𝘵𝘩𝘢𝘯𝘬 𝘺𝘰𝘶 300! ; 𝘦𝘳𝘦𝘯

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OS scritta per ringraziare i 300 followers di Eren!
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Monaco di Baviera, 2021.
Eren ha parcheggiato la sua moto ed è entrato all'Indigo Club, un pub in Monaco di Baviera che frequenta spesso. Da quando l'ha scoperto ci è tornato diverse volte, è il tipico pub ideale sia quando si vuol consumare qualcosa da soli al bancone, sia quando ci si vuol far trasportare dalla folla.
Questa sera, come tante altre, ha optato per la prima. Prende posto a uno degli sgabelli rotondi in fila e si guarda intorno.
La barista lo riconosce, gli fa un mezzo sorriso e gli si avvicina.
"Ciao. Che cosa ti porto?"
"Ciao, una HB Doppelbock, grazie".
Lei fa un cenno e si allontana. Eren si guarda ancora intorno, con una mano si massaggia piano la nuca, sotto i capelli castani che ha raccolto dietro il capo. Alcuni sono seduti più lontano, bevono in solitudine come lui, ma per lo più ci sono gruppi di persone ai tavoli che chiacchierano e attendono che la serata cominci davvero quando una band salirà sul palco e inizierà a fare un po' di sano rock.
Tutto questo è decisamente ancora nuovo per lui, ma si sta abituando in fretta, e deve dire che il mondo di oggi gli piace.
È stato difficile per un'anima antica come lui, che ricorda tutto il suo trascorso passato in un altro tempo, su un'isola maledetta, un tempo in cui vivevano umani accusati di essere demoni, e demoni che si spacciavano per umani - ma in fondo non è sempre così? - ma adesso è rinato qui, ed è la perfetta occasione per vivere libero.
Ricorda tutto, a volte fa ancora un po' male, ma è libero e si sta rifacendo una nuova vita.
Mentre si perde in quei pensieri, la caraffa di birra si ferma sul bancone di fronte a lui, col suo invitante cappello di schiuma bianca.
È fredda, buona, luppolata.
Ogni tanto ha ancora bisogno di smaltire qualcosa del passato, e l'alcol sembra un rimedio meno ingombrante dello sterminare mezzo mondo.
Un ragazzo biondo siede sullo sgabello accanto il suo e richiama con cortesia la barista.
"Una Beck's, grazie!"
Eren si volta sorpreso, accanto a lui c'è proprio la copia sputata di Armin, con i suoi capelli biondi tagliati da bravo ragazzo, gli occhi azzurri e gentili, il naso un po' all'insù.
Il cuore gli si allarga e non riesce a non fargli un gran sorriso.
"Una Beck's?" si lascia sfuggire, divertito.
Armin si volta verso di lui, non lo riconosce ovviamente, ma il suo sguardo si accende di curiosità.
"Cosa non va nella mia Beck's?" domanda.
Il suo tono non è polemico, e poi forse pensa di star parlando con un ubriaco. Cosa non esattamente vera, perché Eren l'alcol lo regge piuttosto bene e non bastano un paio di Doppelbock a cappottarlo, come ha scoperto si dica in gergo.
"Non è troppo leggera? È praticamente acqua".
"Ahah, hai ragione, ma non sono molto abituato a bere alcol" ammette Armin.
Bevono in silenzio per un po', si scambiano qualche domanda informale, tipo su quando inizierà la serata, conosci questa band? È una forte.
Amo questo tipo di musica, il rock non passerà mai di moda.
Poi Armin dà l'ultimo sorso alla sua birra, la bottiglia di vetro è ormai vuota. Eren sente di non volerlo lasciare andare. Richiama impulsivamente la barista.
"Ehi, un'altra Doppelbock per me, e una Beck's per lui".
Armin arrossisce un po'.
"Oh, grazie, ma... Io, ecco..."
Eren lo guarda confuso, in aspettativa, aggrottando la fronte.
"Tu?"
"Ecco, io ho una ragazza..."
Eren lo guarda sorpreso, poi scoppia a ridere. Una risata breve, ma di cuore.
"Non ci sto provando con te! È che sono nuovo da queste parti e non sono ancora riuscito a farmi delle conoscenze. Tu mi ricordi tanto il mio migliore amico, per cui ho pensato che finché sei qui potremmo fare due chiacchiere".
Armin sospira sollevato, facendo una faccia strana, per un attimo quasi inquietante.
"Scusami tanto allora, temevo di ferire la tua sensibilità! Io sono Armin Arlert, piacere di conoscerti" esclama tendendogli una mano.
Eren la stringe in rimando, energicamente.
"Eren Jaeger".
Le birre arrivano e loro cominciano a parlare con più spontaneità, come se si conoscessero da sempre. È un feeling naturale. Forse è perché Eren lo tratta come ha fatto per tutta la sua vita precedente, ed Armin si sente a suo agio con lui. In fondo, nessuno lo conosce meglio di Eren.
"E come mai stasera sei qui da solo?" gli chiede.
"Sono qui per lavoro, in realtà io sono di Norimberga. Sono solo due ore di auto, niente di ché, ma qui ho degli amici e mi sono fermato a trovarli. Spoiler: stasera avevano una cena a cui non potevano mancare, quindi mi sto trattenendo in giro. Tu invece? Come mai sei solo?"
Eren guarda il vetro della sua caraffa, ci passa sopra il dito lasciando l'alone.
"Ci crederesti se ti dicessi che sono qui per dimenticare una ragazza... Una storia finita qualcosa come mille anni fa."
Armin gli sorride comprensivo.
"Ah, una delusione d'amore. Be', sono certo che ti riprenderai, e presto ci riuscirai anche senza quella" lo incoraggia, indicando la birra.
"Sì. Ha messo su famiglia con un altro. E ciò che è peggio, è che era anche mio amico. So che non dovrei avercela con nessuno dei due per come sono andate le cose, ma..."
Eren tace e gli lancia un'occhiatina di sottecchi.
Chissà se Armin starà pensando che è patetico, come gli ha detto l'ultima volta che si sono visti, quando si è messo a frignare per Mikasa.
Deglutisce.
"Però l'amore non è tutto. Ci sono gli amici. C'è il mio migliore amico. Credo che ti piacerebbe se lo conoscessi, sai, Armin? Lui è come te."
Armin ride portandosi alle labbra la sua pericolosa Beck's da quattro gradi e mezzo, che lo sta cominciando a rendere brillo.
"Ma tu non sai come sono io?"
"Dici? A me sembra di conoscerti da sempre".
Armin lo guarda sorpreso.
"Eren, volevo dirlo anche io! Non mi capita mai, davvero, ma mi sto trovando davvero bene con te. Io resto qui per qualche altro giorno, potremmo prenderci un'altra cosa da bere insieme, una di queste sere".
"Certo, perché no. E poi hai detto che vivi a Norimberga, sono solo due ore di auto".
"Assolutamente. Signorina, un'altra Beck's qui, e una Doppelbock per il mio amico!" esclama rivolto alla barista, con gli occhi azzurri che brillano di entusiasmo.
Eren scoppia a ridere.
"Attento Armin, finirai per ubriacarti".
"Stasera va bene" taglia corto lui. "Dobbiamo brindare a questa nuova amicizia."
Le due birre arrivano e i due ragazzi le fanno cozzare.
"Alla nostra nuova amicizia".
"Ad Eren Jaeger e Armin Arlert".
Bevono, Armin gli lancia un'occhiatina.
"E come sarei io?" gli domanda, riprendendo il discorso di prima.
"Onesto, umile, un po' insicuro sulle tue capacità, che invece sono sconfinate. Hai proprio l'aria di essere molto intelligente, Armin. E si vede subito che hai gli occhi sinceri, sono sicuro che tu sia altruista, disposto ad aiutare il prossimo. Sei empatico e comprensivo, non abbandoni nessuno, nemmeno quando... se lo meritano. Vai oltre le apparenze, riesci a far sentire bene le persone che hai attorno. E ti piace viaggiare, ti piace vedere il mondo. Scommetto che sei uno a cui piace molto il mare".
Armin spalanca la bocca.
"Eren, merda. Mi hai inquadrato benissimo!" ammette ancora stupito. Eren fa un sorrisetto soddisfatto e si porta la caraffa alla bocca.
"Te l'avevo detto, tu somigli molto al mio migliore amico. Sono bravo a capire lui, quindi mi risulta piuttosto facile inquadrare te".
Armin fa un sorriso assorto e abbassa per un attimo gli occhi azzurri sul bancone.
"Devi essere molto legato a questo amico".
"Da morire. È l'amico della mia vita. Un fratello, una famiglia. Legami come il nostro non si dissolvono nemmeno dopo mille anni" replica serio.
Armin solleva lo sguardo su di lui.
"Mille anni, eh?"
"Mille anni."
Lo smartphone di Armin suona.
"Ah, sono i miei amici, sono appena rientrati dalla cena. Devo andare."
Eren annuisce.
"Certo. Spero ci vedremo ancora".
"Scambiamoci i contatti".
Lo fanno, poi Armin guarda il bancone pensieroso.
"Basta, ho deciso, apriamo un conto qui!"
"Eh?"
"Sì, questo d'ora in poi sarà il nostro pub di fiducia. Verremo qui ogni volta che vogliamo incontrarci. È uno stimolo a non perderci di vista, che ne dici? Sento che sei una di quelle persone che mi porterei dietro per tutta la vita, Eren. Sono sincero. Gli amici oggi vanno e vengono, ed è difficile mantenere i contatti con tutti. Però...-"
"Facciamolo" lo interrompe subito Eren. Si rivolge di nuovo alla barista.
"Ehi! Io e il mio amico qui vorremmo aprire un conto!"
La barista si avvicina e si sporge un po' dal bancone, per ascoltare meglio ciò che i due ragazzi hanno da dire. Scuote il caschetto ramato e sorride, osservando prima uno e poi l'altro con i suoi occhi scuri.
"Un conto qui? State per diventare nostri clienti di fiducia?"
"Sì."
"Ma a parte il ragazzo con i capelli raccolti, non vi ho visti spesso qui" li provoca con un sorrisetto.
Eren e Armin si scambiano uno sguardo.
"Bene, perché cominceremo da ora. Stasera le paghiamo tutte le birre, signorina" cerca di convincerla Armin.
Eren fa un cenno.
"E io ti pago in anticipo le prossime che prenderemo qui" decide lasciando sul bancone altri soldi.
"E la mancia per la tua gentilezza" aggiunge ancora.
Armin congiunge le mani a mo' di preghiera.
"È per una giusta causa, è per aiutarci a mantenere questa amicizia".
Lei, sempre col sorrisetto enigmatico, batte alla cassa le birre e scrive qualcosa su un foglio di block notes.
"Devo ricordarmi di voi, come chiamiamo questo conto?"
"Grazie mille!" esclama subito Armin, rincuorato.
La barista alza un sopracciglio e sorride ancora.
"Non ringraziatemi così tanto, non sono ancora sicura."
"Grazie trecento, allora" replica Eren.
Lei fa un cenno come a dire 'touché' e scrive sul block notes.
"Thank you 300" decide, mentre segna il conto che per ora hanno saldato, più quello anticipato.
Sia Armin che Eren si alzano per andare via.
Eren cerca le chiavi della moto nelle tasche del giubbotto. Si sente osservato e sposta lo sguardo sulla barista. Lei torna a scrivere qualcosa sul block notes, lui si accorge che non ha preso tutti i soldi dal bancone.
"Hai dimenticato questi" l'avvisa.
Lei scuote il capo.
"Un giro ve lo offro io, perché siete appena diventati clienti di fiducia".
Stacca il foglio e lo porge ad Eren. Lui lo prende aggrottando appena la fronte, sopra c'è un numero di telefono. La voce della barista lo riporta all'attenzione.
"Questo è il mio numero, se hai bisogno di qualcosa".
Lo dice con tono eloquente, poi con un sorrisino e un cenno di saluto verso Armin si allontana per servire gli altri clienti.
Armin ghigna furbescamente e batte ad Eren una pacca sulla spalla.
"Mi sa che hai fatto colpo".

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