102 - (夢中夢) dream in a dream

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(Questo è un capitolo speciale, spero vi piaccia l'idea, buona lettura)

Ten pov

Il sole stava iniziando a tramontare, gli ultimi raggi entrarono deboli nella mia stanza, illuminando di poco lo spazio circostante.

Mi sedetti alla mia scrivania e iniziai a giocare con alcune cose che mi ritrovavo davanti. Quel pomeriggio avevo disegnato tantissimo, forse per stress, forse per liberare alcuni miei pensieri. 

I fogli appallottolati caddero per terra uno dopo l'altro, come se rappresentassero in un certo senso le mie emozioni.

Non ero mai riuscito a capirmi e soprattutto a razionalizzare i miei sentimenti, non sapevo bene distinguerli tra loro. Sapevo soltanto che da qualche tempo a questa parte ero strano, perchè qualcosa di nuovo era nato dentro di me, qualcosa che non avevo mai provato. 

Crescere in un ambiente ostile e privo di amore mi portò ben presto ad escludere ogni affetto, non ero mai riuscito a provarlo ne a darlo agli altri. 

Poco dopo presi una sigaretta dal pacchetto vicino e me la portai alla bocca, nonostante le mie mani stessero tremando. Una debole fiamma si fece largo a poca distanza dal mio volto e poi il calore, il fumo e la calma.

Chiusi gli occhi aspirando profondamente e poi mi lasciai andare sullo schienale della sedia. 

Erano tante settimane che mi sentivo così e più passava il tempo più mi rendevo conto di quello che stava succedendo dentro di me. Stavo in un certo senso iniziando a conoscermi meglio, grazie all'amore che era nato dal mio cuore. 

Quella chiacchierata con Hunter in un certo senso mi fece bene, quel giorno dietro al dormitorio. Aveva ragione, io avevo bisogno di lui, solo lui riusciva a farmi stare meglio. Grazie a lui è come se ogni parte del mio corpo si stesse muovendo in armonia con la mia persona. Grazie a lui mi sentivo nel posto giusto al momento giusto, per la prima volta nella mia vita.

Erano giorni che continuavo a pensare a un modo per parlargli, se avessi continuato così a tenerlo per me forse sarei esploso. Anche se forse sarebbe stato meglio così. 

Dopo qualche minuto arrivò, forse aveva appena finito di seguire la lezione. La porta scattò a contatto con la sua tessera e successivamente la aprì delicatamente. 

Io me ne restai tutto il tempo di spalle, guardando per l'ultima volta le sfumature arancioni in cielo. Quello era il mio momento preferito della giornata.

Lo sentii appoggiare lo zaino vicino al suo letto e poi sospirò profondamente.

<< Ten, stai bene? >> si fermò improvvisamente, forse vedendomi così taciturno e poi accese le luci della nostra camera. Non mi ero accorto che ero quasi al buio. 

Io mi girai, cercando di mostrargli un piccolo sorriso forzato. Lui ricambiò.

La nostra stanza era davvero strana, principalmente perchè la mia parte era completamente disordinata, mentre la sua era molto pulita e ben organizzata. Questo indicava in un qualche modo la nostra personalità. Eravamo così diversi.

Il mio letto era ancora totalmente sfatto, le lenzuola ricadevano in parte sul pavimento. Il mio attaccapanni era pieno di vestiti che dovevo ancora mettere via, non avendo mai voglia li avevo accatastati lì uno sopra l'altro. La mia scrivania era piena di lattine di birra, di pacchetti di sigarette finiti e di fogli stropicciati o accartocciati. 

Sul comodino però, forse l'unica cosa ordinata del mio spazio, tenevo una piccola foto scattata a casa di Kun. Quel giorno eravamo sul letto e per puro caso lui riscoprì una polaroid, che non usava da vari mesi. Dentro aveva ancora varie cartucce così decidemmo di farci una foto. Eravamo così sorridenti nonostante fuori facesse davvero caldo. Era stata forse l'estate più bella della mia vita.

Anemone | Yuta NakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora