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Io e Christian abbiamo deciso di andare a casa mia, almeno lui potrà conoscere i miei genitori, che aspettano solo questo da tempo.

Al solo pensiero di prendere il treno e affrontare un viaggio di sette ore mi viene la nausea, ma almeno non sono sola come l'ultima volta.

Durante il viaggio parliamo di quello che ha fatto lui e quello che ho fatto io in queste prime settimane estive.

Lui, a quanto pare, è stato spesso insieme a Mattia. Io, invece, insieme a Nunzio, con il quale ho instaurato un bel rapporto, ed Alex, che ormai è come un fratello per me.

«Siamo arrivati? Cavolo, sette ore a parlare e nemmeno ci ho fatto caso.»

Non appena arriviamo a destinazione, prendiamo tutte le nostre cose e scendiamo dal treno.

«Dai, vieni, non siamo lontani da casa.»

Gli dico. Lui mi segue e si guarda intorno con occhi curiosi.

«Ti piace?»

Chiedo, con un po' d'ansia che tradisce la mia volontà di rimanere calma.

«Il posto? Certo.»

«Questo è il centro. Da quella parte è tutto più bello, credimi.»

«Uno di questi giorni mi porti a dare un'occhiata?»

«Va bene.»

Ed eccoci qui... a pochi passi davanti casa mia.

Busso alla porta e viene ad aprirmi mia madre, che non perde tempo ad abbracciarmi.

Poi, mio padre, viene a salutarmi, mentre il mio cane corre subito verso Christian.

Quest'ultimo si presenta ai miei genitori che ci lasciano accomodare in salotto.

«L'ho sempre detto e lo faccio. Se Mia alza le mani chiama me che ci penso io, va bene?»

«PAPÀ!»

«Sono ancora vivo, è un buon segno, no?»

«Io sono qui, davanti a voi, giusto per ricordarvelo.»

Insomma, i miei genitori hanno già un bel rapporto con Christian e questo mi rende felice.

Mentre loro parlano, io torno nella mia stanza, il posto in cui sono cresciuta. Nel frattempo, arriva Christian che mi abbraccia e mette la testa sulla mia spalla.

«Domani sera usciamo.»

«Va bene amore.»

Il pomeriggio del giorno dopo, lo passo a prepararmi per la serata. Decido di indossare qualcosa di diverso: un vestito corto e nero, molto elegante rispetto al mio solito.

Esco dal bagno e Christian mi guarda sorridendo. Lui indossa dei pantaloni neri con sopra una maglia bianca, ed è stupendo.

«Sei bellissima.»

Lo ringrazio e poi andiamo. Gli faccio vedere i posti più belli e tengo il mio preferito all'ultimo.

Io parlo, collego ad ogni posto un momento della mia infanzia. Lui stringe la mia mano e mi ascolta, spesso ride per certe battute squallide che escono dalla mia bocca.

Poi, mi fermo all'improvviso. Christian mi guarda in modo strano, sembra preoccupato. Sorrido e riprendo subito a camminare, fino ad arrivare al mio famoso posto preferito.

Anche Christian rimane incantato a guardare il mare da questa prospettiva. Io lo sono quanto lui. Ogni volta rimango senza parole.

Lui riprende la mia mano, che per un attimo aveva lasciato, sposta i miei capelli da davanti il viso e unisce le nostre labbra. È un bacio che non ci siamo mai dati ma che entrambi abbiamo desiderato per tanto tempo.

Gli faccio vedere, successivamente, il resto di questo bellissimo posto e insieme, felici e stanchi, torniamo indietro.

Questo posto, da stasera in poi, sarà ancora più speciale di quanto lo era prima.

Una boccata d'aria// Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora