𝘩𝘰𝘱𝘦𝘭𝘦𝘴𝘴𝘭𝘺 𝘥𝘦𝘷𝘰𝘵𝘦𝘥 𝘵𝘰 𝘺𝘰𝘶 ; 𝘳𝘦𝘪𝘯𝘦𝘳 𝘣𝘳𝘢𝘶𝘯

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Tipo: Soft, copre a saltelli tutte le stagioni.

La cover del capitolo non c'entra molto ma, personalmente, l'ho sempre trovata come la scan più bella in assoluto di Reiner.

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Il temporale estivo scrosciava oltre le finestre, picchiettando incessantemente sui vetri, mentre ogni tanto qualche lampo dai bagliori bluastri illuminava la stanza. Attraversai silenziosamente il corridoio del secondo piano, lì dove si trovava la mia camera da letto, scesi la scala carezzando distrattamente il corrimano di legno.
Lo percorsi per tutta la sua lunghezza, dirigendomi verso la cucina.
Varcai la soglia come un fantasma, appoggiandomi con espressione incerta allo stipite della porta spalancata. Un piede nudo sopra l'altro, l'abito semplice e color panna che si fermava appena sopra il ginocchio, e lo sguardo ambrato che vagava per la stanza con aria assente. Ilsa, moglie di mio padre e ormai una madre per me, sobbalzò nel vedermi di punto in bianco, quasi fossi un fantasma. E mi sentii davvero un'anima dispersa, che si aggirava per casa muta ed eterea. I lunghi capelli biondi ricadevano in ciocche ondulate davanti le spalle, gli occhi si perdevano nel paesaggio oltre la finestra, il solito spaccato di case e città.

Ilsa non era da sola in cucina, seduta al tavolo a condividere un tè pomeridiano, c'era Karina Braun, la madre di Reiner.

"Margot, ti sei finalmente decisa a mangiare qualcosa?"

"Sì, vorrei mettere qualcosa sotto i denti" ammisi, tastandomi lo stomaco vuoto e formicolante. Avevo saltato completamente il pranzo, e lo facevo da giorni, ormai.

"Bene, siediti. Scusaci, Karina".

"Non preoccuparti. Buongiorno, Margot, come stai?"

"Sto bene..." risposi distrattamente senza contraccambiare la domanda. Intanto mia madre si avvicinò ai fornelli.

"Ti riscaldo la zuppa che hai lasciato a pranzo, va bene?"

"Non mi va la zuppa".

Ilsa mi guardò con una malcelata espressione di disapprovazione.

"Sei digiuna da questo mattino. Potresti sentirti male, avere un calo di pressione e svenire".

Non avevo voglia di ascoltare i suoi rimbrotti, così annuii col capo e sedetti al tavolo, di fronte a Karina, poggiandomici con i gomiti. Ilsa e Karina ripresero a parlare di argomenti leggeri mentre la donna riscaldava la minestra. Quel non badare a me riuscì a rilassarmi almeno in parte, mi lasciai cullare dalla voce delle due donne, e nuovamente guardai fuori la finestra. Il temporale non accennava a finire. Arrivavano così, improvvisi, e mi costringevano a restare chiusa in casa. Mi sarebbe piaciuto uscire quel giorno, fare una passeggiata e rientrare più tardi.
Però, la pioggia continuava a bussare alle finestre, quasi come a chiedere di poter essere accolta ed entrare.

"Il temporale... È Reiner che vuole tornare" commentai ad un tratto, spezzando quella pacata atmosfera. Sia Karina che Ilsa si voltarono a guardarmi, quest'ultima continuando a mescolare un po' la minestra sul fuoco.

"Come dici?"

"La pioggia... Guarda come picchia sui vetri. Sta bussando, vuole entrare. È Reiner che vuole tornare a casa".

𝘈𝘰𝘛 𝘚𝘵𝘰𝘳𝘪𝘦𝘴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora