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Pensavo di essere la persona più fortunata sulla faccia della terra, ma la mia vita ha preso una svolta inaspettata.

All'improvviso ho perso il meraviglioso rapporto che avevo con la mia famiglia, sono rimasta sola. Tutti i miei amici mi hanno voltato le spalle, senza neanche una spiegazione.

Mi sono ritrovata una mattina, stesa sopra il mio letto, completamente vuota. Priva dell'amore e della bontà che mi ha sempre contraddistinto.

L'ansia mi ha prosciugato, mi ha lasciato poche energie, non mi ha più ridato quello che mi ha tolto. La felicità.

<<Mamma io sto uscendo. Voglio fare una passeggiata, prima di cenare.>>

Lei annuisce da lontano, senza interferire troppo. In effetti, faccio sempre le stesse cose.

Esco e faccio il giro della città in solitudine, con le cuffie nell'orecchio e un mondo molto frenetico. Che non mi appartiene più.

<<Ciao Birillo, come stai?>>

Sussurro al cagnolino della mia vicina, che scodinzola non appena sorpasso il cancello di casa sua. Almeno qualcuno è felice di vedermi.

<<Bravo cucciolo, ti ho portato il tuo biscotto preferito.>>

Sorrido mentre si allontana, con il premio e la sua infinita gentilezza.

Continuo la mia camminata tranquilla, ogni brano è sempre più malinconico. Le onde del mare sono agitate, irrompono sulla spiaggia senza chiedere il permesso.

<<Che freddo...>>

Dico con voce debole, mi stringo tra le mie stesse braccia. Ho dimenticato di indossare una giacca.

Non mi lascio spaventare dalla possibilità di prendere un raffreddore, mi avvicino sempre di più alla spiaggia.

Il vento scorre forte, mi spettina i capelli e mi riempie i polmoni. Mi sento bene, forse.

<<Credo sia ora di tornare a casa.>>

Annuisco e torno indietro, non distolgo lo sguardo dall'acqua trasparente. Pulisco le scarpe, ricoperte di sabbia, e mi incammino nuovamente.

Ripercorro la stessa strada, studio sempre gli stessi dettagli. Ammiro le particolarità di ogni casa. Mi guardo intorno e sono gelosa.

Gelosa della serenità delle persone. Della loro vita brillante.

Non appena arrivo davanti alla porta di casa mia, faccio un lungo sospiro. Non entro subito, ho bisogno di qualche altro minuto.

Sento Birillo abbaiare, i miei genitori guardare la televisione. Il mio telefono vibra, ma non mi preoccupo di vedere chi è che mi cerca.

<<Sono tornata.>>

Grido, e i miei genitori mi dimostrano un cenno di assenso. Mangio giusto un boccone, poi torno in camera mia.

Mi metto il pigiama e mi infilo sotto le coperte, sono infreddolita. Le mie gambe tremano e non riesco a fermarle. 

È stata una lunga brutta giornata. Credo sia arrivata l'ora di chiudere gli occhi e pensare un po' di meno.

Una boccata d'aria// Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora