24 - love talk

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Hunter pov


Mercoledì e giovedì provai a cercare Yuta, in ogni angolo dell'università, ma non lo trovai. Mi aveva espressamente detto martedì, dopo avermi salutata, che ci saremo beccati in giro per finire l'ultima parte. Non lo avevo visto, ne alla mensa, ne fuori. Provai a guardare l'orario delle sue lezioni, lo cercai nelle rispettive aule ma niente. Era sparito. 

Avevo incrociato solo Mark, una volta alla mensa. Ero intenzionata a chiedergli se gli fosse successo qualcosa, ma esitai. Lo sapevo, mi aveva lasciata da sola, si era già stancato. Sarebbe spettata a me la fine della tesina. 

Non poteva essere scomparso, pensai. L'unico posto dove non avevo controllato era la sua stanza. Non potevo però recarmi lì di botto. Era però necessario che provassi. Forse ero più agitata per lui che per la tesina.

Così giovedi pomeriggio, dopo aver finito di studiare, provai a prendere l'ascensore e andare fino al sesto piano.

Camminai lentamente, ero quasi impaurita. Intorno non c'era nessuno, neanche un rumore. 

Arrivai fino alla fine del corridoio, mi trovavo di fronte alla sua camera. 

Bussai. 

Nessuna risposta. 

Bussai ancora. Aspettai qualche secondo.

Non sentivo proprio niente. Non era lì. Decisi di andarmene, ero rassegnata. 

Ad un tratto, mentre mi voltai per andarmene sentii dei passi pesanti provenire dalla sua stanza. Era lì.

Aprì la porta leggermente, spionando con metà viso. Sgranò leggermente gli occhi.

<< Che ci fai qui? >> Mi chiese quasi stupito di vedermi. 

Notai che era senza maglietta, intravidi le sue clavicole e parte della sua spalla. Abbassai subito lo sguardo. Lui chiuse ancora di più la porta, nascondendosi dietro di essa.

<< Ero preoccupata per te. Sono due giorni che ti cerco >> 

Non volevo sembrare ossessionata da lui, ma avevo veramente bisogno di sapere che stesse bene.

<< Non sono stato bene >> mi disse secco. Lo sentii deglutire e poi esitare.

<< Mi vesto, aspetta >> continuò per poi socchiudere la porta.

Io arrossii, cercai di voltarmi verso il corridoio per riprendermi. 

Lo sentii ritornare dopo poco, e con una voce debole e profonda mi disse: << Vieni dentro >>. Mi aprì la porta, tenendola con il braccio.  Ora indossava una semplice felpa grigio. Si coprì i capelli con il cappuccio. Aveva il volto incupito e continuò a guardare per terra finche non entrai.

Davanti a me trovai una camera grandissima, con una parete piena di vetrate. A destra, dietro al muro, un letto matrimoniale e affianco, quasi al centro della stanza, una poltrona verde. A sinistra trovai una bella libreria piena di libri, un armadio, un armadietto con sotto un frigo e un tavolino. Davanti a me, sotto le finestre, una scrivania con sopra alcune cose, tra cui degli alcolici.

L'odore di sigaretta mi pervase. 

Come faceva ad avere una camera così grande e poi singola? Tutti noi condividevamo la stanza con un'altra persona. Mi sembrò assurdo.

Lui chiuse la porta subito dopo, delicatamente e corse a raccogliere alcuni vestiti che aveva per terra vicino al letto, per poi buttarli dentro all'armadio. 

Si fermò poi al centro della sua stanza e mi guardò, mentre stavo osservando e squadrando camera sua da cima a fondo. La scrivania era piena di cose, tra cui libri, pacchetti di sigarette, posacenere, varie carte di caramelle e fogli di carta strappati. 

Perchè mi aveva fatta entrare? 

<< Siediti >> Mi disse indicandomi la poltrona. Per un attimo mi spaventai, ma poi lo guardai in viso, mi sembrava triste, pensieroso. 

<< Stai bene? >> gli chiesi cercando i suoi occhi. Si strinse nelle spalle e si coprì le mani con le maniche della felpa. 

<< Perchè ti interessa? >> mi guardò con uno sguardo serio e freddo, poi continuò << Sei venuta qui per la tesina vero? >> 

Non riuscii a dirgli che in verità lo avevo cercato per due giorni, non tanto per la tesina, ma perchè volevo stare con lui, volevo vederlo e poi sapere se effettivamente stava bene. In quel momento la tesina era l'ultimo dei miei problemi, mancavano giusto 10 righe. Ma non potevo dirgli tutto questo.

Rimasi zitta. Le parole mi si bloccarono in gola. I miei occhi iniziarono a farsi lucidi. Cosa mi stava succedendo? Ero triste per lui? 

Si sedette sulla sedia della scrivania, in mia direzione. Prese un pacchetto di sigarette dal tavolo e se ne accese una. Aprì poi una finestra. Il vento entrò nella stanza calmo, mi raffreddò il viso, impedendomi forse di piangere lì davanti a lui. Cosa gli era successo? Perchè tutto ad un tratto stava così?

Mi guardò, per poi aspirare intensamente e mordersi il labbro. Scosse la testa, strofinandosi gli occhi.

<< stai bene? >> gli chiesi per l'ultima volta. Non potevamo stare così per tutto il pomeriggio fino a sera a guardarci negli occhi senza dire una parola.

<< Non capiresti >>

Esitò nel parlare. Voleva dirmi qualcos'altro eppure si fermò. Scosse nuovamente la testa. Cosa gli stava succedendo?  Aspirò ancora, buttando la cenere nel suo contenitore. Si stropicciò i capelli. 

<< Forse è meglio se te ne vai Hunter, non so perchè ti ho fatta entrare >> mi disse abbassando la testa. Quelle parole mi arrivarono dritte al cuore. Per un attimo tutto si fermò, persino il mio respiro. Perchè mi stava facendo questo? Cosa gli avevo fatto?

Le lacrime questa volta si crearono nei miei occhi più intensamente, erano calde, le potevo sentire in contrasto con l'aria che stava entrando dalla finestra. Non si fermarono. Iniziarono a scorrere nelle mie guance. Yuta mi vide in quelle condizioni e non disse niente.

<< Perchè? >> gli urlai. Il mio corpo agì nuovamente da solo, non riuscii più a controllarlo. In quel momento dentro di me si formò una sorta di rabbia triste, malinconica. Yuta mi aveva vista piangere, eppure rimase lì, impassibile, seduto sulla sedia.

Abbassò lo sguardo, deglutendo faticosamente. 

<< Non posso Hunter, io non posso >> poi continuò coprendosi il volto con il cappuccio << Non posso far sì che accada, devi andartene >>

Che cosa intendeva?

Le lacrime mi arrivarono fino al mento. Mi alzai e me ne andai di corsa. Iniziai a piangere ininterrottamente. 

Anemone | Yuta NakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora