Tipo: Lemon-soft, c'è qualcosina da rating un po' rosso quindi lo spammo come tale.
Periodo: da qualche parte durante le prime stagioni
Personaggi: Eren Jaeger; Mikasa Ackerman
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.Mikasa stava cercando il secchio dell'acqua che aveva usato per lavare il pavimento del piano di sotto, ma non ricordava assolutamente dove l'avesse lasciato. Si era distratta durante le pulizie, la sua mente aveva cominciato a vagare qui e là e le azioni erano diventate meccaniche e ripetitive: stringi lo straccio, risciacqualo, strizzalo più forte, mettilo a terra e passaci sopra la ramazza, lava una striscia di pavimento, accertati che sia lucido o il capitano Levi ti farà sentire un'incapace, ripeti daccapo. Man mano si spostava di area traportava con sé il secchio d'acqua, ma adesso era ferma con un braccio abbandonato lungo il fianco e una mano posata a sfiorare il tessuto della sciarpa rossa che portava sempre al collo. Lo sguardo rivolto verso la finestra: stava facendo mente locale, rapidamente, su dove lo avesse lasciato. Tornò indietro, ricordava di averlo dimenticato nell'altra ala, in una delle stanze sulla sinistra.
Puntò gli occhi scuri, a mandorla, su una delle porte lì in fila e l'aprì di slancio, senza prima bussare o accertarsi che dentro non ci fosse nessuno: in fondo era passata soltanto una mezz'oretta da quando aveva pulito quell'ala, o forse di più? Era così assorta da non rendersi propriamente conto del tempo trascorso, anzi volato tra le faccende domestiche e il suo sognare ad occhi aperti.
Nell'aprire la porta su uno dei salotti di quel piano generalmente isolato del castello si trovò davanti la scena più imbarazzante, più sconcia, ma anche più erotica che avesse mai visto nei suoi quindici anni di vita. Eren era seduto sulla poltrona sotto la finestra, un po' di lato rispetto la porta, con i pantaloni chiari calati fino alle caviglie e l'arnese stretto in mano. Si stava masturbando con la testa castana abbandonata contro lo schienale della poltrona, con gli occhi verdi socchiusi. Il suo viso era arrossato, le labbra erano leggermente dischiuse. La sua mano destra faceva su e giù con vigore. Si era sollevato un po' la maglia grigia sul torace, scoprendo tutto l'addome tonico e definito, da soldato, per evitare di sporcarsi quando avrebbe raggiunto l'orgasmo.
Nel sentire la porta aprirsi si voltò con orrore e i suoi occhi si spostarono su Mikasa. Lei si paralizzò sull'uscio, con una mano ancora stretta sulla maniglia e l'altra a un lembo della sciarpa; lo sguardo fisso sulla sua erezione. L'espressione di Eren si fece pallida e sgomenta, i suoi occhi verdi erano sgranati mentre congelava il gesto, restando col pugno serrato come a voler nascondere ciò che poteva.
Mikasa si riebbe tutto d'un tratto, con le guance che andavano improvvisamente a fuoco.
"S-scusami Eren" si limitò a dire, dandogli velocemente le spalle e richiudendosi la porta dietro.
Si nascose il viso dietro la sciarpa, imbarazzatissima, col cuore che batteva forte. Si domandò se adesso Eren non l'avrebbe odiata per averlo beccato in un momento intimo personale come quello. Anche se era accaduto tutto così velocemente e quindi lui non aveva avuto il tempo per una reazione concreta, era comunque rimasto immobile e sconvolto, e di sicuro non era stato piacevole.
Si allontanò camminando a passo spedito verso l'altra ala del castello, illudendosi che avrebbero entrambi dimenticato presto quanto successo, ma non era così. Mikasa aveva ben impresse nella mente quelle immagini, aveva visto nudo il ragazzo che sentiva di amare come nessun altro e lo aveva visto masturbarsi.