Capitolo 3

1.2K 125 24
                                    

3 ANNI DOPO

GRETA
Negli ultimi 3 anni la mia vita è stata totalmente stravolta, i miei genitori si sono separati, mia madre se n'è andata con un altro uomo, io e mio fratello siano rimasti insieme a mio padre e non abbiano più avuto nessun contatto con lei, fino a 6 mesi fa quando ci hanno chiamato per dirci che nostra madre, dopo un terribile incidente stradale, aveva perso la vita. Ricordo di aver pianto tanto, il rimorso che ancora oggi mi perseguita è quello di non esserle riuscita a dire l'ultima volta " ti voglio bene" perché nonostante tutto, era vero, aveva sbagliato, ed io avevo deciso di punirla con la mia assenza nella sua vita, ma speravo ogni giorno in un chiarimento con lei, sapendo della sua morte, ogni mia speranza è morta con lei, e le ultime parole che ho detto a mia madre sono state " non voglio più sapere nulla di te" .
Da un anno mio fratello Daniele è andato a convivere con la sua storica fidanzata Elisa, mio padre ha diviso in parti uguali la nostra casa, in modo che non debbano pagare l'affitto, oppure mettersi sulle spalle un mutuo.
Sono rimasta solo io a casa con mio padre, e sono io ad occuparmi di tutto, dalla spesa, alla gestione di casa, del pranzo, della cena, non sono più la figlia di casa, ma sono diventata la donna di casa, mio padre mi aiuta, ma specialmente quando si tratta di fare lavatrici, preferisco fare io da sola.
Sono 3 anni che lavoro in un forno in un quartiere poco distante dal mio, fortunatamente lavoro solo mezza giornata e lo stipendio, mi basta per essere indipendente e non chiedere nulla a mio padre per uscire, o per vizi vari.
Manu ha scoperto di essere di nuovo incinta e dopo tante notizie negative, questa aveva portato gioia in casa, anche il rapporto con Adriano e molto cambiato, sembra aver preso confidenza con tutti noi e devo dire, che è un ragazzo molto piacevole e come dice Manu a tratti sa essere anche simpatico, lui è mio fratello sono diventati ottimi amici e anche questo loro legame, ci permette di stare ogni sera insieme, non importa a casa di chi, ma anche solo per una sigaretta, ci vediamo.
Una cosa che non è cambiata e la mia opinione verso gli uomini, dopo Michele, non sono più riuscita a lasciarmi andare con nessun altro, sono uscita qualche volta con qualche ragazzo, con uno ci siano anche baciati, ma una volta a casa, il mio pensiero era sempre lo stesso, mi avrebbe illusa e poi buttata via, proprio come una scarpa vecchia, così dopo vari tentativi, sono arrivata alla conclusione che è meglio stare sola.
La mia collega e amica Virginia, lo scorso anno mi ha costretta a seguirla in palestra e ad oggi la ringrazio, ho trovato un modo per evadere dalla mia vita monotona, un modo per scaricare la stanchezza e la rabbia della vita che stavo vivendo, perché non era certo questo che avevo immaginato per il mio futuro.

Come ogni sabato io e Virginia ci incontriamo in palestra e cominciamo il nostro percorso, ma come sempre, la palestra è strapiena Virginia dice che è una delle migliori palestre, per questo c'è il sovrappopolamento, sono 10 minuti che siano in fila  aspettando che si liberi un attrezzo < che palle, così mi stanco, di sabato non ci vengo più, è peggio degli altri giorni> Virginia annuisce < hai ragione, oggi peggio che mai > si avvicina una ragazza che come noi aspetta < anche voi in attesa?> annuiamo entrambe. Improvvisamente si sente una gran confusione e tutte quelle donne che sembravano non voler lasciare l'attrezzo per almeno due ore, si dirigono tutte verso una direzione schiamazzando come galline, senza dare nell'occhio, tutte e tre ci impossessiamo di un tapirulan, il nostro viso e rivolto verso quelle persone ammassate, che piano piano si allargano, dando modo di vedere che al centro c'era un ragazzo, alto, muscoloso, devo dire un gran bel fisico, forse un attore? Un lottatore famoso? Guardo Virginia che come me osserva < ma chi è ?> lei fa spallucce, ma la ragazza affianco a noi ci osserva quasi scioccata del nostro non sapere
< davvero non sapete chi è ?> noi scuotiamo la testa,  ma nel momento che sta per riferirci chi sia, le squilla il telefono e ci lascia così, senza una risposta.

Sembra tornata la calma, almeno apparentemente,  perché gruppetti di ragazze, non fanno che guardare quel tipo, mentre si allena, devo dire che è un gran bel vedere, ma tutto questo smollicamento sinceramente non lo capisco.
Dopo mezz'ora di tapirulan decido di cambiare attrezzo, approfittando che sia libero, serve per fare le braccia, mi siedo e nel momento in cui vado a tirare giù la maniglia, mi accorgo che è tropo pensante per me, do una rapida occhiata e mi accorgo che era inserito un peso da 50 kg, cosa per me impossibile, mi alzo e cerco di sganciare il peso ma il perno e molto duro, sto per mollare e dire addio al mio attrezzo, quando un'ondata di profumo mi assale, non ho il tempo di metabolizzare, che due grandi braccia spuntano sopra la mia testa, sganciando con molta facilità il gancio < aspetta ti aiuto io> non posso guardarlo perché è praticamente appiccicato dietro di me, toglie il peso e lo mette a terra, comincio a respirare di nuovo aria e non profumo, lo guardo < grazie, non riuscivo a sganciare il perno > lui mi sorride < si era
incastrato > lo guardo è i suoi occhi mi ricordano qualcosa, ma sono sicura di non averlo mai visto, è pieno di tatuaggi, anche sulle mani quindi uno così non puoi non ricordarlo, mi guarda < quanto ti metto?> lo guardo non capendo < cosa?> mi indica i pesi
< quanti kg ti metto? Quanto sollevi di solito?> divento rossa, perché sento le guance andare a fuoco < 10 va bene per il momento > annuisce e senza alcuna fatica, inserisce il peso e rimette il perno, gli sorrido < grazie per l'aiuto> mi sorride anche lui
< nessun problema, se ti serve aiuto, sono qui in giro> mi fa l'occhiolino e si allontana, mi siedo sulla panca, mi rendo conto di non riuscire a sollevare nemmeno i 10 kg, perché quel suo occhiolino, mi ha destabilizzato in modo assurdo è surreale.

MARCO
Sono uscito una settimana fa di prigione, stavolta ho fatto due anni di reclusione, sempre per uno dei lavoretti per mio padre, ma come posso non prendermi la colpa è mandare lui? Quella è una giungla, io mi reputo un animale, mio padre non lo è, tra una settimana riceverò la sentenza definitiva, se tutto va bene, con altri 3 anni me la cavo, anche mio fratello Fabio si è trovato nella mia stessa situazione, ma lui è ancora dentro.

Ho deciso di vivermi questa settimana a pieno, questa mattina ho incontrato i miei fratelli, mia madre, che nonostante non approvi per nulla la vita che faccio, ogni volta, prima mi rimprovera e poi ad ogni modo mi abbraccia, anche se sono consapevole che le sto facendo del male, ma ormai questa è la mia vita è non posso cambiarla.
Dopo pranzo ho deciso di andare in palestra, la mia palestra, che fortunatamente durante la mia assenza, il mio socio Paolo se ne occupa.
Arrivo e vengo letteralmente sommerso di abbracci e baci, tutti i miei ragazzi che da anni lavorando per me, tutti i clienti, che sono i stessi i ragazzi con cui mi alleno vengono tutti a salutarmi, ovviamente anche una massa di ragazze che da quanto ducevano, frequentavano costantemente la mia palestra solo per aver modo di vedere me, mi hanno assalito quasi da farmi mancare l'aria, ma ad ogni modo voglio godermi quel calore, che per due anni non ho avuto.
Rimango a parlare un po' con Paolo e noto una ragazza, cerca di sganciare il perno di un macchinario per togliere il peso, senza esitazione mi avvicino, un'ondata di profumo mi entra nel naso, è un buon profumo, un ottimo profumo, sono dietro di lei e allungo le braccia per sganciare il perno
< aspetta ti aiuto io> lo tolgo e posizioni il peso da 50 kg a terra, mi guarda e ricambio il suo sguardo, mi colpiscono i suoi occhi, come se li avessi già visto da qualche parte < grazie, non riuscivo a sganciare il perno> la sua voce è calma, pacata < si era incastrato> mi guarda come se stesse scrutando ogni dettaglio del mio viso, ma ero abituato, chi non mi conosceva veramente, si limitava spesso a giudicare il mio aspetto < quanto ti metto?> mi guarda ma sembra assorta nei suoi pensieri < cosa?> indico i pesi < quanto kg ti metto? Quanto sollevi di solito?> vedo le sue  guance leggermente arrossate, ma non infierisco < 10 va bene per il momento > annuisco e metto il peso che ha chiesto, mi sorride < grazie per l'aiuto> sorrido automaticamente <nessun problema se ti serve aiuto, sono qui in giro > gli faccio l'occhiolino e mi allontano, ritorno da Paolo che mi guarda e sorride < hai già fatto conquiste?> accenno un sorriso e sposto di nuovo gli occhi su di lei, che è seduta sul macchinario, ma senza utilizzarlo < no, l'ho solo aiutata, nessuna conquista> il mio amico mi da una pacca sulla spalla < anche perché da quello che si dice, è difficile da conquistare> lo guardo curioso, non so perché ma ero interessato all'argomento < cioè? Ci hai provato e ti ha dato il due di picche?> scuote la testa mentre sorride < bhe un pensierino ce l'ho fatto ad essere sincero, ma non mi riferisco a me > scuoto la testa < e con chi sarebbe uscita?> lui mi guarda un po' in difficoltà, ma poi dopo averlo spronato con lo sguardo, continua < è uscita un paio di volte con Mirko> ora capisco perché era in difficoltà < ancora gira per il quartiere quella merda ?> Paolo annuisce < ogni tanto si va vedere> ormai sono curioso e voglio sapere < quindi? Sono usciti un paio di volte e...> lui sorride < da quello che ha detto Mirko, si sono baciati, ma lei non è voluta andare oltre e il giorno dopo... però questo non me lo ha detto Mirko... lui si è presentato fuori al suo lavoro con un mazzo di fiori e lei non ha gradito, ne i fiori, ne la sua presenza a quanto pare> sorrido e in questo momento vorrei andare da quella ragazza è stringerle la mano, ma mi limito a sorridere, comunque soddisfatto.

Non voglio dare nell'occhio facendo troppe domande a Paolo, così raggiungo la segreteria e chiedo a Camilla, la segretaria se conosce quella ragazza, indicandola, senza farmi vedere da lei, Camilla mi guarda curiosa < da quando ti interessa sapere i nomi delle clienti? > la guardo alzando il sopracciglio < da quando tu anziché rispondere alle mie domande, ne fai altre?> mi guarda e alza le mani, vedo che controlla i cartellini dell'ingresso e poi mi gira il pc verso di me, leggo la sua scheda Greta Marchetti,  25 anni, leggo il suo indirizzo e mi sembra famigliare, cerco di fare mente locale, cavolo e la stessa via dove vive mio fratello Adriano, chissà forse si conoscono anche. Chiudo il pc, sorrido a Camilla < grazie sei stata gentilissima, ovviamente non una parola su tutto ciò> mi guarda e annuisce seria, sa bene che non sto scherzando.

Ritorno in sala pesi e la vedo allontanarsi con un'altra ragazza verso i spogliatoi, non so se sia perché ho saputo che ha dato il due di picche a Mirko, ma quella ragazza mi incuriosisce, chissà magari la prossima volta che la vedo, posso scambiarci due chiacchiere in tranquillità.

Non lasciare la mia mano Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora