30 - punch

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Yuta pov

Il vento improvvisamente si alzò, era martedì pomeriggio e le pagine del libro che ero intento a leggere presero vita muovendosi a contatto con l'aria. Ero appoggiato ad un albero, questa volta più riparato. Le mie scarpe erano in parte coperte dalle foglie. Potevo sentire con la testa il tronco umido dell'albero. Era un libro di poesie d'amore di Goethe, me lo aveva regalato mia madre quando ero piccolo e puntualmente, quando ero scosso a livello interiore, mi prendevo una giornata per leggerlo tutto. Mi aiutava a fare chiarezza della mia testa, a capire meglio cosa provassi in determinate situazioni. Solo tra quelle pagine potevo avere un riscontro su cosa potesse essere l'amore, la paura, la tristezza e la gioia. 

Intorno a me non vedevo nessuno, solo le foglie volare dagli alberi a terra. La natura stava cambiando, l'inverno era ormai alle porte. Osservai con cura come l'ambiente circostante si stesse trasformando davanti ai miei occhi. 

Ad un certo punto sentii una voce, sempre nel giardino dietro il dormitorio. Pensavo di essere da solo e invece. Sfogliai un'altra pagina ricominciando a leggere. Sentii ancora quella voce, mi sembrò un urlo disperato. Cosa stava succedendo? 

Mi alzai, dovevo andare assolutamente a vedere. Non mi sembrava fosse uno scherzo. 

Iniziai a correre fino a girare l'angolo dietro il dormitorio. 100 metri più in là vidi Hunter, ci guardammo negli occhi per qualche secondo, fino a che non vidi uno dei soliti amici di Jungwoo prenderla per la vita da dietro, tenendola stretta. Lei si stava dimenando. C'era anche lui vicino, era intento a spaventarla con un coltellino.

Non capii più niente. Corsi nella loro direzione e presi Jungwoo per un braccio. Lo scaraventai a terra. Lui mi guardò sorpreso e parzialmente incredulo. Il coltellino volò qualche metro più in là.

Mi girai subito verso Hunter. Era spaventata. Continuò a guardarmi mentre era intenta a dimenarsi per scappare dalla presa dell'amico di Jungwoo.

<< Lasciala andare >> Urlai. Mi girai verso Jungwoo, il quale stava cercando di tirarsi su da terra nonostante l'avessi fatto cadere con forza.

<< Che facciamo Jungwoo? >> Parlò l'amico, tenendo ancora stretta Hunter. Le stava facendo male. Lei continuò ad urlare. Aveva la maglia strappata e una piccola abrasione sul volto.

In quel momento impazzii, non poteva essere successo davvero. Non poteva avermi fatto questo, voleva togliermi persino le persone a cui tenevo?

<< Jungwoo questa me la pagherai >> gli urlai per poi dargli un pugno in faccia. Iniziò a grondare di sangue dal naso. Dovevo calmarmi. Iniziai a respirare trattenendo il respiro. Voleva solo provocarmi, lo capii subito, voleva che tutti vedessero cosa gli avevo fatto, dando tutta la colpa a me. Lo conoscevo bene.

Mi staccai subito. Lui mi guardò, toccandosi il naso.

<< Ora sai cosa vuol dire >> Mi disse ridendo. Vidi con la coda dell'occhio che il suo amico stava scappando. Aveva liberato Hunter. Mi girai e la vedi lì stesa sulle ginocchia, con il volto coperto dai capelli.
Jungwoo scappò poco dopo.

Corsi da lei e la abbracciai. Il mio cuore iniziò a battere fortissimo. In quel momento non riuscii a ragionare, il mio corpo iniziò a ribellarsi e a comportarsi come più sentiva dal profondo. Anche lei mi abbracciò, la strinsi ancora di più. Iniziò a piangere.

Mi scostai e con le mani le presi il volto. Le lacrime le attraversarono le guance. 

<< Hunter... sono qui >>  Le parole mi uscirono piene di dolore. Il mio cuore esplose e in quel momento capii di amarla, per la prima volta nella mia vita stavo provando amore. Questo mi inondò il cervello, mi paralizzò per qualche secondo. Non riuscii neanche a respirare. Lei era lì ferma, con il volto tra le mie mani. Eravamo entrambi in ginocchio e ci stavamo guardando intensamente. Chissà a cosa stava pensando.

La strinsi ancora, lei appoggiò la testa sul mio petto, le accarezzai i capelli. Cosa mi stava succedendo? Non poteva essere vero. Lei smise di piangere, rimanemmo in quella posizione per qualche secondo o minuto, non saprei dirlo. Tutto intorno a noi si era fermato.

<< Grazie per essere arrivato >> pronunciò quelle parole senza guardarmi. Le sentii risuonare nella mia mente, fino al mio cuore. Non avevo mai sentito nulla del genere. La strinsi ancora di più.

<< Vieni con me, ti porto al sicuro >> le dissi prendendola per mano, lei si alzò faticosamente, aggrappandosi al mio braccio. Continuai a guardarla, mentre lei tenne lo sguardo fisso sui suoi piedi. << Quello che ti ha fatto è imperdonabile Hunter, metterò fine a tutto questo >> Le dissi dispiaciuto, era tutta colpa mia. Mai avrei immaginato si sarebbe avvicinato a lei per farle del male, per spaventarla, solo per distruggermi ancora di più. Non l'avrebbe passata di certo liscia. 

Cercai di calmarmi e di portarla il più velocemente possibile nella mia camera. In quel momento pensai solo a proteggerla, volevo che rimanesse con me per sempre. 

In ascensore cercai di avvicinarmi al suo viso, volevo vedere come stava, ma appena cercai di alzarle il volto verso di me lei mi abbracciò, stringendomi la schiena. Rimasi come paralizzato per qualche secondo fino a quando non spostai le mani sui suoi capelli e sulla sua spalla. 

Non parlammo. Calò il silenzio attorno a noi. Forse anche lei aveva così tanto bisogno di me, come io lo avevo per lei. 

La porta dell'ascensore si aprì e lei si scostò. Continuò a guardarsi i piedi, seguendomi fino in camera mia. 

Anemone | Yuta NakamotoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora