Tipo: Soft; possibili accenni di Spoiler
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Oggi è il primo compleanno che la giovane Carla Jaeger trascorre assieme a suo marito e al loro bambino, che ha circa dieci mesi adesso. Si affaccia sulla soglia sul retro della loro casa, che dà sul piccolo cortile chiuso dove è solita stendere i panni. Grisha ha steso un lenzuolo per terra, ci si è seduto sopra mentre gioca con Eren. Guardarli la rende felice.
Grisha si accorge di lei e le sorride.
"Ehi, vieni qui con noi, oggi c'è un sole tiepido! Gli fa bene prendere sulla pelle un po' di sole".
Sono le prime ore del mattino, suo marito ha ragione, stranamente non fa freddo. Tuttavia scuote il capo con un sorriso, con la tipica apprensione di una madre.
"Siamo al ventinove di gennaio, è pieno inverno ancora! Prenderà freddo così!"
Grisha prende in braccio Eren che cerca di allungare le mani paffute verso il suo viso.
"Hai sentito cos'ha detto la mamma? Hai preso abbastanza aria fresca per oggi".
Lo stringe a sé e si alza in piedi, avvicinandosi alla soglia sul retro. Lo porge a Carla che lo prende subito in braccio. Eren, come d'istinto, afferra una ciocca scura dei lunghi capelli della madre e resta così, a guardarsi intorno curioso.
Carla e Grisha si guardano con amore, gli occhi verdi di lui si incatenano per lunghi istanti a quelli di lei. È che passarsi quel bambino tra le braccia, frutto del loro amore, ricorda loro che si sono sono scambiati la promessa di amarsi per il resto della vita.
Grisha le stringe con dolcezza una spalla, guardandola ancora con quell'espressione lievemente commossa, forse perché oggi Carla compie gli anni e lui è sinceramente grato di essere lì con lei.
Perché credeva che la felicità per lui fosse ormai perduta per sempre. La sua vita era stata troppo difficile per poter sperare nel miracolo di una nuova occasione, eppure Carla era comparsa come una visione, in quella locanda, quella sera ormai lontana.
Bellissima, divertente, semplice. Non aveva preteso da lui che una vita da passare insieme, con una casa e un bambino. E gli aveva donato il miracolo di poter ricominciare.
"Ancora buon compleanno, amore mio".
Carla gli lancia un'occhiatina smaliziata, ma le sue guance adesso si sono arrossate.
"Grazie..."
Sta per alzarsi sulle punte delle scarpe per baciarlo, quando dalla strada un conoscente degli Jaeger, paziente di Grisha, li richiama togliendo il cappello in segno di saluto.
"Buongiorno signori Jaeger!"
Si voltano entrambi e salutano cortesemente, con un sorriso. Grisha lo raggiunge per informarsi sulle sue condizioni di salute, lo sente dire di essere contento di rivederlo in forma e a passeggio per Shiganshina.
Carla nota che Eren sta giocando con qualcosa che stringe tra le mani e preoccupata gli apre la manina, trovandovi un'innocua foglia. Ride con dolcezza.
"Oh, sembra un cuore, vero?"
Sente bussare alla porta d'ingresso, e con Eren in braccio attraversa la cucina fino alla soglia. Apre la porta con una mano, assicurandosi meglio il bambino in braccio. Sgrana appena gli occhi ambrati perché lì davanti non c'è nessuno.
"Uh?"
Sta per richiuderla, chiedendosi se non abbia sentito male, ma per terra vede un fiore. Si china a raccoglierlo e si guarda ancora intorno; per un assurdo istante pensa perfino che si tratti di Shadis. Poi vede l'unica persona nei paraggi, un ragazzo di spalle che si sta incamminando dalla parte opposta. Cala le mani nelle tasche del lungo cappotto nero che indossa, ha lunghi capelli castani sciolti. Non crede sia stato lui, non lo conosce. Torna in casa e chiude la porta, intanto Grisha è rientrato.
"E quel fiore?" le domanda.
Lui la sera prima è tornato dallo studio medico con un mazzo di rose. Carla lo guarda ancora stranita e si stringe nelle spalle.
"Non lo so, l'ho trovato sulla soglia e mi pareva di aver sentito bussare, ma non c'era nessuno".
Grisha si riscuote quando sua moglie si avvicina, per un attimo sembra distante e perso nei suoi pensieri.
"Non temere, nessun ammiratore segreto" lo rassicura scherzosamente lei, alzandosi sulle punte e posandogli un bacio contro la linea della mascella. Ride quando Eren poggia la mano sul mento del padre come per allontanarlo e avere Carla solo per sé.