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È passata circa una settimana dalla mia vittoria e ancora devo riprendermi. La prima cosa che ho fatto è tornare a casa dai miei genitori e raccontargli ogni singola cosa, ogni momento passato in questi ultimi mesi.

Ho cercato di rispondere a più persone possibili, guardare tutti i video e tutte le foto che hanno fatto per me. Per quanto riguarda Christian, siamo stati i primi giorni insieme e poi è tornato a casa sua.

In questo momento, invece, sono dietro le quinte di Verissimo, pronta ad entrare in studio per affrontare la mia intervista

Non appena la voce squillante di Silvia pronuncia il mio nome, la raggiungo a passo svelto e prendo posto sulla poltroncina davanti a lei.

Come prima cosa, fanno partire un video con alcuni dei tanti momenti vissuti durante questo percorso.

«Insomma, come sono stati questi primi giorni fuori dalla grandissima realtà di Amici?»

«Molto intensi e difficili, se devo essere sincera. Sembra di essere passati da una realtà ad un'altra.
Comunque, però, è stato bello vedere la mia famiglia dopo tanto tempo e leggere i bei messaggi che le persone continuano ad inviarmi ogni giorno.»

«Immagino. Era tanto tempo che non avevi contatti con il mondo esterno, praticamente. Chi è stato, dei tuoi compagni, quello che ti ha aiutato di più?»

«Christian, soprattutto. Dopo la sua inaspettata uscita, le persone che mi hanno aiutato di più sono state Serena, Alex, Nunzio e Sissi. Anche gli altri, ovviamente, ma loro di più.»

«In questo percorso, hai appunto trovato anche l'amore. Come è nata la storia d'amore tra te e Christian?»

«Quando sono entrata, non avevo alte aspettative. Lo trovavo antipatico, poi però abbiamo iniziato a parlare e conoscerci. Ho cambiato idea su di lui, ma di certo non avrei pensato di innamorarmi così tanto. Comunque, ci siamo avvicinati sempre di più e dopo tanti problemi, ci siamo messi insieme. Poi, vabbè, abbiamo avuto un sacco di difficoltà, poi ci siamo presi una pausa... è stata lunga come cosa, ora però è tutto stabile.»

«Lui ti ha fatto una bellissima sorpresa, Mia. È venuto in studio il giorno della finale, giusto?»

«Già. È stato inaspettato ma bello, ha reso quel giorno ancora più speciale e indimenticabile.»

«E se ti dicessi che c'è un'altra sorpresa? Dai, facciamo entrare Christian!»

Mi butto tra le braccia del mio ragazzo e prende posto anche lui.

«Insomma, Christian, l'hai scelta proprio bene!»

«Eh, lo so. È bellissima, ma non vuole crederci.»

«Fidati, Mia, sei proprio bella e te lo dico con tutta sincerità!»

«Grazie, veramente.»

Le mie guance si tingono di rosso.

«Figurati! Avete qualche progetto per un vostro ipotetico futuro insieme?»

«Ancora no, non abbiamo avuto tempo, ma parleremo presto, il prima possibile.»

Le risponde Christian.

«E noi non vediamo l'ora di scoprire tutto!»

«Eh, anche noi...»

«Mia, tu pensi ancora al passato, a tutto quello che hai dovuto sopportare prima di ricevere la tua opportunità da Lorella?»

«A volte. Alcune cose non possono essere dimenticate così facilmente. Lascio da parte la mia infanzia, perché voglio concentrarmi sul periodo più brutto, poi, della mia vita. Andavo in prima media e come sempre, non mancavano problemi economici. Ho iniziato, quindi, ad evitare di andare a scuola, inventando scuse di ogni tipo. L'anno dopo, è iniziato peggio di quello precedente. Infatti, in quel periodo sono iniziati i primi attacchi di panico. Le assenze erano più delle presenze, perché tutta l'ansia mi faceva stare male anche fisicamente. Durante l'estate, poi, ho iniziato a mangiare sempre meno. Odiavo il mio corpo, la mia faccia e i miei capelli. Sentivo il bisogno di cambiare qualcosa e l'ho fatto, ma in modo sbagliato. Ho iniziato a riprendermi con il tempo, ricominciando a mangiare, per poi avere una ricaduta. Nel frattempo, avevo cominciato l'ultimo anno di medie, che è stato sicuramente meglio dei primi due, ma nemmeno così tanto.
Perché gli attacchi di panico erano sempre più frequenti ed io, sempre più sola. I miei genitori litigavano spesso e pesantemente, la colpa poi veniva data a me, sempre e solo a me. Per questo, quando ero in casetta, chiedevo scusa per ogni cosa, anche quando non c'entravo nulla, perché sono cresciuta sentendomi dire: è colpa tua, perché se tu non avessi detto o fatto. Piangevo nella mia stanza, da sola, con un cappello in testa per nascondermi, mettendo la faccia sopra il cuscino per non farmi sentire. Era difficile perché ero piccola, subivo troppo per avere solo quattordici anni e, soprattutto, mentalmente ero distrutta.»

«E come hai fatto a riprenderti, c'è stato qualcuno ad aiutarti?»

«Non mi sono ripresa del tutto, almeno fino a pochi mesi fa. Quando sono entrata in casetta e ho conosciuto i ragazzi, poi Lorella e tutte le persone con cui lavoravo ogni giorno, ho capito che ero sola prima e non dovevo per forza esserlo per tutta la vita.»

«E adesso, sei la persona meravigliosa che tutti conoscono e amano! Tu, Christian, vuoi dirle qualcosa?»

«Che ci sarò sempre per lei, non rimarrà mai sola.»

«Grazie ragazzi, di essere stati con noi oggi e di averci fatto emozionare, a presto!»

Salutiamo Silvia e usciamo dallo studio.

«Vieni qui.»

Lo abbraccio.

«Sei stata bravissima.»

«Sono riuscita a parlare soltanto perché c'eri tu che mi tenevi la mano. Non ci sarei mai riuscita, senza di te.»

«Ti amo, bimba.»

«Anche io, tanto.»

Una boccata d'aria// Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora