Mancano pochi giorni al mio compleanno, ma ho deciso di non festeggiare. Semmai, la sera andrò a mangiare una pizza insieme a Christian.
Il ritorno a lavoro dopo le vacanze è stato un vero e proprio incubo, poi ho mangiato così tanto che ancora devo digerire. Ma dobbiamo riprendere il passo, c'è molto da fare.
Oggi soprattutto, poiché sono in sostituzione. Ho la possibilità di lavorare con i ragazzi, parlare con loro e magari, insegnargli qualcosa.
Ho iniziato con un ragazzo, di nome Alessandro, che deve preparare un compito di Rudi.
È rimasto sorpreso vedendomi, poi gli ho spiegato il perché della mia presenza e abbiamo iniziato a provare.Più volte ho fermato il ragazzo, dicendogli con tutta sincerità che ciò che stava facendo, era sbagliato. Lui, però, continuava a fare gli stessi errori continuamente finché non è scoppiato a piangere..
<<Alessandro, che succede?>>, domando al ragazzo,seduto davanti a me.
<<Non posso fare questo pezzo, ho dei limiti e non deve dirmelo lui, lo so già>>
Risponde, con voce spezzata.<<Non puoi..secondo me, hai paura di metterti in gioco e cosa più sbagliata, non esiste. Devi cercare di oltrepassare questi limiti, altrimenti non riuscirai a migliorare!>>
Dico con sicurezza.<<Se per migliorare devo fare una brutta figura davanti a mezza Italia, preferisco andare a casa>>
Afferma lui, senza pensarci troppo.<<Alessandro, capisco che a volte possa essere complicato da accettare. Quello che posso dirti è che questo compito è fattibile, non c'è nulla di troppo complicato.
Il pezzo, anche se non è nel tuo stile, puoi tranquillamente farlo, ma ovviamente prendendolo male, non uscirà nulla di buono>>
Dico, non ricevendo risposta.<<Iniziamo a lavorare seriamente, che dici?>>
Insisto.<<E va bene, ci sto>>
Risponde, sorridendo.Dopo aver finalmente finito di lavorare sul pezzo, ho salutato Alessandro e aspettato Christian in macchina, per il troppo freddo.
Dopo circa venti minuti è arrivato, con mille cose in mano. Ho preso lo zaino e la giacca, che gli ho poggiato sulle spalle. Lui mi ha lasciato un bacio, poi siamo tornati a casa.
Avevo fame, ma allo stesso tempo no perché ero molto stanca. Ho deciso di fare qualcosa di veloce per entrambi, per poi mettere il pigiama e andare a letto.
<<Vieni qui>>, dice Christian.
Mi avvicino, poggio la testa sul suo petto e lui, mi accarezza i capelli.
<<Ti amo>>
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Una boccata d'aria// Christian Stefanelli
RomansaPerché la vita talvolta è così ingiusta, con chi poi non lo merita affatto. Ecco, Giulia non meritava di sentirsi sola. Di attraversare la strada al ritorno da scuola, senza nemmeno preoccuparsi delle macchine che passavano.. Però il destino, per le...