L'ultimo giorno della gita era ormai arrivato. La sera avrebbero avuto il volo di ritorno, e ognuno sarebbe tornato a casa sua. Sarebbe stato sicuramente strano rientrare nelle proprie case, nelle proprie stanze, con il cuore colmo di cambiamenti. Ma, prima del fatidico ritorno, c'era la festa in spiaggia dei ragazzi di 3-B.
Annie ci era andata assieme ad Armin. Alcune amiche della ragazza, che lui non conosceva, gli avevano lanciato qualche occhiatina stupita e curiosa, ma Annie non aveva dato spiegazioni oltre un:
"Lui è con me."
Una ragazza che se non ricordava male si chiamava Hitch, aveva ridacchiato civettuola.
"E così lui è Armin Arlert."
Armin arrossì.
Ha parlato di me alle sue amiche...
Annie lo afferrò per un braccio e lo trascinò poco più in là, dove avevano sistemato un paio di teli stesi. Qualcuno doveva aver fatto un'azione buona e li aveva comprati lì ad Hong Kong, per quanto fossero funzionali solo a quello, e messi lì a disposizione di tutti. I due sedettero vicini e si presero una lattina di cola a testa, sorseggiandola mentre chiacchieravano. Armin si integrò abbastanza velocemente. Per quanto fosse timido, era molto gentile e alla mano. Annie lo guardò di sottecchi, cercando di non mostrare troppo trasporto, mentre si abbracciava le ginocchia. Lui, intanto, rispondeva alle domande di Reiner Braun e ridacchiava di tanto in tanto.
Alla fine parlarono dei discorsi tipici di ogni studente: professori, verifiche e gossip e club. Quando il cielo cominciò a tingersi di rosa e arancio, Annie si alzò.
"Vieni con me a riva?"
"Certo, Annie".
Armin si alzò prontamente e la seguì, camminandole accanto. Si fermarono lungo la battigia, giocando le onde che arrivavano fino ai piedi e si infrangevano, fredde e poi pian piano piacevolmente tiepide, contro le loro caviglie. Annie si accorse che il ragazzo continuava a fissarla con un sorriso mesto.
"Che c'è? Perché mi guardi così?"
"Mi piaci sotto questa luce. I tuoi occhi sembrano ancora più chiari in contrasto con il rosso del tramonto."
"Anche i tuoi."
Armin allungò una mano e sfiorò la ciocca bionda che le incorniciava un lato del viso.
"Annie, vuoi essere la mia ragazza? Ti considero già tale dopo quello che c'è stato tra noi la scorsa notte, ma non ce lo siamo detti e quindi volevo mettere le cose in chiaro."
Annie lo guardò intensamente, mentre gli stringeva tra le mani il bordo della maglia, attirandolo impercettibilmente più vicino.
"Sì... stiamo insieme adesso."
Armin sorrise soddisfatto e anche lei. Gli lasciò andare la maglia, quasi flirtante, e gli diede le spalle cominciando a camminare lungo la battigia, incrociando le braccia dietro la schiena. Lui la seguì incantato e divertito. Poi, quando furono abbastanza lontani dagli altri, attirò la sua attenzione.
"Annie, guarda! Una stella marina!"
Così dicendo, meravigliato, si chinò sulle caviglie. La osservò, era a riva, protetta da acqua e sabbia.
"Sono così belle, ma non possiamo toccarle o toglierle dall'acqua, faremmo loro del male."
Annie lo imitò, chinandosi davanti a lui. Giocò con i lacci della felpa che indossava e guardò la stella marina.
"Sei così buono e dolce, Armin."
Armin guardò la ragazza negli occhi. Sentiva come se lei stesse cercando di dirgli qualcosa, quindi aspettò.