Il quartetto composto da Eren, Mikasa, Armin e Annie stava passeggiando diretto verso il porto.
I primi due mano a mano, gli altri due molto più riservati, ma vicini.
"Ragazzi fate largo!!" esclamò la voce allegra di Sasha.
Si voltarono per vedere due tandem sfrecciare verso di loro, uno con Sasha e Connie, l'altro con Ymir e Historia.
"Ci vediamo al porto, culi pigri!!" esclamò Connie.
Eren ghignò.
"Sì, intanto dovete tornare a restuire i tandem e poi farvela a piedi dopo la pedalata. Ciao ciao!!"
Il rientro nella città di Hong Kong, dall'isola Lamma, fu ovviamente di nuovo su traghetto. Alle diciotto in punto, dunque, si riunirono nel punto in cui si erano separati quella mattina.
Il gruppo di studenti accerchiò i prof, Sasha cercava inutilmente di non ridacchiare, ma non appena puntava gli occhi sul professor Ackerman il sorriso da scema spuntava sulla sua faccia.Lui se ne accorse e si irrigidì, ricordando la figuraccia - perché per lui era tale - sul tandem. Connie, accanto a lei, le dava gomitate nel fianco. Si guardavano seri ma poi scoppiavano a sghignazzare entrambi.
Armin si guardò intorno curioso.
"Jean e Marco non si sono visti per tutto il giorno".
"Forse Jean ce l'ha ancora con me per la scazzottata di ieri, dopo tutto" soppesò Eren.
"Però il primo pugno è partito da lui" fece notare Annie.
Jean, spuntato silenziosamente alle loro spalle, poggiò un gomito sulla spalla di Armin e uno su quella di Eren, avvicinandoli a sé nel movimento.
"Non lo sapete che non si parla dietro le spalle?"
Armin sobbalzò.
"N-non stavamo parlando male di te... Ero solo preoccupato che faceste ritardo".
Jean ridacchiò.
"Eheh, lo so, Armin, tranquillo. Non ce l'ho con te, Eren. Riconosco di aver esagerato ieri."
Eren lo guardò da dietro gli occhiali da sole.
"Scuse accettate, Jean".
"Ma io non mi sono scusato".
Marco sorrise.
"Ora sì che è tutto tornato alla normalità. Con questi due, il livello di amicizia si rinsalda in proporzione al numero di scazzottate."
Jean ghignò alzando un sopracciglio.
"Che posso farci se sono così virile".
Marco non replicò, ma Jean lo stava guardando negli occhi.
"..."
Marco sentì il calore salirgli alle guance ma fu salvato dal professor Ackerman che, con tono spazientito e annoiato, li stava richiamando per la partenza.
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Il traghetto Star Ferry, in funzione dal 1888, era rimasto il mezzo di trasporto preferito, per spostarsi tra le isole, sia dei turisti che degli abitanti. A quanto aveva spiegato loro la professoressa Ral, mentre facevano la fila per salire, il National Geographic Traveler l'aveva definita 'una delle cinquanta esperienze da fare nella vita'.
Erano da poco passate le venti quando il gruppo era salito su uno dei caratteristici traghetti bianchi e verdi. La sera era ormai calata, quello era il momento ideale per assistere a ciò che chiamavano 'Symphony of Lights', per via delle luci dei grattacieli e della città, che si riflettevano sulla superficie dell'acqua creando un effetto suggestivo.