dopo cena si incontravano di nascosto, perché i genitori di lei... insomma non accettavano che la figlia, uscisse con il loro giardiniere> annuisco quasi schifata e stringo più forte la sua mano per incoraggiarla a finire e lei lo fa < una sera lei lo ha invitato a salire in camera, visto che i genitori non erano in casa, ma improvvisamente sono rientrati e lui per non mettere lei nei guai, è uscito dalla finestra, ma è stato visto da un sorvegliante, ed è stato accusato di tentato furto... mio figlio non è un ladro, noi non lo abbiamo cresciuto in questo modo mi deve credere signora> istintivamente l'abbraccio < le credo Giovanna, le credo...> mi guarda < e la ragazza non ha privato a proteggerlo?> lei fa spallucce < da quello che so, il padre ha dichiarato che la figlia era fuori con loro, che nessuno era in casa, credo abbia conoscenze, perché sua figlia non è mai stata ascoltata da nessuno> annuisco < hai un avvocato? Chi sta seguendo tutto?> piange < io ho provato a cercare un avvocato economico, ma anche quello era troppo caro per me, quindi ne ho dovuto prendere uno d'ufficio > annuisco, questa donna non so perché ma è entrata nel mio cuore, in lei vedo una mamma disperata, che era disposta a morire di fame, utilizzando tutti i suoi risparmi pur di cercare aiuto per dio figlio, guardo Massimo e anche lui sembra abbia gli occhi lucidi, guardo Giovanna
< signora Giovanna, non voglio offenderla, ma io vorrei proporle un lavoro > la donna mi guarda sorpresa < lei un lavoro a me?> io annuisco < si ho bisogno di un aiuto in casa, più che altro, mi serve qualcuno che gestisce le domestiche, quindi non dovrà fare sforzi o stancarsi > mi sorride e accarezza la mia mano < la ringrazio, ma immagino che lei non abiti qui vicino, ed io sono una persona molto puntuale e precisa, ma non potrei mai esserlo, qui passa un autobus ogni due ore se tutto va bene e io...> stringo la sua mano < immagino, ma io ho bisogno della sua presenza 24h al giorno, quindi avrà a disposizione una camera, un bagno, insomma avrà la sua indipendenza > mi guarda e piange
< devo farle molta pena...> scuoto la testa < no, non provo pena per lei, ma tanta stima e ammirazione signora Giovanna > lei mi guarda e annuisce < è mamma?> scuoto la testa e lei continua < quando lo sara, capirà che per un figlio, di è disposti a tutto> annuisco e asciugo la lacrime che è scesa sul mio viso < allora signora Giovanna, accetta la mia proposta? Io ho davvero bisogno di lei, sopratutto di qualcuno che mi faccia compagnia...a volte mi sento così sola...> stringe la mia mano, mentre alcune lacrime scendono di nuovo sul mio viso, lei si guarda intorno e poi annuisce < volentieri, se posso aiutarla in qualche modo insomma... ne sono felice > le sorrido < prenda ciò che le serve e andiamo > si alza e raggiunge una stanza, Massimo si avvicina < Greta sai che Marco non sarà d'accordo e si arrabbierà molto vero?> annuisco < gli spiegherò tutto io, insomma, hai ascoltato anche tu... ti sembra una donna pericolosa? > scuote la testa < quindi basta parlare di questo, ormai ho deciso > la signora Giovanna mi raggiunge con una piccola valigia la chiusura e tutta e intravedo due fotografie in una c'è lei con un uomo che deduco sia suo marito e nell'altra c'è lei con un giovane ragazzo, che la guarda e sorride, Massimo si avvicina e le prende la valigus dalla mano < se permette la porto io..> Giovanna gli sorride < grazie mille, sei molto gentile> durante il tragitto chiacchieriamo un po', del più o del meno, ho scoperto che è una brava sarta, e che ama cucinare, mi sento in soggezione quando mi chiama signora così le chiedo di chiamarmi semplicemente Greta e lei, ricambia la mia proposta a essere chiamata solo Giovanna, ci sorridiamo e mi incanto a guardarla mentre meravigliata osserva la struttura della mia casa, Massimo ci apre lo sportello e ci fa scendere e prende la valigia di Giovanna, noto come guarda con stupore anche alcune guardie di Marco che girano per il giardino < e solo per precauzione, mio marito è molto protettivo...> mi sorride < credo sia normale, con un gioiello del genere > faccio spallucce e entriamo, si guarda intorno meravigliata
< complimenti, hai una casa bellissima, sembra quelle dei film> sorrido < a volte vorrei che tutto questo fosse solo un film, ma purtroppo è la realtà è noi dobbiamo accettarla e combatterla> annuisce
< hai ragione > la cena è pronta e mangiano velocemente, noto che è visibilmente stanca e così ke mostro la sua stanza e il suo bagno, sono al piano di sotto vicino a lei c'è la camera della cuoca e delle altre sue domestiche, mi ringrazia e si va a rilassare all'interno.
Saluto e ringrazio Massimo per tutto e anche io salgo in camera, sono distrutta, faccio una doccia e mi butto sul letto, dopo aver spruzzato il suo profumo per la stanza e nel suo cuscino.
Mi addormento, rivivendo il pomeriggio passato con lui, sentendo la sua calda voce nel mio orecchio, le sue labbra sulle mie e le sue mani, che accarezzano tutto il mio corpo.

Non lasciare la mia mano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora